Scaletta Zanclea. Cittadini in strada a protestare contro la lentezza dei lavori

Scaletta Zanclea. Cittadini in strada a protestare contro la lentezza dei lavori

Giusy Briguglio

Scaletta Zanclea. Cittadini in strada a protestare contro la lentezza dei lavori

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mercoledì 09 Aprile 2014 - 09:04

Il ponte sul torrente Racinazzi non è ancora stato ricostruito, la viabilità è ridotta e le conseguenze per i cittadini sono divenute insostenibili

E’ esplosa la rabbia dei cittadini di Scaletta Zanclea costretti a vivere in un cantiere a cielo aperto da quattro anni e mezzo. Sono scesi in strada, in direzione del torrente Racinazzi, uno dei luoghi simbolo dell’alluvione devastatrice, e hanno protestato contro la lentezza dei lavori che ancora insistono su quella terra martoriata. Hanno esposto cartelli con la scritta “Sì al ponte”, quel ponte la cui ricostruzione, per motivi di ogni ordine e tipo, è stata rimandata per anni e ancora non è giunta a termine. La pazienza conosce un limite, un limite oltre il quale si legge bene l’esasperazione di un paese che lotta per il futuro, ma non riesce a uscire dalla morsa di una tragedia che ha presentato un conto amaro e che continua, instancabile, a far pagare colpe a chi colpe non ne ha. Ricominciare è solo un verbo svuotato di ogni senso per i cittadini di Scaletta che, nonostante tutto, hanno ancora la forza per protestare, per ribellarsi, carichi di coraggio e di dignità. A sostenerli l’amministrazione comunale capitanata da Gianfranco Moschella che il 19 marzo ha incontrato il Vicario del Prefetto Maria Rosaria Pantò per avere chiarimenti circa lo stato dei lavori. I tempi non vengono rispettati, la gente è esausta, percorrere in macchina la statale 114 in quel tratto è un inferno, la viabilità è ridotta per i mezzi pesanti, gli autobus di linea sono costretti a percorrere l’autostrada, in caso di emergenza i mezzi di pronto soccorso non possono passare, i commercianti soffrono perché anche ricevere le merci diventa un lusso in una situazione del genere.

I lavori sul torrente Racinazzi sono cominciati in ritardo. I finanziamenti sono giunti solo nell’agosto del 2012, ma non sono potuti partire, perché l’ordinanza della protezione civile 3815, emanata all’indomani del disastro, era scaduta. La nuova ordinanza è arrivata il 2 gennaio del 2013, da un anno dunque si lavora su quel tratto.

Un anno è troppo? Cinque lo sono di sicuro. Sono arrivate puntuali le rassicurazioni, perché dopo un gesto eclatante arrivano sempre. “Entro l’estate tornerà tutto alla normalità”, così dicono. Crederci è l’unica possibilità, ma stavolta sarà meglio che non si tratti dell’ennesima promessa non mantenuta.

Giusy Briguglio

Un commento

  1. Che ne dice il super ING . Sciacca ? lo avete invitato a mille riunioni in comune , lo avete incensato , per avere questo risultato ?

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