E' sempre #ungiornoinpiu, perché ogni giro d'orologio è unico. Quel che conta è qui e ora.

E’ sempre #ungiornoinpiu, perché ogni giro d’orologio è unico. Quel che conta è qui e ora.

Rosaria Brancato

E’ sempre #ungiornoinpiu, perché ogni giro d’orologio è unico. Quel che conta è qui e ora.

Tag:

domenica 28 Febbraio 2016 - 07:03

Maria Andaloro con l'iniziativa #ungiornoinpiu invita a riflettere su quel giorno che le vittime di violenze non avranno più. Il 29 febbraio può essere l'occasione per capire l'importanza di ogni singolo giorno per ognuno di noi, che abbiamo invece l'abitudine di sprecarli,senza pensare che nessun giro d'orologio tornerà più. Invece di vivere qui ed ora,lo gettiamo via.

Domani è il 29 febbraio, e, come ogni anno bisestile, il 2016 avrà 366 giorni, quindi,è #ungiornoinpiu, come ricorda Maria Andaloro (già promotrice del “Posto occupato”), che con questa nuova iniziativa ha mobilitato tutta Italia contro ogni forma di violenza di genere. Certo, il destino si è un po’ messo di traverso perché il giorno in più è un lunedì, che è il meno simpatico della settimana, ma l’appello a non a rovinare queste preziose 24 ore fa riflettere.

E’ un giorno in più per pensare a Chiara Insidioso, 21 anni, massacrata di botte dal suo ex il 4 febbraio di 2 anni fa, uscita dal coma dopo 11 mesi. Adesso dal suo letto d’ospedale dice sì muovendo il pollice oppure no spostando gli occhi. Dovrà lasciare la clinica nei prossimi giorni per essere trasferita in una Casa per anziani dove ogni passo in avanti finora fatto rischia di essere vanificato. La famiglia non è in grado di sostenere le spese né garantire l’assistenza ed è stata lanciata la campagna su Internet #unacasaperchiara. E’un giorno in più per pensare a Carla Caiazzo, 37 anni, incinta, bruciata viva dal suo fidanzato ad inizio febbraio. Le prime parole che ha detto due giorni fa,quando l’hanno staccata dalle macchine che l’aiutavano a respirare, sono state: “Devo farcela, per Giulia Pia”. Quando il fidanzato le ha versato la benzina addosso e poi le ha appiccato fuoco Carla era all’ottavo mese di gravidanza e i medici sono riusciti a far nascere la bimba. Due miracoli, compreso quello di Carla che riesce a sussurrare. E’ un giorno in più per pensare ad Omayma che non accoglie più i migranti al Molo Marconi. L’Autorità portuale vuol dedicare a lei, la mediatrice culturale uccisa a mazzate dal marito, la banchina che è la prima “terra” per migliaia di sofferenti. Omayma e le altre vittime di femminicidi questo giorno in più non lo avranno,e neanche gli altri 365. L’appello di Maria Andaloro mi ha fatto riflettere non solo sul “giorno in più” ma anche su tutti gli altri,quelli consueti e che noi sprechiamo. Non pensiamo MAI che ogni singolo giorno che ci sveglia al mattino è un giorno in più e che la sera, quando ci darà la buonanotte sarà un giorno in meno. Tutti i singoli giorni sono “giorni in più della nostra vita”,perché non sappiamo mai davvero quando non ne avremo più. Proprio per questo qualsiasi giorno è un dono prezioso.

Di solito questi ragionamenti li facciamo a Capodanno o ad ogni compleanno, specialmente man mano che gli anni passano e ti accorgi di quanto tempo ti sei lasciato sfuggire tra le dita senza esserci davvero. In una società che corre non riusciamo più a valorizzare l’importanza dell’attimo, l’indispensabilità del qui e ora. Noi viviamo sempre qui e ora, ma lo dimentichiamo. Non viviamo né ieri e altrove né domani e altrove, ma sempre, in ogni singolo momento della nostra vita, qui ed ora. Perché non riusciamo a comprendere che è l’unico grande dono della nostra vita? Fa bene Maria Andaloro a invitarci a riflettere su quel giorno in più,ma dobbiamo imparare a non fregarcene degli altri 365.

Da un po’ di tempo sono impegnata in un esperimento personale. Ogni giorno provo a fare qualcosa per qualcuno. Non intendo qualcosa di buonista. Anche prestare attenzione al problema di una persona è fare qualcosa, anche svegliarlo dal torpore, anche approfondire una cosa che non hai mai fatto. E il qualcuno non necessariamente è un conosciuto. Può essere chiunque. Posso essere anche io. Fare qualcosa per me quando trascuro la mia vita. Non è tanto la cosa in sé ma quanto l’obbligarmi a fermarmi e a dirmi: questo giorno non tornerà mai più, ma proprio mai e allora devi renderlo prezioso anche se piangi,anche se sei ferita,anche se non hai più speranze. Lo devi fare per quanti, donne e uomini,bambini, vecchi, per milioni di motivi non hanno più neanche l’occasione di sprecarlo questo giorno. Il tempo è davvero relativo. Ci sono giorni che sembrano non finire, oppure giorni brevissimi. Tutti indistintamente, sia quelli brutti che quelli belli, non torneranno più. Ci sono poi giorni che non ricordi neanche più di aver vissuto. Sono proprio quei giorni invisibili che dobbiamo invece rendere visibili. Sono come quelle ragazze che quando ero adolescente facevano da tappezzeria alle feste e nessuno le faceva ballare. Dovremmo riuscire a rendere bellissimi,visibili, tutti quei giorni e fare di ogni 24 ore “il giorno in più”.

Nell’Enrico IV Luigi Pirandello ha scritto: “L’illusione è questa, che si esca per una porta davanti dalla vita! Non è vero. Se appena si nasce si comincia a morire… chi per primo ha cominciato è più avanti di tutti”.

E’ questa illusione che non ci fa vivere davvero pienamente qui ed ora e dimentichiamo la cosa essenziale, e cioè che ogni giro d’orologio è unico ed è un giorno in più. SEMPRE.

Per Chiara Insidioso ad esempio, ogni giorno in più è un pezzo di vita nuova che strapperà ora per ora. Giorno per giorno riuscirà a muovere due dita,e poi tre,e poi tutte e due le mani, finchè un giorno potrà dire grazie a chi le sta dando la possibilità di tornare a sorridere,a 21 anni,dopo essere stata all’inferno. Per Carla ogni giorno in più sarà un passo in più per avvicinarsi alla culla di sua figlia, che chissà quando potrà vedere, lei che ha il volto e metà corpo divorato dalle fiamme e vive sedata per non sentire il dolore.

Quando penso quanto per Chiara e Carla saranno preziose ognuna delle 24 ore che io spreco lamentandomi del freddo, del caldo, della crisi, dei miei problemi, del lavoro, del traffico, dei disservizi, delle liti, persino della noia, sento l’immensità della mia mediocrità.

Rosaria Brancato

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007