Migranti.In cantiere il nuovo Sprar mentre a Bisconte c'è una "baraccopoli"

Migranti.In cantiere il nuovo Sprar mentre a Bisconte c’è una “baraccopoli”

Marco Celi

Migranti.In cantiere il nuovo Sprar mentre a Bisconte c’è una “baraccopoli”

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lunedì 10 Luglio 2017 - 09:31

Mentre nel'ex Caserma Gasbarro di Bisconte continuano i lavori per la costruzione di piccoli moduli abitativi destinati ad ospitare i migranti sull'altro fronte, dell'accoglienza ai minori, i centri Sprar necessitano di personale più qualificato a seguire i percorso di questi giovani immigrati.

A San Luigi e nella vallata di Camaro, alcuni abitanti hanno paura. Nel'ex caserma Gasbarro di Bisconte, si sta costruendo una "baraccopoli" fatta di container, piccoli moduli abitativi destinati all'accoglienza dei migranti, che collocati al ridosso delle mura della caserma consentirebbero agli ospitati di scavalcare facilmente e di aggirarsi indisturbati per la vallata.

"Non si tratta di razzismo – afferma il consigliere della III Circoscrizione, Alessandro Cacciotto, che ha riportato la situazione in seguito alle segnalazioni degli abitanti della zona – ma non si può certamente continuare a sottovalutare la situazione della "baraccopoli"costruita all' interno della ex caserma Gasbarro che sta causando non pochi problemi, nel silenzio delle Istituzioni. A sentirsi discriminati sono i residenti di Camaro San Luigi, che in questi giorni stanno assistendo ad una vera invasione territoriale".

"Già in passato, quando non erano stati realizzati questi container, era piuttosto frequente che i migranti scavalcassero il muretto per "buttarsi" fuori dalla caserma e girovagare incontrollati nella vallata di Camaro. Figuriamoci adesso, temono giustamente i residenti, che i container sono aderenti al muro di divisione, la facilità con cui potranno "scavalcare" sul container e lanciarsi direttamente sulle case basse dei residenti.

Non è più accettabile questa situazione, e credo che sarebbe da ipocriti non riconoscere che un conto è l'accoglienza altra cosa l'invasione. Già perché di questo adesso si tratta".

"Insomma la situazione è davvero al limite – conclude Cacciotto – il Sindaco tace su questa situazione ed è per questo che il sottoscritto scriverà immediatamente al Prefetto per spiegare le ragioni che stanno, a causa dell' invasione all'interno della caserma, rendendo difficile la vita di tanti messinesi. Ripeto non si tratta di razzismo ma si tratta di tutelare anche la serenità dei nostri concittadini".

Ma se questa è la situazione che i cittadini percepiscono sul territorio, dall'altro lato abbiamo, agli occhi di chi guarda da fuori una città che sta portando avanti un'ottima politica di accoglienza, tant'è che il progetto del Comune di Messina per una “buona accoglienza” e che prevede, tra l’altro, l’apertura di un nuovo centro SPRAR per minori stranieri non accompagnati rispondente alla “Linee Guida Sprar” con servizi di supporto come mediatori linguistico-culturali, orientamento legale, inserimento scolastico e professionale e sostegno all’integrazione socio-lavorativa, è stato finanziato con una cospicua somma di 1 milione di euro.

In merito a ciò, l’Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani (APEI) ricorda che l'accoglienza dovrà avvenire all’interno di un progetto educativo individualizzato che metta al centro le aspettative dei ragazzi. Come Associazione professionale di categoria, l’Apei rappresenta centinaia di professionisti dell’educazione che quotidianamente si trovano a lavorare nelle strutture di prima accoglienza, i quali lamentano condizioni di lavoro inumane, spesso a fianco di personale poco o per nulla qualificato per lo svolgimento di un servizio così importante.

"Come “esperti dell’educazione e della formazione” – dichiarano i membri di Apei in un comunicato rivolto al sindaco e all'assessore alle Politiche Sociali, Nina Santisi – siamo consapevoli che il fenomeno migratorio e le ormai continue ondate che vedono lo sbarco sulle nostre coste di migliaia e migliaia di donne, uomini e bambini che scappano da situazioni di povertà, di guerra, persecuzione e di malattia, non si possa più gestire solo nell’ottica della mera accoglienza. Migliaia di minori stranieri non accompagnati che giungono nelle nostre Comunità di accoglienza hanno bisogni che prima di tutto sono educativi; necessitano di persone che conoscano le loro culture di origine, che sappiano ascoltarli e rispettarli, accoglierli, ma che non si fermino semplicemente a questo. Servono professionisti, pedagogisti ed educatori in primis, adeguatamente formati che sappiano affiancare queste persone nel progettare e costruire il proprio futuro: un futuro che passa soprattutto attraverso l’istruzione, l’apprendimento della lingua italiana e attraverso una seria formazione professionale che garantisca la certezza di avere in mano un mestiere che possa dare dignità, speranza e quindi fiducia nel futuro".

L’APEI ritiene, dunque, per tali motivi, fondamentale ed indispensabile che le Cooperative che gestiranno i servizi per il Comune di Messina, prevedano all’interno delle strutture la presenza di personale educativo qualificato, con Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione.

Una situazione ambivalente, dunque, che se da un lato spaventa la popolazione proccupata per l' "invasione" di queste persone dall'altro dimostra una macchina organizzativa dell'accoglienza tutto sommato "ben oliata", che punta ad un'accoglienza di qualità dando spazio anche ad i laureati nel settore.

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