Supporto alle donne vittime di violenza. Le proposte di Gioveni

Supporto alle donne vittime di violenza. Le proposte di Gioveni

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giovedì 04 Giugno 2015 - 08:15

Il consigliere comunale dell’Udc si rivolge agli assessori Patrizia Panarello (Pari opportunità) e Nino Mantineo (Servizi sociali). Agli atti simbolici non sono mai seguite azioni concrete

Era il 26 novembre 2013 e il Consiglio Comunale, in riferimento anche ad una legge in merito esitata in Parlamento un mese prima, votò all'unanimità una significativa delibera contro il femminicidio e la violenza sulle donne. Ebbe un valore simbolico (come quello di individuare e dedicare stabilmente in aula il cosiddetto posto occupato di cui però adesso non vi è più traccia), ma nello stesso tempo voleva rappresentare l'avvio di un percorso finalizzato a fornire delle precise garanzie a tutte le donne messinesi.

“Ciononostante – interviene il consigliere comunale Libero Gioveni – l’Amministrazione comunale non ha mai concretamente posto in essere delle azioni mirate a garantire e preservare l'incolumità (non solo fisica) delle donne. Occorrono azioni concrete che riescano a scovare nelle famiglie messinesi particolari situazioni di disagio che spesso costituiscono causa di tali forme di violenza”.

Tre le proposte avanzate da Gioveni agli assessori Patrizia Panarello (Pari opportunità) e Nino Mantineo (Servizi sociali):

– avviare progetti con tutte quelle parrocchie che hanno costituito al loro interno i centri di ascolto, reintroducendo la vecchia delega dei rapporti con le chiese che era stata pensata dalla precedente Amministrazione e che è appartenuta all'ex assessore Dario Caroniti;

– reintrodurre (come tra l'altro è stato già accennato in più occasioni), dopo anni di assenza, all'interno delle 6 Circoscrizioni cittadine il segretariato sociale attraverso il coinvolgimento degli assistenti sociali;

– istituire, sia nelle stesse Circoscrizioni che negli 8 centri di aggregazione giovanile dislocati nel territorio comunale, degli sportelli di mediazione familiare.

“Sarebbero tutte opportunità a costo zero – afferma il consigliere – che potrebbero consentire a molte donne, che si avvicinerebbero a queste nuove realtà sul territorio presenziate da personale specializzato nel settore e che finora sono rimaste in silenzio, di tirare fuori tutte quelle forme di violenza subite”.

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