Firmato il Patto per Messina, Renzi: "E' un accordo che cambia le regole del passato"

Firmato il Patto per Messina, Renzi: “E’ un accordo che cambia le regole del passato”

Francesca Stornante

Firmato il Patto per Messina, Renzi: “E’ un accordo che cambia le regole del passato”

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sabato 22 Ottobre 2016 - 15:31

E' durata circa tre quarti d'ora la visita all'Università di Messina del Premier Matteo Renzi per siglare il Patto per Messina. La firma è arrivata alle 18.54 dopo gli interventi del Rettore Pietro Navarra, del Sindaco Metropolitano Renato Accorinti e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Alle 18.54 è stato siglato il Patto per Messina. Il primo a mettere la firma è stato il sindaco Renato Accorinti, poi è toccato al premier Matteo Renzi. Lungo applauso e foto di gruppo con tutti i sindaci dei comuni di Messina città Metropolitana.

Nel dicembre 2015 Messina era rimasta fuori dall’elenco delle Città Metropolitane inserite nel Masterplan e destinatarie di una pioggia di risorse per infrastrutture e servizi. Nove mesi dopo, grazie al costante lavoro diplomatico della deputazione, con il Pd in testa, Renzi firma il Patto per Messina, accordo che porterà, nei primi due anni e se rispetteremo gli step previsti oltre 332 milioni di euro.

Oggi quindi è una data potremmo dire storica per Messina Metropolitana perché sarà il primo banco di prova di quello straordinario strumento di sviluppo che è appunto la Città Metropolitana.

Messina è l’ultima a tagliare il traguardo, perché siamo stati i più lenti, ma senza ombra di dubbio siamo riusciti a fare un percorso condiviso con tutti e 108 i comuni diventati protagonisti.

La firma avviene, per volontà del premier, all’Università, ospiti di un’istituzione che ha dimostrato di essere volano di sviluppo. Presenti tutti i rappresentanti politici ed istituzionali, i vertici dei partiti, il Consiglio comunale. Un Ateneo blindato per l’arrivo del premier, per evitare contestazioni legate più alle questioni Ponte e Referendum che al Masterplan.

Il Presidente del Consiglio ha fatto il suo ingresso nell’Aula Magna dell’Università alle 18.16 accompagnato dal Rettore Pietro Navarra e dal sindaco Renato Accorinti. Dopo il saluto alle Autorità presenti e un applauso, Renzi ha preso posto in prima fila.

Il primo a prendere la parola è stato il Rettore Pietro Navarra: “Rivolgo a tutti il più cordiale benvenuto. Sono molto grato al Presidente del Consglio per aver scelto l’università di Messina come tappa per la firma del Patto per Messina. L’Università è per sua natura il luogo in cui viene progettato il domani perché è qui che si formano le nuove generazioni. Ho sempre pensato che le Università non possano vivere in un mondo a parte rispetto al contesto, una delle mission più importante è collegare i giovani con la realtà di cui devono essere destinatari e protagonisti. Con questo spirito continua la fruttuosa collaborazione con le Istituzioni. Patto per la Falce, Recupero della Biblioteca regionale, stipula dei protocolli con il servizio sanitario regionale, progetti per il rischio idrogeologico, sono tutti esempi che testimoniano le sinergie virtuose che l’Università ha messo in atto, grazie anche al contributo delle Istituzioni coinvolte. Consentitemi una breve riflessione: ho sempre creduto che qualunque intervento, sia esso per le infrastrutture o per l’innovazione tecnologica, non possa prescindere dall’investimento sulle persone. Spero che le iniziative intraprese dal governo per il rilancio del mezzogiorno possano tradursi presto in azioni concrete e vera chance per il futuro”.

Poi è stato il turno del sindaco Renato Accorinti: “Aspettavamo da tanto un girono come questo perché la nostra città ha sofferto troppo. I problemi economici sono tanti, questa è una bocccata d’ossigeno pura, si possono iniziare a fare cose fondamentali. Abbiamo iniziato un percorso bello e democratico, abbiamo diviso il territorio in quattro parti, con i sindaci abbiamo condiviso la strategia, non ci sono state interferenze di alcun tipo. Ognuno ha potuto programmare la propria rinascita. Il sud è stato abbandonato per 150 anni, cominciamo da questi 232 milioni. L’Italia va da Bolzano a Lampedusa ma se non diamo le infrastrutture al sud mandiamo in gangrena un territorio intero. E’ impossibile fare turismo, non abbiamo ferrovie. Il sud può salvare l’Italia, abbiamo voglia di lavorare, forza morale, ma abbiamo bisogno di aiuto. Vogliamo creare economia e volare. L’attenzione dev’essere forte. Dobbiamo essere onesti, aver rispetto delle Istituzioni e sacralizzarle con i nostri comportamenti e il nostro operato. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Lascerò un promemoria per ricordare la battaglia per la continuità territoriale. Stiamo continuando la battaglia per spalmare i debiti del Piano di Riequilibrio in trent’anni senza toccare i diritti essenziali dei più deboli”.

Lungo e intenso l’intervento del premier Matteo Renzi: “Un saluto al Rettore, al sindaco, al presidente della Regione, al Prefetto, ai colleghi sindaci, anche se non lo sono più. Penso ai sindaci delle piccole comunità, luoghi di straordinaria bellezza o di particolari difficoltà, ancor più impegnati e che più di tutti gli altri affrontano le difficoltà dei propri territori. Quando fui eletto sindaco ricordo un cittadino che mi disse: “Ricordati che la sera sei l’ultimo che deve spegnere la luce”. Per fortuna non è così ma è l’immagine del buon padre di famiglia, quando parliamo di bene pubblico parliamo essenzialmente di tutto ciò. Siamo alla firma di un importante accordo, è un lavoro che porta nelle casse di questo territorio circa 778 milioni di euro, in parte per il fondo di sviluppo e coesione, in parte relative ad altre fonti di finanziamento. La diversità rispetto al passato è che così il governo controlla i sindaci, i sindaci controllano il governo e i cittadini controllano se tutto funziona. Se c’è una cosa di cui dobbiamo vergognarci è che nel passato l’Italia ha buttato via milioni di fondi. Non solo per corruzione ma anche per aver sprecato e rendicontato male i fondi dell’Unione Europea. Se sui fondi europei non stiamo attenti e non gestiamo bene le partite, arrivando al paradosso di doverli restituire, dobbiamo renderci conto che oltre al danno c’è la beffa. La chiarezza dei ruoli è elemento imprescindibile, non è un programma politico. Quando si tratta di spendere i soldi di tutti ci mettiamo d’accordo e il cittadino controlla. Questo è un passaggio chiave del metodo di lavoro che abbiamo scelto. Crocetta ha condiviso questo metodo anche sul piano regionale. E’ finita la stagione in cui non si sapeva bene quali fossero le procedure europee, c’è un Patto firmato dal governo con la città. Per il futuro resta da difendere la dignità del nostro Paese ed è quello che faccio quando alzo la voce di fronte al consiglio europeo quando quei paesi a cui paghiamo i bilanci ci rispondono che sull’accoglienza dei migranti dobbiamo fare da soli. Ho già firmato il decreto legge per sostenere economicamente i sindaci che hanno accolto. Ma non basta, c’è bisogno di cambiare le regole. La discussione che partirà nel 2017 vedrà l’Italia essere chiara: o ci sono uguali doveri per tutti o non si pensi di arrivare allo stesso meccanismo economico che abbiamo visto in questi anni. L’Italia non accetterà di vedere finanziamenti per quei paesi che poi hanno alzato i muri. L’Europa si fa con il dialogo non con i muri.

Ho fatto questa lunga introduzione perché se la Sicilia si sta caricando in modo straordinario una emergenza inedita è vero che Italia ed Europa non possono far finta di niente. No all’ipocrisia, all’atteggiamento da sepolcri imbiancati. Il 2017 sarà importante per la provincia di Messina anche per il G7, abbiamo scelto di spostarlo qui quando qualche malevolo personaggio europeo ha detto che la Sicilia è terra di mafia. La Sicilia è un crogiuolo straordinario di culture, è il simbolo dei nostri tempi. Sarebbe bello che l’Università potesse aiutarci anche nella costruzione di incontri ed eventi perché pensiamo sia cruciale l’aspetto educativo e accademico, dalla crisi non usciamo mettendo insieme tre algoritmi ma facendo una grande scommessa culturale.

Andiamo a firmare un Patto che punta a intervenire su importanti infrastrutture: svincolo Giostra, Porto Tremestieri, autostrade e strade provinciali, acquedotto Fiumefreddo, mitigazione del rischio sismico e idrogeologico, Palazzo di giustizia, porto turistico a Santo Stefano di Camastra, insomma c’è un lavoro molto serio che cambia il rapporto con il Governo.

Signor Sindaco e signori Sindaci è con grande gioia che firmiamo questo importante patto. Un anno fa Claudio De Vincenti iniziava un lavoro su cui in molti storcevano il naso. Abbiamo chiuso i Patti con tutte le città del Mezzogiorno, ci ha chiesto di farlo anche il sindaco di Milano. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le Istituzioni. Viaviamo in una stagione difficile ma meravigliosa per il nostro Paese. Abbiamo tutto per essere un luminoso punto di riferimento e chi non si rende conto che in un tempo così globalizzato c’è uno spazio in più per l’Italia sta negando la realtà. C’è una cosa più grande di tutti che si chiama Italia. Il bene comune è di tutti, dobbiamo farcene carico tutti, mettere cuore e impegno per essere all’altezza dei sogni dell’Italia. Viva Messina, viva la Sicilia, viva l’Italia”.

Francesca Stornante – Rosaria Brancato

2 commenti

  1. che schifo…

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  2. che schifo…

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