Il Comune di Messina è ancora a rischio crack

Il Comune di Messina è ancora a rischio crack

Danila La Torre

Il Comune di Messina è ancora a rischio crack

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giovedì 10 Gennaio 2013 - 20:24

A Pazzo Zanca non sono sicuri di poter rispettare i parametri imposti dalla Corte dei conti per accedere al fondo di Rotazione istituito dal Governo. E questa non è l’unica brutta notizia

Lo spettro del dissesto torna ad avanzare sul Comune. La notizia trapela dagli uffici finanziari di Palazzo Zanca, dove si respira nuovamente un’ aria pesantissima. Mercoledì , il ragioniere generale Ferdinando Coglitore ed il dirigente responsabile Giovanni Di Leo sono volati a Roma per un incontro con un alto dirigente del Ministero, al fine chiedere delucidazioni in merito al piano di riequilibrio pluriennale che il Comune dovrà inviare alla Corte dei conti di Palermo e al dicastero entro 60 giorni dall’approvazione da parte del Consiglio comunale della delibera di adesione al Fondo di Rotazione istituito dal Governo nazionale, avvenuta lo scorso 13 dicembre.

Le indicazioni ricevute a Roma , però, sono tornate a far suonare l’allarme defalut in quel di Palazzo Zanca, perché le linee guida per redigere il piano saranno dettate dalla Corte dei conti e avranno parametri rigidissimi, che il Comune – stante la drammatica situazione attuale – non è in grado di rispettare. E se l’ente non potrà adeguarsi alle prescrizioni dell’organo di controllo, potrà dire addio all’erogazione delle somme da parte dello Stato e sprofondare nel baratro del dissesto finanziario .

La trasferta romana di Coglitore e Di Leo ha portato una novità, anch’essa purtroppo negativa , anche sull’entità delle risorse destinate a Messina in caso di accettazione della richiesta di approvazione del piano pluriennale: in riva allo stretto non arriverebbero più 73 milioni di euro ma circa 50 milioni , a causa di una decurtazione del 30%. Il problema però adesso è ben altro, e cioè capire se il Comune di Messina potrà beneficiare del fondo o ne resterà tagliato fuori perché impossibilitato a mantenersi dentro i rigidi schemi imposti dalla Corte dei Conti.

A Palazzo Zanca serpeggia grande scetticismo e il volto scuro e teso di Coglitore, che per tutta la mattinata è entrato ed uscito dalla stanza del commissario straordinario Luigi Croce, ha detto più di quanto non abbia voluto fare con le parole. Ai giornalisti, infatti, il ragioniere generale non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, limitandosi esclusivamente a pronunciare la seguente farse : «Stiamo lavorando».

Nonostante la bocca cucitissima di Coglitore, le voci sono circolate insistentemente per tutta la mattinata e sono tutt’altro che voci di corridoio. Aderendo al fondo di rotazione, il Comune dovrebbe indebitarsi per i prossimi dieci anni, dando le giuste garanzie. Ma che garanzie può dare un Comune in costante crisi di liquidità; che negli anni non è stato in grado di risolvere la drammatica situazione delle partecipate, soprattutto Atm e Messinambiente, formalmente messe in liquidazione ma ancora alle totali dipendenze del Comune; che ha visto lievitare a dismisura la massa debitoria senza essere in grado di porvi rimedio; che non è in grado di riscuotere i propri crediti. Tutti rilievi peraltro mossi dalla Corte dei Conti di Palermo nei confronti del nostro ente .

Conti alla mano, i 50 milioni di euro prestati e non donati dal Governo costerebbero al Comune 5 milioni di euro l’anno, a cui vanno aggiunti i 2,3 milioni di euro per ripianare i debiti dell’Ato e gli 8 milioni di euro annui che il Comune dovrà pagare nel caso in cui arrivasse dalla Regione il prestito di 40 milioni di euro. Il totale fa 15,3 milioni di euro all’anno, da trovare nei rivoli del bilancio comunale. Anche solo pensarci sembra impossibile.

Il rischio dissesto, dunque, è tutt’altro che scongiurato. A preoccupare dirigenti e il commissario c’è un’altra tegola abbattutasi nei giorni scorsi al Comune: il Governo ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza di sospensiva da parte del Tar della sanzione di 7,2 milioni di euro, riaccreditati sul conto del Comune. ll Governo li rivuole indietro e ha avviato una battaglia legale. «Anche questo è un gran problema» ha detto a denti stretti Coglitore e non è così difficile capire perché, visto che quella somma è stata inserita e prevista nel bilancio di previsione 2012.

Insomma, a Palazzo Zanca le brutte notizie non arrivano mai da sole. (Danila La Torre)

23 commenti

  1. come un film giallo….dell’horror….
    e quindi Crocetta….ci prende per il c……
    insieme alla banda del buco nero..alias le istituzioni cittadine..

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  2. Un’azienda privata che per ripianare i debiti contrae altri debiti non è che poi faccia molta strada…

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  3. CastorinaCarmelo 11 Gennaio 2013 01:14

    “Tutti i nodi vengono al pettine” recita un vecchio adagio popolare,amministrazioni della cosa pubblica svolte in maniera allegra e molto clientelare si sono succedute fino ad oggi con la complicità del sistema partitico anch’esso colluso da destra a sinistra: ora pagheremo il conto tutti ma dovranno pagare salato con la galera chi è stato attore principale ed anche la corte di di “yes-man”che ha supportato il malaffare facendo il loro comodo a scapito della povera gente.
    Sono certo che la MAGISTRATURA vigila attentamente la questione dissesto al Comune di Messina e se emergeranno ipotesi di reato vedrete che giustizia sarà fatta.
    C’è lo auguriamo tutti i cittadini onesti.

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  4. alla fine il colpevole e’ sempre il..maggiordomo, non ne vedo altri sinceramente 🙂

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  5. vuoi vedere che alla fine si sistema ?? e che centra Crocetta con lo Stato e i vari ex sindaci…… cmq stanno cercando di salvare un comune sciolto per mafia come Reggio NON è da esultare se Messina va in crisi ANZI è il solito caso del marito tradito che si evira !!

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  6. ART.21.COSTITUZIONE. Commenterò nel merito l’articolo di Danila La Torre, ma adesso voglio manifestare la mia preoccupazione per i responsabili dell’area economica finanziaria di palazzo Zanca, che corrono a Roma, per consultare un oscuro burocrate su un provvedimento normativo, incapaci di interpretare. Soldi spesi inutilmente. Ci sono due simpatici personaggi, molto amati dai bambini, nelle Avventure di Pinocchio, che stanno sempre insieme, sono il Gatto e la Volpe, chi vi ricordano?

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  7. Ma perché tu quando presti soldi che non sono tuoi ( della Regione ) li presti gratis? Crocetta non è Babbo Natale i meridionali pensano ancora che tutto è’ dovuto …lo. Stato sei tu lo capisci? Sono i tuoi soldi che sono stati spesi male…vigila e vota chi non depreda invece di lamentarti di chi presta i soldi…

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  8. speriamo nel crack

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  9. PURE LA TRASFERTA ROMANA A QUESTI DUE COSTOSI DIRIGENTI DEL COMUNE DI MESSINA COME MAI NNON SI PUO SAPERE QUANTO E’ COSTATA QUESTA TRASFERTA??? E’ SEGRETO DI STATO????

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  10. Si cerca da tempo di coprire politicamente una situazione economicamente insostenibile! Si deve verificare quali e quante sono le entrate reali annuali e su queste regolare la spesa, inserendo una lenta riduzione dei debiti pregressi, ma senza continuare a produrre ulteriori perdite. A tal fine è necessario fare ed approvare i bilanci delle partecipate e poi prendere conseguentemente le decisioni più opportune. Nessuno dimentichi, tra l’altro, che se è vero che vi sono oltre 250/milioni di debiti questi producono annualmente perdite ulteriori per almeno 15/milioni tra interessi, rivalutazione e spese. Morale se prima non si fa chiarezza non è possibile fare alcun piano di rientro dai debiti!!! Mi dispiace tanto per i problemi di chi aspetta il salario ma di questo passo non si risolve nulla. Infine un messaggio ai nostri politici: “errare è umano ma perseverare è diabolico” fate cose serie finchè è possibile!.
    Luigi

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  11. eppure vorrei esserci anche io A ROMA per sapere cosa le dicano sulla situazione finanziaria del comune e quelli quando vedranno che sui conti che viene rimborsato x oneri riflessi agli SPALA NEVE DI MESSINA si faranno una risata da non finire ve lo dico orario di commissioni e consiglio comunale dopo le ore 20 ed ci sara un risparmio di quasi un MILIONE DI EURO ANNUO

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  12. perchè già si erano adagiati sugli allori di quale successo?di un ulteriore debito? inoltre, perchè non si informavano prima?? purtroppo e direi anche finalmente, qualche dipendente di troppo dovrà andare a casa, il problema vero è che non saranno pochi…vero cari politici???

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  13. CastorinaCarmelo 11 Gennaio 2013 12:35

    Questo degli spala neve mi è nuova,non sapevo che Messina facesse concorrenza a “Cortina” nel movimentare ingenti quantità di neve forse non c’è ne siamo accorti, pensavamo fossero montagne di rifiuti invece era neve.
    In galera li devono mandare e magari in un penitenziario molto a Nord a spalare neve vera…..

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  14. Angelo Silipigni 11 Gennaio 2013 13:38

    Mimmo e Stellario ci vorrebbero: ANNAMUUUUU a Roma!!!

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  15. CONFERMO

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  16. devi avere pazienza. Ciò che ho definiyo “crimine contavile” è in fase di sudio da parte del tream competente.

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  17. ART.21 COSTITUZIONE. Perchè chiedere consulenza a sconosciuti burocrati romani su cosa prevedono le nuove norme? PER SOMMI CAPI.Il piano di riequilibrio finanziario PLURIENNALE deve contenere la puntuale ricognizione,con relativa quantificazione del disavanzo risultante dall’ultimo rendiconto approvato e dei debiti fuori bilancio,il cui finanziamento è entro il periodo massimo di 5 anni.Inoltre l’indicazione, per ciascuno degli anni del piano di riequilibrio,della percentuale di ripiano del disavanzo di amministrazione da assicurare e degli importi da prevedere nei bilanci annuali e pluriennali per il finanziamento dei debiti fuori bilancio.Ai fini della predisposizione del piano,il Comune è tenuto ad effettuare una ricognizione di tutti i debiti fuori bilancio riconoscibili ai sensi dell’articolo 194 del testo unico.Per il finanziamento dei debiti fuori bilancio l’ente può provvedere anche mediante un piano di rateizzazione,della durata massima pari agli anni del piano di riequilibrio,convenuto con i creditori.Per tutto il periodo di durata del piano,il Comune può deliberare le aliquote o tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita,anche in deroga ad eventuali limitazioni disposte dalla legislazione vigente,è soggetto ai controlli centrali in materia di copertura di costo di alcuni servizi,cui all’articolo 243, comma 2,ed è tenuto ad assicurare la copertura dei costi della gestione dei servizi a domanda individuale.Palazzo Zanca è tenuto ad assicurare, con i proventi della relativa tariffa,la copertura integrale dei costi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e del servizio acquedotto.Saremo soggetti al controllo sulle dotazioni organiche e sulle assunzioni di personale e tenuti ad effettuare una revisione straordinaria di tutti i residui attivi e passivi conservati in bilancio,stralciando i residui attivi inesigibili o di dubbia esigibilitaà da inserire nel conto del patrimonio fino al compimento dei termini di prescrizione,nonchè accertare le posizioni debitorie aperte con il sistema creditizio e dei procedimenti di realizzazione delle opere pubbliche ad esse sottostanti e verificare la consistenza e l’integrale ripristino dei fondi delle entrate con vincolo di destinazione.Inoltre è tenuto ad effettuare una rigorosa revisione della spesa con indicazione di precisi obiettivi di riduzione della stessa,nonchè una verifica e relativa valutazione dei costi di tutti i servizi erogati dall’ente e della situazione di tutti gli organismi e delle società partecipate e dei relativi costi e oneri comunque a carico del bilancio.Può procedere all’assunzione di mutui per la copertura di debiti fuori bilancio riferiti a spese di investimento in deroga ai limiti,nonchè accedere al Fondo di rotazione a condizione che si sia avvalso della facolta’ di deliberare le aliquote o tariffe nella misura massima e
    che provveda alla alienazione dei beni patrimoniali disponibili non indispensabili per i fini istituzionali e
    alla rideterminazione della dotazione organica a fermo restando che la stessa non può essere variata in
    aumento per la durata del piano di riequilibrio.
    In caso di accesso al Fondo di rotazione,deve adottare entro il termine dell’esercizio finanziario le seguenti misure di riequilibrio della parte corrente del bilancio:
    a) a decorrere dall’esercizio finanziario successivo, riduzione delle spese di personale, da realizzare in particolare attraverso l’eliminazione dai fondi per il finanziamento della retribuzione accessoria del personale dirigente e di quello del comparto, delle risorse di cui agli articoli 15, comma 5, e 26, comma 3, dei Contratti collettivi nazionali di lavoro del 1° aprile 1999(comparto) e del 23 dicembre 1999 (dirigenza), per la quota non connessa
    all’effettivo incremento delle dotazioni organiche;
    b) entro il termine di un triennio, riduzione almeno del dieci per cento delle spese per prestazioni di servizi, di cui all’intervento 03 della spesa corrente;
    c) entro il termine di un triennio, riduzione almeno del
    venticinque per cento delle spese per trasferimenti,di
    cui all’intervento 05 della spesa corrente, finanziate attraverso risorse proprie;
    d) blocco dell’indebitamento, fatto salvo quanto previsto dal primo periodo del comma 8, lettera g), per i soli mutui connessi alla copertura di debiti fuori bilancio pregressi.
    C’ERA BISOGNO DI ANDARE A ROMA?

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  18. Mariella De Francesco 11 Gennaio 2013 18:18

    io non sto capendo più niente….
    un giorno ce la facciamo, siamo salvi ( ci hanno salvato), il giorno dopo siamo sempre rovinati.
    Io non credo più in nessuno, indirei volentieri 40 giorni di digiuno e astinenza e li offrirei alla Madonna dlla Lettera, solo Lei ci può salvare!!!!

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  19. magari accendendo qualche lumino, candela, cero…

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  20. Caro Luinenn, Abbiamo dato vita al “crimine contabile” che viene realizzato quando i numeri vengono “camuffati e distolti” per fare apparire, a seconda le circostanze, positive delle situazioni finanziarie che invece sono, nella realtà negative sotto il profilo contabile ed illegittime sotto il profilo legislativo.-

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  21. ART.21 COSTITUZIONE. Parole argute quelle di Saja, cui aggiungo il mio carico da undici,ipotizzando di giocare a briscola: i bilanci di previsione e i piani esecutivi di gestione,i famosi PEG, dal 2008 al 2011, vedremo tra poco il 2012, sono un INNO al ” crimine contabile “, un MANIFESTO di come non si devono PREVEDERE le entrate e le spese. Puntiamo il nostro faro sull’acquisizione delle entrate,avviene
    secondo un procedimento che prevede l’accertamento, la riscossione, il versamento. Di queste l’ACCERTAMENTO è la fase più importante,quella in cui sorge per palazzo Zanca il diritto al credito,diritto che deve essere dimostrato da apposita documentazione dimostrativa o dall’esistenza di un idoneo titolo giuridico. Nella fase dell’accertamento deve essere individuato il debitore,l’ammontare del credito,la scadenza. L’accertamento delle entrate deve essere rilevato mediante un’apposita registrazione contabile. Tutte le entrate che sono state stanziate nel bilancio di previsione e che non sono state accertate nel corso dell’anno costituiscono “diseconomie” di accertamento (minori
    accertamenti rispetto agli stanziamenti),e concorrono a determinare i risultati finali delle gestione.
    L’accertamento si effettua mediante l’emissione di ruoli per le imposte e i tributi, o prenotazione sulla documentazione attestante i trasferimenti dello Stato, Regione o altri enti pubblici o mediante le liste di carico per le entrate patrimoniali, quelle derivanti dai servizi produttivi, quelle derivanti da servizi per i quali è prevista una tariffa a carico dell’utenza,o mediante contratti o atti amministrativi specifici per le entrate derivanti da alienazioni e da concessioni, o la concessione e la stipula del contratto del mutuo da parte della Cassa Depositi e Prestiti o di altri Istituto di Credito per le entrate derivanti da mutui. Non c’è Comune, che nei pluriennali 2012/13/14 non preveda un calo delle entrate del Titolo 2, quelle derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato,Regione e.., se questa previsione non accadesse a Messina, sarei veramente sbalordito, caro Luigi Croce.

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  22. Continuiamo ad arrovellarci disseto si, dissesto no, ma le cause di tale disastro non vengono a tutt’oggi affrontate e risolte…!
    Più il tempo passa più l’incapacità politica di una classe dirigente inesistente o meglio incapace di affrontare e risolvere i problemi, aggrava la situazione infatti ogni giorno che passa i debiti del Comune aumentano e fino ad oggi le misure adottate sono palesemente insufficienti per modificare la situazione.
    Nessuna manovra potrà essere effettuata se prima di tutto non si farà il quadro (consuntivo 2012)reale, complessivo, consolidato, di tutte le esposizioni ed impegni che gravano sul Comune. Solo allora si potrà iniziare a parlare di piano pluriennale di rientro, ecco perchè le attuali procedure attivate per tentare di evitare il dissesto non stanno in piedi, perchè il quadro complessivo da cui partire non è stato approntato! Ma evidentemente non si vuole fare chiarezza e quindi nella confusione generale si spera di sorvolare su debiti come ad esempio anche quelli dell’Ente Fiera che in parte devono essere ricompresi dal Comune che ne è proprietario sia pure in parte, ma la lista è più lunga di quel che si lascia credere e l’illegittimità o forse illegalità, regna sovrana! Poveri noi che verremo ulterirmente chiamati a coprire, con i nostri risparmi o con qualche prestito, tutti questi buchi…

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  23. Il dissesto era già stato annunciato e non c’era bisogno di andare a Roma per capire che il comune di Messina non ha le capacità per rientrare dal debito. Saja ha usato una volta il termine “finanza creativa”. Io aggiungo al creativo, il termine “disneyano”.

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