Lavoro, economia e solidarietà. L'Ufficio Diocesano a fianco delle famiglie

Lavoro, economia e solidarietà. L’Ufficio Diocesano a fianco delle famiglie

Lavoro, economia e solidarietà. L’Ufficio Diocesano a fianco delle famiglie

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martedì 27 Gennaio 2015 - 08:06

L'Ufficio per i problemi sociali e il lavoro punta a rigenerare la società messinese. Dall'Aicon all'Edipower all'Esi. E ancora le zone industriali di Giammoro e Messina. L'appello alle istituzioni

Dinanzi ai problemi sociali e lavorativi in continuo aumento, la Chiesa vuole dare voce a chi non ha voce. L’arcivescovo Calogero La Piana, in questo Anno Pastorale, invita a “un profondo radicamento nel vissuto umano, una presenza solidale e discreta nella vita concreta dell’uomo”. Ecco perché l’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro vuole esprimere la vicinanza a tutti i lavoratori che vedono spesso calpestata la dignità della persona umana. “Tra i tanti – si legge in una nota dell’Ufficio Diocesano – pensiamo ai dipendenti dell’Aicon, che dal 31 gennaio non avranno più un sussidio di mobilità e resteranno soli e disperati; ma ci sono anche i lavoratori dell’Edipower che non conoscono il futuro della loro azienda; così come quelli dell’Esi che si trovano improvvisamente in cassa integrazione; infine non possiamo dimenticare i numerosi lavoratori che attendono da mesi stipendi arretrati”.

Senza entrare nelle questioni tecniche, la Chiesa si sente coinvolta in quanto responsabile socio-istituzionale, preoccupata ma fiduciosa. “Ci sta a cuore ogni singola persona con la sua dignità, consapevoli che la mancanza di lavoro spesso porta al fallimento del progetto familiare. Quello che chiediamo è che le Istituzioni facciano il possibile per loro, che si mettano in ascolto di ogni persona, nel rispetto della condizione di ognuno e che favoriscano politiche attive di lavoro e di sviluppo con incentivi per poter ancora oggi scommettere sul lavoro specie dei giovani. È incredibile l’abbandono della zona industriale Irsap (ex Asi) di Giammoro e delle altre attività industriali di Messina. Quali le politiche di sviluppo?”

Ci ricorda Papa Francesco: “La situazione di crisi sociale ed economica nella quale ci troviamo può spaventarci, disorientarci o farci pensare che la situazione è così pesante da concludere che noi non possiamo farci niente (….). Il rischio è che l'indifferenza ci renda ciechi, sordi e muti” (Videomessaggio del S. Padre per il IV Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, Verona, 20.11.2014).

Da venti anni la Chiesa italiana, attraverso il Progetto Policoro, è a disposizione gratuitamente anche nella nostra Arcidiocesi (Centro servizi diocesano: martedì ore 10-12, via I Settembre 117) per accompagnare i giovani nella riscoperta del lavoro e nella creazione d’impresa.

“Purtroppo manca la disponibilità di accesso al credito o la possibilità di creare un fondo per le imprese e per chi non ha credito. Urge un’alleanza per salvare la nostra città e il nostro territorio. Spesso si assiste a sterili battaglie di basso profilo, a troppe polemiche. Abbiamo bisogno di professionisti competenti che ogni giorno si impegnano per il bene comune”.

Gli Uffici Diocesani lanciano un appello perché si costituisca una “Alleanza lavoro – economia – solidarietà” per sostenere la collaborazione tra le forze vive della società così come auspicato da più parti. “Messina deve avere quel profilo che le compete a livello regionale e nazionale. In questo senso anche il tema dei collegamenti e della continuità territoriale diventa importante. Messina non può essere divisa dall’Italia, non può essere più emarginata a causa di infrastrutture carenti (treni, aerei, strade…). Sono tante le questioni che necessitano di una presa in carico e tra queste crediamo sia rilevante quella che riguarda il precariato e la formazione professionale, decisiva per l’occupazione qualificata dei giovani. La Chiesa di Messina con questa iniziativa non vuole sostituirsi a nessun tavolo istituzionale ma offrire occasione di dialogo per le varie realtà che non hanno trovato attenzione adeguata. Siamo certi che – come sottolinea Papa Francesco – “il vero problema non sono i soldi, ma le persone: non possiamo chiedere ai soldi quello che solo le persone possono fare o creare. I soldi da soli non creano sviluppo, per creare sviluppo occorrono persone che hanno il coraggio di prendere l'iniziativa””.

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