73^ Fiera Campionaria, si chiude il sipario e si stende un pietoso velo

73^ Fiera Campionaria, si chiude il sipario e si stende un pietoso velo

73^ Fiera Campionaria, si chiude il sipario e si stende un pietoso velo

Tag:

lunedì 20 Agosto 2012 - 14:23

Nessun bilancio di fine edizione, solo l’amara consapevolezza di chi ha visto e vissuto un altro volto dalla Fiera. Di cui oggi rimane solo lo spettro

Come dimenticare l’emozione di attraversare il serpentone che sovrasta gli imbarcaderi della Caronte&Tourist e ritrovarsi nel paradiso dei “giochi” collocati nell’area dell’ex-Gasometro, il momento più atteso dai bambini. Che spettacolo osservare l’incantevole panorama dello Stretto dai primi piani dei padiglioni e poi soffermarsi ad acquistare pezzi artigianato unici nel loro genere. E come non ripensare alla frenesia nell’acquisto di zaini, cartelle e diari per l’inizio del nuovo anno scolastico. Ricordi lontani, eppure non sbiaditi nella mente dei tanti messinesi che dopo aver vissuto i tempi d‘oro della Fiera, hanno osservato con rammarico gli spazi semi abbandonati oltre la cancellata. Lì dove è calato il sipario, o forse il velo pietoso, della 73^ Campionaria. Un’edizione che oltre a rappresentare il fallimento, più o meno voluto, della politica, è l’emblema di una città sull’orlo del burrone.

Il neo-presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, rimasto piacevolmente impressionato il giorno dell’inaugurazione, lo scorso 6 agosto, durante la rievocazione dello sbarco di Don Govanni D’Austira, aveva creduto, o meglio sperato, che qualcosa di simile potesse accadere anche nei giorni successivi, tra quei viali un tempo culla del prestigio economico e sociale della città. Gli auspici, purtroppo, sono stati miseramente sconfitti dai fatti, evidenti ed inequivocabili. La decisione, adottata di concerto dal commissario Fabio D’Amore, dal Comune, dalla Provincia, dall’Autorità Portuale e dalla Camera di Commercio, di consentire ai messinesi l’ingresso gratuito, non ha sortito certo l’effetto immaginato. L’assenza di ticket non ha rappresentato un incentivo. Decisamente contenuto il numero di coloro che, nonostante tutto, forse più per questioni legate alla tradizione agostana, hanno voluto visitare la Campionaria. Una scelta di cui molti si sono persino pentiti: non tanto, o meglio non solo, per il basso livello degli stand espositivi, ma anche, anzi soprattutto, per la sensazione di dispiacere e di malinconia provata rispetto a ciò che era un tempo.

La rabbia, perché è anche questa la sensazione che attraversa la mente di quanti hanno veramente a cuore le sorti di Messina, va ben oltre i “contenuti” commerciali, che in questo momento preferiamo mettere in secondo piano. Il fastidio, quasi epidermico, è dipeso anche dal senso di dismissione, di abbandono, di indifferenza, da parte di chi, invece, avrebbe dovuto rendere quelle aree veramente “Internazionali”. Con una ricetta certo diversa dal passato. «Sono loro, i politici, che hanno rovinato tutto», hanno commentato molti messinesi dopo avere testato con mano il livello, o meglio il dislivello, di questa 73^ Campionaria. Un’edizione in cui, lo ribadiamo, non si è fatto nulla per rendere veramente appetibile il boccone. Se lo “sforzo” di regalare ai cittadini la fiera d’agosto, lo si è deciso di fare, sarebbe stato auspicabile che le istituzioni, mano per mano, e non facendosi lo sgambetto, avessero fatto un altro piccolissimo passo per rendere decente questo “dono”. La sensazione, invece, è opposta: nessuno lo afferma a chiare lettere, ma sembra quasi che sia Messina, anzi che siano i messinesi, a dover ringraziare i magnanimi benefattori della politica. Dimenticando però quest’ultimi, di aver privato la città, anno dopo anno, di uno dei tasselli più prestigiosi della sua storia, a causa di atteggiamenti ottusi e irresponsabili. Dall’altare alla polvere. (E.DEP)

6 commenti

  1. La fiera come era una volta non ha più senso. Nell’era di internet, gli oggetti e le merci volano da una parte all’altra del mondo in maniera cosi semplice che non ha più senso una manifestazione in cui trovi l’oggetto particolare (come la fiera di un tempo). Il ruolo delle fiere va rivisto e deve andare nella direzione della settorizzazione esattamente come fa Milano e Roma. Costruiamo quindi una struttura nuova (in una zona diversa dall’attuale), moderna, che sia da supporto nell’organizzazione di eventi settoriali ma di grande respiro (a livello nazionale o internazionale). La Fiera di un tempo non esiste più per incapacità di gestione dei vari commissari ma anche perchè quella formula ormai è superata.
    Diego Indaimo

    0
    0
  2. Fiera, ovvero Pietro Antoci. Non era più Fiera da almeno 30 anni. E quindi è stato un bene smettere perchè ormai era diventata la rassegna dei venditori ambulanti del mercatino di Giostra. Ricordo la Fiera di Messina Campionaria internazionale dagli anni Cinquanta ai Settanta, quando era caratterizzata da iniziative molto valide. Fiera campionaria. Appunto perchè nei 15 giorni in cui apriva ai visitatori gli operatori, provenienti da tutto il mondo, esponevano talvolta anche prototipi di ciò che sarebbe stato sul mercato in futuro. Certo, questa di Messina è stata sempre un po’ caratteristica. Vuoi per gli spettacoli e le serata di gran gala dell’Irrera a mare. Vuoi per gli ombrosi viali da passeggio. Vuoi ancora per la classica serata in fiera al luna park fra focaccia, arancine e birra… Ma Fiera significava soprattutto un’organizzazione di gente capace di ripartire daccapo a settembre in giro per il mondo per programmare quella dell’anno successivo. E, forse qualcuno non sarà d’accordo, ma la riuscita della principale manifestazione della Fiera si dovette esclusivamente al suo storico segretario generale, Pietro Antoci, che fu il motore della Campionaria d’agosto. Il resto sono solo chiacchiere e polemiche di una classe politica incapace e delegittimata.

    0
    0
  3. Ma questi “politici che hanno rovinato tutto” chi li ha votati, e li vota da anni?!?!? La risposta è brevissima, solo due parole, ma assolutamente descrittive, quelle dell’antico detto siciliano: “addratta e chianci…”

    0
    0
  4. Poveri illusi,messi lì sempre a contemplare un passato ormai lungimirante glorioso,con la prospettiva di chissà quale futuro.Bhe!Questa e’ la vostra Messina,sì la vostra e di coloro che così l’hanno mal ridotta.Continuate a sperare nei politici ( da voi votati ) che non fanno altro che croggiolarsi sui social network,spendendo elogi e facendo promesse d’entita’ idilliache.Bello fare i moralisti, gli amici degli amici, i luminari di una citta’,che hai mè,ormai ha ben poco da sperare e nulla da cercare!Ma scusate la politica messinese qual’è? Ti faccio tagliare gli alberi sotto casa, ti faccio togliere l’immondizia davanti casa, vi faro’ avere l’adsl nei paesi limitrofi?Ricordate che tutto questo e’ un vostro diritto e non una promessa per strappare il voto! SVEGLIATEVI!

    0
    0
  5. Speriamo sia l’ultimo anno. Come ha detto bene qualcuno, la fiera (intesa così com’è) è anacronistica. Va individuata un’altra area dove organizzare una fiera settoriale e questo sito va recuperato e restituito come è stato fatto per il lungomare di Reggio. Non mortifichiamo ancora di più la nostra città con la fiera dei panini con la sosizza

    0
    0
  6. Si cala in modo definitivo il sipario sul futuro politico di FABIO D’AMORE, ha dato un esempio fallimentare della sua capacità di governare la cosa pubblica. Ne sono veramente dispiaciuto, ha buttato nel mare dello Stretto il VOTO D’OPINIONE dei messinesi, che si era concentrato sulla sua candidatura a sindaco di Messina.
    Ci tengo a ribadire che è un falimento politico, l’uomo e il medico sono di grande valore etico e professionale.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007