Unica maglia nera al Comune di Alì, ma non tutto quel che luccica è oro…

Unica maglia nera al Comune di Alì, ma non tutto quel che luccica è oro…

Giusy Briguglio

Unica maglia nera al Comune di Alì, ma non tutto quel che luccica è oro…

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venerdì 03 Aprile 2015 - 12:00

Secondo la bussola della trasparenza, lo strumento messo a disposizione sul sito del Consiglio dei Ministri per valutare se gli Enti hanno adeguato i propri siti web alla normativa sulla trasparenza, Alì è ultimo nella provincia jonica, seguito da Pagliara, Furci, Scaletta e Giardini Naxos. Ma in realtà, anche i siti considerati adempienti non hanno pubblicato tutte le informazioni richieste

Il Decreto Legislativo n. 33 del 14 marzo 2013 ha definito la normativa sul riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Per quanto riguarda i Comuni, questi sono tenuti a riportare, in una sezione ad hoc battezzata “Amministrazione trasparente”, tutte le informazioni relative alla propria organizzazione e attività (bilanci, dirigenti, retribuzioni, bandi di concorso, ecc), in modo facilmente comprensibile e soprattutto in costante aggiornamento.

Sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è a disposizione di tutti la cosiddetta “Bussola della Trasparenza”, uno strumento attraverso il quale si può verificare quali siti rispettino le norme della trasparenza, semplicemente inserendo l’indirizzo del sito web che si vuole controllare o, direttamente, il nome del Comune. Comparirà una schermata con 66 indicatori, ognuno dei quali sarà affiancato da una faccina verde, gialla o rossa a seconda che i requisiti semantici e sintattici siano stati rispettati, che siano stati rispettati solo quelli semantici o che non sia stato rispettato alcun requisito.

La bussola della trasparenza, tra i Comuni della provincia jonica, affida la maglia nera al Comune di Alì perché non soddisfa alcun requisito. E visitando il sito web dell’Ente, ci si rende facilmente conto del perché. Pur contenendo la sezione “amministrazione trasparente”, questa risulta infatti quasi del tutto vuota. Delle ventidue voci indicate, solo un paio rimandano a delle informazioni. In particolare sono contenuti i curriculum vitae e situazione patrimoniale dei componenti del consiglio e della giunta e i nomi dei componenti dei capi area. Per il resto nulla: il vuoto sui bilanci o sul patrimonio immobiliare o sui bandi. Niente di niente.

A seguire nella classifica dei peggiori, ci sono Pagliara (15 requisiti su 66), Furci Siculo (19 su 66), Scaletta Zanclea (32 su 66) e Giardini Naxos (46 su 66). Tutti gli altri, da Itala a Taormina, sono stati promossi a pieni vuoti. Eppure, non è tutto oro quello che luccica. Infatti, nonostante il punteggio pieno, anche gli altri Enti non hanno realmente pubblicato tutte le informazioni richieste. Questo accade perché la bussola della trasparenza prende in considerazione solo la presenza dei link con la dicitura richiesta, ma non i contenuti e non può dunque considerarsi affidabile. Spesso e volentieri, dunque, le sezioni “trasparenti” sono solo un sequela di link che non rimandano ad alcuna informazione concreta e chi vuole andare, ad esempio, a controllare il patrimonio immobiliare di un Comune alla fine non troverà quello che sta cercando.

Prendendo ad esame proprio questo criterio, infatti, tra i venti Comuni analizzati ne risultano adempienti ben tredici: Itala, Alì Terme, Fiumedinisi, Nizza di Sicilia, Roccalumera, Mandanici, S. Teresa, Casalvecchio, Limina, S. Alessio, Forza d’Agrò, Castelmola, Taormina. In realtà quelli che hanno reso pubblico il loro patrimonio immobiliare sono alla fine solo quattro (Alì Terme, Roccalumera, S. Teresa di Riva e S. Alessio Siculo) e pure in maniera incompleta. Per assurdo, il Comune di Giardini Naxos non risulta adempiente per la bussola della trasparenza e invece è quello con la documentazione più completa che comprende non solo l’elenco immobili di proprietà dell’Ente, l’elenco immobili in uso non di proprietà, il piano delle alienazioni e anche i canoni di locazione che nessun altro ha pubblicato. E così via con gli altri criteri.

In conclusione, di maglie nere ne servono molte di più. Alì è in buona compagnia, ma ha pagato in più l’errore di non aver avuto neanche la decenza di impostare la sezione seguendo le diciture fornite. Sulla strada della trasparenza, nella provincia jonica, c’è ancora molto da fare.

Giusy Briguglio

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