Rita Bernardini a Messina: "Ripartire dalle carceri e dalla giustizia"

Rita Bernardini a Messina: “Ripartire dalle carceri e dalla giustizia”

Francesca Stornante

Rita Bernardini a Messina: “Ripartire dalle carceri e dalla giustizia”

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martedì 19 Febbraio 2013 - 16:00

La segretaria nazionale dei Radicali e capolista alla Camera alle prossime elezioni politiche oggi ha iniziato il suo tuor elettorale siciliano dal carcere di Gazzi. Ancora una volta è stato posto l'accento sulle condizioni estreme in cui vivono i detenuti.

Un tour elettorale che sta toccando tutta l’Italia, ma lontano dalle piazze e dai Palazzi. I Radicali hanno scelto le carceri, stanno sfruttando questo tour in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio per tornare a toccare con mano in che condizioni vivono i detenuti italiani nelle strutture penitenziarie. Oggi la segretaria nazione e capolista alla Camera con la lista Amninistia, Giustizia e Libertà, Rita Bernardini ha fatto tappa a Messina e ha parlato di programmi e idee proprio davanti l’ingresso del carcere di Gazzi, nell’orario in cui di solito i familiari dei detenuti vanno a trovare i loro cari. “Andiamo a visitare le carceri perché dovrebbero essere il primo segno tangibile di un Paese democratico, ma le condizioni un cui le troviamo, nonostante anni e anni di battaglia, ci danno la chiara consapevolezza che in Italia è mancata la volontà politica per risolvere questo problema che si trascina da decenni” ha detto la Bernardini. Insieme ai candidati messinesi alla Camera e al Senato Andrea Brancato, Giamarco Ciccarelli e Saro Visicaro, la capolista ha voluto porre ancora una volta l’accento su quanto in Italia ci sia ancora da fare per riuscire a uscire da una situazione che è di vera emergenza. Tra sovraffollamento delle carceri, carenza di personale, strutture inadeguate, mancanza dell’assistenza di cui molti hanno bisogno, le carceri italiane sono la dimostrazione di quanto i governi che si sono succeduti abbiano posto scarsa attenzione al più generale problema della giustizia italiana. Una giustizia lentissima, forse la più lenta d’Europa, tanto che l’Italia ha collezionato oltre duemila multe in trent’anni proprio per l’eccessiva durata dei procedimenti civili e penali. “La Commissione Europea per i Diritti dell’Uomo ha anche denunciato l’Italia per la lesione del diritto alla ragionevole durata del processo, per il trattamento violento, illegale e disumano riservato ai detenuti, testimonianza di come le misure adottate dal nostro Paese in questi anni non siano risultate idonee ad assicurare il ripristino di condizioni di funzionamento dell’apparato giudiziario e penitenziario ritenute normalmente accettabili a livello internazionale” ha spiegato la radicale durante la conferenza stampa tenuta all’aperto. La magistratura non riesce a chiudere i processi, migliaia cadono in prescrizione, la giustizia relativa ai reati minori sta addirittura scomparendo, schiacciata dalle esigenze di quella maggiore. La situazione di grave crisi e sfascio in cui versa il nostro apparato giudiziario incide pesantemente sulla sua appendice ultima, quella carceraria, il sovraffollamento provoca una situazione contraria ai principi costituzionali ed alle norme del regolamento penitenziario impedendo il trattamento rieducativo e minando l’equilibrio psico-fisico dei detenuti, con incremento, negli ultimi anni, dei suicidi e di gravi malattie.

I candidati di Amnistia Giustizia e Libertà hanno però indicato quale potrebbe essere la strada da seguire. Lo dice anche il loro nome. “Provvedimenti strutturali quali un’ampia amnistia e l’indulto sarebbero in grado di far uscire fuori dalla flagranza di reato il nostro Paese fornendo risposte rapide ed efficienti alle attese dei cittadini, assicurando nel contempo una ragionevole durata dei processi civili e penali. Senza questi nessuna riforma, per quanto ampia e coraggiosa, sarebbe in grado di riattivare immediatamente i meccanismi giudiziari ormai prossimi al collasso”.

Non si è parlato solo di carceri però. I candidati messinesi Visicaro e Brancato stanno portando avanti la battaglia per il secondo Palazzo di Giustizia. Vicenda che definiscono “una vergogna lunga 25 anni”, iniziata con un progetto di ampliamento di Palazzo Piacentini mai effettuato, andata avanti con l’ipotesi di acquisto di un nuovo immobile, poi la gara d’appalto, i ricorsi, infine la revoca del commissario Croce della delibera che aveva dato il via alla gara d’appalto. Uno “scherzetto” costato oltre 270mila euro ai cittadini, dicono Brancato e Visicaro, mentre il Carcere di Gazzi continua ad essere nel degrado più assoluto e i familiari devono addirittura dormire in auto fuori dai cancelli per mettersi in coda e non perdere la possibilità di incontrare i propri cari. (Francesca Stornante)

2 commenti

  1. Cari Bernardini,Brancato e Visicaro,
    lo stare in carcere non è frutto della prescrizione da parte del medico. Per almeno l’ottanta percento della popolazione carceraria è stata una scelta di vita. Il guadagno facile e senza fatica è stato l’input che ha condotto una persona in carcere. Gratuito patrocinio, costi del mantenimento in carcere sono a carico di chi onestamente vive si alza alle sei del mattino per contribuire con dignità al sostentamento della propria famiglia all’educazione ed all’istruzione dei propri figli. Alle vittime conosciute ed a quelle ignote dei vari reati (che spesso non vengono denunciati ) chi ci pensa, chi si assume questa battaglia civile. Personalmente ritengo che la pena deve essere tesa alla rieducazione non solo del condannato definitivamente ma anche di chi è in attesa di giudizio (il presunto reo ha la possibilità di fare vagliare la propia posizione da due gradi di giudizio TDL e Cassazione, sempre con il gratuito patrocinio a carico della comunità). Per rieducare occorre l’educazione al lavro
    (per evitare fraintendimenti non campi di concetramento), ovvero recupero dei terreni incolti (zappa e vanga fanno riflettere ne peccetur), prevenzioni incendi(tagliafuochi), recupero sentieri abbandonati con rifacimento delle opere di protezione degli stessi, pulizia letti torrenti, bonifica terreni oggetto di discariche varie, lavori di manutenzione degli immobili dello stato e degli enti locali.
    Tende da Campo come alloggio, naturalmente pene raddoppiate per chi commetterà ulteriori reati durante il periodo di espiazione della pena all’aria aperta.Per chiudere ma non per concudere definitivamente, auspichiamo che una parte dei radicali si intestasse la battaglia in favore delle vittime dei reati che soffrono in sienzio.Un paese può dirsi democratico dove chi non delinque è protetto e rispettato. La ragionevole durata del processo ed il gratuito patrocinio che secondo me è concausa della lunga durata, sarà oggetto di altro intervento, così come quello delle spese di giustizia e di mantenimento in carcere .
    Grazie per l’attenzione

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  2. Nino Principato 20 Febbraio 2013 12:40

    Ricordiamoci sempre che in quest’Italia che garantisce solo i criminali e i delinquenti esistono associazioni scandolose come “Nessuno tocchi Caino” e nessuna associazione col nome “Nessuno tocchi Abele”!

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