Amleto figlio di Amleto. Dubbio e ambiguità, ieri come oggi

Amleto figlio di Amleto. Dubbio e ambiguità, ieri come oggi

Tosi Siragusa

Amleto figlio di Amleto. Dubbio e ambiguità, ieri come oggi

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sabato 29 Luglio 2017 - 06:00

Scandali e sangue alla corte di Elsinore. Lo spettacolo ha aperto la rassegna "Anfiteatro Sicilia" al Teatro Greco di Tindari

Dalla celeberrima tragedia shakespeariana ecco l’ottima prova drammatica Amleto figlio di Amleto – sulla rivisitazione di La tragedie d’Hamlet di Peter Brook e Jean Claude Carriere – del regista Andrea Eloide Moretti, forte dei quadriennali scambi creativi con gli attori provenienti dall’esperienza de "Les bouffes du Nord" di Paris, con adattamento dell’opera di Claudia Tinaro e lo stesso Eloide Moretti, e musiche di Andrea Tassinari.

Il testo di Amleto è davvero cruciale per noi moderni, con il monologo conosciuto come “essere o non essere”, diversamente interpretato sui palcoscenici mondiali e nella cinematografia da attori dalla fisicità del calibro di Laurence Olivier nel 1948 e, prima ancora, financo nel film del 1900 da Sarah Bernhardt. Ancora, l’Amleto Russo (Gamlet) del 1963/64, sceneggiato e diretto da Grigori Kozintsev, con le musiche di Dimitri Shostakovich, la traduzione di Boris Pasternak e l’inrterpretazione di un mostro sacro della scena sovietica (in Italia doppiato da Enrico Maria Salerno) Innokentij Michajlovic Smoktunovskij. Quali sperimentazioni, si citano poi Un Amleto di meno, di Carmelo Bene, dal testo di Jules Laforgue e Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard, Nel mezzo di un gelido inverno di Kennett Branagh e Amleto si mette in affari di Aki Kaurismaki, e ancora, nel suo genere, Il re Leone, lanciato dalla Disney con ispirazione proprio dall’Amleto. Riferimenti a Amleto anche in opere liriche, poemi sinfonici, nel musical Hair, adattamenti in letteratura con Riccardo Bacchelli e L’Ambleto di Giovanni Testori, in lingua lombarda, in fumetti e video giochi. I superiori riferimenti per significare l’attualità della figura del principe danese. In psicanalisi, con Freud e Lacan, è stato evidenziato come soprattutto il tema del lutto pervada Amleto che, per la sua inazione, si distacca sempre più dalla realtà, ancorandosi alla fantasia, al narcisismo, alla psicosi, che creano buchi nell’animo e fomentano il desiderio edipico inconscio. Amleto è, comunque sia, personaggio modernissimo nel suo relativismo ed esistenzialismo scettico, che ha avuto la meglio sull’umanesimo rinascimentale. L’enigma religioso di Amleto è se vendicare il padre con l’uccisione di Claudio, suo zio (fratello del padre), o lasciare la vendetta a Dio, come richiesto dalla religione cattolica, dominante fino al momento del risveglio dello scisma anglicano. La debolezza oscillante di Amleto non può definirsi una generica incapacità di agire, ma il sentimento dell’inadeguatezza della sua coscienza all’azione, moralmente, invece, giustificata. Se per Goethe Amleto è l’eroe romantico, wertheriano, per Schlegel è un ipocrita che manca di risolutezza, per Coleridge invece il maliconico principe pecca per eccesso di riflessione, per Nietzsche, ancora, come Dioniso Amleto prova nausea di fronte all’agire, poiché la sua azione nulla potrebbe mutare nell’essenza delle cose; per Karl Jaspers, poi “Ciò che Amleto sa, la sua brama di sapere lo separano dal mondo“, mentre per Eliot egli è dominato da un eccesso di emozioni inesprimibili. Il dubbio è talmente antagonista di Amleto, che “amletico” è ancora oggi sinonimo di irresoluto. Le tematiche trattate nell’opera teatrale “Amleto” e riprodotte fedelmente in questa rappresentazione sono molteplici, dalla legittimazione del potere, all’incesto, dalle idee (di suicidio, esistenza di un mondo soprannaturale) ai valori (quali la castità, l’onore, la lealtà, l’amicizia sincera) o all’assenza di valori (come l’incostanza, l’ipocrisia, il tradimento)passando per le relazioni (quali i vincoli familiari sovente troppo stretti) le emozioni (l’amore, l’odio, la gelosia) le forme sociali (il potere soprano, le gerarchie). Confusione e contraddizioni sembrano imperanti. Il dramma Amleto fu ambientato in Danimarca, forse, per poter fare satira sulla situazione politica inglese, senza incappare nella feroce censura del regno. Nel XVI secolo ad Elsinora, allora capitale della Danimarca, il potere generò dunque vendette multiple e tutti arrivarono al fine a defungere violentemente, finchè Fortebraccio, tornato vittorioso dalla Polonia, venne proposto da Amleto morente quale nuovo sovrano. Le parole finali di Amleto sono per l’amico Orazio: “Se tu mi hai mai tenuto nel tuo cuore rinuncia ancora un momento alla felicità e, in questo mondo crudele, respira ancora e soffri, per dire la mia storia. Muoio, Orazio. Lasciami. Il resto è silenzio”.

A noi il compito di porci interrogativi, novelli Amleto, per agire e riuscire a spalancare le porte delle nostre gabbie esistenziali e prima ancora delle dimensioni dell’umano. Al Teatro Antico di Tindari, domenica 23 luglio, godibilissima è stata dunque la performance, con ottima resa di ogni suo aspetto artistico, molto fedele nel testo rivisitato (inserito nella programmazione di ”Anfiteatro Sicilia” e organizzato da Policardia Teatro Centro di Creazione internazionale) con scenografie minimaliste e eccellenti prove attoriali, quelle di Pietro Anastasi, Andra Aquilante, Filippo Cancelotti, Cecilia Delle Fratte, Gabriele Finzi, Dario Impicciatore e Elodie Moretti.

Tosi Siragusa

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