Eolie. Il settore pesca è in crisi. Torna la protesta dei pescatori

Eolie. Il settore pesca è in crisi. Torna la protesta dei pescatori

Pi.Ge

Eolie. Il settore pesca è in crisi. Torna la protesta dei pescatori

Tag:

Pi.Ge |
mercoledì 31 Maggio 2017 - 22:25

Dopo essersi fermati per l'alto numero di delfini presenti in mare, i pescatori dell'arcipelago eoliano tornano a fermarsi e protestano per lo stato di sofferenza in cui versa il settore pesca. cI Pescatori delle Eolie chiedono che lo sfruttamento delle risorse ittiche localizzate nelle isole Eolie deve dipendere da regole locali e non da un Ente amministrativo distante e intendono sviluppare un sistema di autoregolamentazione per evitare un approccio predatorio a una risorsa divenuta scarsa.

La pesca è una delle attività più praticate nelle isole dell’arcipelago eoliano. La posizione dell’arcipelago e le sue uniche caratteristiche morfologiche e batimetriche assicurano divertimenti e gustosi bottini. Le tecniche praticabili sono molteplici: pesca con la bolognese tra gli scogli ed in prossimità dei porticcioli, pesca a fondo da riva e, per coloro che sono muniti di natante, è possibile praticare i tradizionali bolentino, traina, o le più moderne tecniche di pesca vertical (Jigging, Kaburae, Inchiku).

A quanto pare, il settore sembra entrato in crisi e così dopo essersi fermati per l'invasione dei delfini, i pescatori eoliani tornano ad incrociare le braccia poichè chiedono che lo sfruttamento delle risorse ittiche localizzate nelle isole Eolie deve dipendere da regole locali e non da un Ente amministrativo distante e intendono sviluppare un sistema di autoregolamentazione per evitare un approccio predatorio a una risorsa divenuta scarsa.

Tanti i temi trattati nel corso di una riunione svoltasi al comune di Lipari. All'amministrazione si chiede di continuare l’attività come veniva esercitata una volta, quando nel periodo compreso tra aprile e luglio l'80% delle imbarcazioni si interessavano alla pesca dei grandi pelagici migratori (tonno, pesce spada, palamite, alalunga) e il restante 20% si interessava alla pesca del totano e di specie pregiate come aragoste, cernie e scorfani.

Il sovrasfruttamento dei nostri mari, non è dipeso dalla piccola pesca costiera locale, bensì è stato operato da una pesca industriale incontrollata, nel Mediterraneo, che ha determinato una sofferenza delle specie pelagiche migratorie tanto da attivare misure generalizzate di contenimento dello sforzo di pesca, che non hanno tenuto conto della piccola pesca locale artigianale.

Anche il Parlamento Europeo ha raccomandato di adottare misure a sostegno della piccola pesca artigianale, affermando che "la pesca artigianale, costiera e tradizionale è rispettosa dell’ambiente e costituisce il fondamento economico per la conservazione, lo sviluppo e l’occupazione delle comunità costiere insulari"

Anche a Malta, nel corso della "“Conference ministérielle sur la durabilité de la pèche en Mediterranée” si era parlato to di garantire alle popolazioni costiere i migliori modi di assistenza e contribuire alla loro stabilizzazione.

A quanto pare però, tali punti sembrano, come avviene nella maggior parte dei casi, essere stati disattesi ed ecco l'emergere di un nuovo stop dei pescatori eoliani che cercano conferme sul futuro delle loro attività.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007