Le tappe dell’inchiesta, dai Gullo ai Gullotti passando per le Schiro'

Le tappe dell’inchiesta, dai Gullo ai Gullotti passando per le Schiro’

Alessandra Serio

Le tappe dell’inchiesta, dai Gullo ai Gullotti passando per le Schiro’

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venerdì 16 Maggio 2014 - 06:19

L'indagine che ha portato all'arresto del deputato Genovese prende corpo nel 2012 e si incrocia con quella di Patti e con gli accertamenti su Sauta

"Il clan Gullotti non lo si scopre oggi, e Messina non è New York", ha detto in aula il deputato Pdl Maurizio Biancone, ricordando al Pd la responsabilità politica del caso. E infatti il radicamento storico del potere di Genovese è antico: viene dallo zio Nino Gullotti, più volte ministro, e attraverso il padre Luigi, senatore democristiano per oltre vent’anni, arriva fino a lui, che sotto lo scudo Dc comincia a militare in politica a 18 anni. La sua carriera fulminante si accompagna ad un'estensione degli affari e della giá solida potenza economica. Dal traghettamento all'immobiliare, passando per le telecomunicazioni, poi la gestione dei locali della movida messinese. Una invidiabile liquidità disponibile e investimenti in decine di settori, quelli di Genovese. Compreso il business della formazione professionale, che gli è costato l'arresto.

Settore che vede impegnato la seconda parte della sua Dinasty familiare, quella legata alla moglie Chiara Schiró, le cinque cognate, uno stuolo di nipoti. Nella formazione le sorelle Schiro' sono impiegate a pie' pari, e cosi' entrano nel mirino della magistratura messinese.

L'inchiesta, che ha una genesi antica, entra nel vivo nel 2012 quando molto enti di formazione, che perdono l'accreditamento e subiscono i tagli, minacciano e poi ritirano l'azione legale contro l'assessorato regionale alla Formazione e il "pasticciaccio" degli avvisi. Intanto la Procura di Messina indagava su Elio Sauta, ex consigliere comunale del Pd, già responsabile dell'Istituzione dei servizi sociali e da sempre operatore della formazione professionale.

Dai guai giudiziari per la sua attività di consigliere, dall'Istituzione agli oneri riflessi, la Polizia giudiziaria è presto passata all'Aram, l'ente di formazione di Sauta. L'uomo aveva da tempo "spiegato" al suo riferimento politico, l'onorevole Genovese, come funzionava il mondo della Formazione. Così, per gli investigatori, il passo dall'Aram alla Lumen, l'ente gestito da Elena Schiró, il passo è stato breve.

Mentre gli investigatori "facevano le pulci" agli affitti e i costi dei corsi dell'Aram e della Lumen, il bubbone formazione scoppiava un po' ovunque, sulla scia delle denunce e le proteste dei dipendenti.

Nel marzo 2013 a Patti veniva arrestato l'ex vice sindaco Francesco Gullo e indagata la figlia Maria Tindara, deputato nazionale Pd genovesiana, che ieri ha votato contro la richiesta di arresto. L'accusa è voto di scambio, anche attraverso la gestione dei corsi di formazione.

Nel giugno 2013 viene notificata agli interessati una richiesta di proroga delle indagini preliminari della Procura di Messina. Ci sono tutti: Francantonio e il cognato Franco Rinaldi, deputato all'Ars, la moglie Chiara e la cognata Elena.

Nel luglio 2013 scatta il blitz "Corsi d'oro": ai domiciliari Sauta, Chiara Schiró, e i rispettivi "cerchi magici". Il blitz coinvolge anche l'Ente Ancol gestito dall'ex assessore dell'esponente di centrodestra Giuseppe Buzzanca e la moglie Daniela D'Urso. E scatta, a breve distanza, un corposo sequestro. Una "retata" bipartisan, insomma. Nel novembre 2013 la Procura torna dal Gip Giovanni De Marco e scatta un secondo sequestro di beni. Di lì a poco arriva anche la richiesta di giudizio immediato per tutti gli imputati di Corsi d'oro, e ad inizio del 2014 prende il via il processo.

Il 22 gennaio 2014, incardinato il processo, il Tribunale revoca i domiciliari agli imputati, che tornano in libertà. La "pace", peró, dura poco. Il 19 marzo scatta Corsi d'oro bis: arresti domiciliari per l'esponente Pd Salvatore La Macchia, uomo di Genovese nelle poltrone utili, il commercialista Stefano Galletti, che tornerà libero pochi giorni dopo, i due stretti collaboratori di Genovese Roberto Giunta e Domenico Fazio. E scattano nuovi sequestro, per 5 milioni di euro in totale, stavolta anche a carico del deputato Pd.

Con i quattro domiciliari, la Procura aveva chiesto ed ottenuto dal Gip De Marco anche l'arresto del deputato Pd, sospeso in attesa del voto del Parlamento. Associazione a delinquere finalizzata alla truffa, peculato, riciclaggio. A base dell'accusa, anche le conversazioni telefoniche intercettate a Patti nel corso dell'inchiesta sui Gullo.

Alesssandra Serio

2 commenti

  1. C’è bisogno d’altro per xxxxxxxx?

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