Dissesto, poteri speciali e tutela degli ultimi: Calabrò fissa i punti più importanti della campagna elettorale

Dissesto, poteri speciali e tutela degli ultimi: Calabrò fissa i punti più importanti della campagna elettorale

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Dissesto, poteri speciali e tutela degli ultimi: Calabrò fissa i punti più importanti della campagna elettorale

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venerdì 21 Giugno 2013 - 11:10

In attesa che Renzi arrivi a Messina, il candidato sindaco del centro-sinistra affida ad un comunicato le sue ultime dichiarazioni prima del silenzio elettorale, che scatterà a partire dalla mezzanotte

Felice Calabrò è pronto ad accogliere in riva allo Stretto Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze farà tappa a Messina per benedire la candidatura del candidato sindaco del centro-sinistra e dargli il suo appoggio in vista del ballottaggio di domenica e lunedì, nello scontro finale con l’altro aspirante primo cittadino , il leader carismatico di Cambiamo “Messina dal Basso” Renato Accorinti.

In attesa che Renzi arrivi a Messina, Calabrò affida ad un comunicato le sue ultime dichiarazioni prima del silenzio elettorale, che scatterà a partire dalla mezzanotte. Innanzitutto, propone una riflessione su questa lunga e faticosa campagna elettorale, vissuta tra la gente. «Siamo arrivati alla fine di una corsa entusiasmante iniziata più di due mesi fa. Se mi volto indietro – scrive – mi sembra trascorso un attimo e anche la stanchezza accumulata in questi giorni frenetici svanisce al pensiero di quanta gente ho incontrato, ho ascoltato, di quante ore passate con i messinesi mi hanno reso più forte e determinato. So che ci sono ancora tante storie da ascoltare, tante persone che hanno tantissimo da dire e da proporre e che amano questa città e vorrei averle incontrate tutte e se ho un’amarezza è proprio questa. Queste settimane di campagna elettorale però mi hanno dato la certezza che, se dovessi essere Sindaco, non sarei mai solo nell’affrontare i problemi e nel trovare le soluzioni. Le più grandi risorse di questa città le ho scoperte per strada, nei villaggi, nei rioni, nelle parrocchie, nelle piazze, nelle scuole».

Calabrò passa, quindi, a parlare dei temi più importanti affrontati durante la corsa elettorale ed inizia dall’argomento più scottante, il dissesto. «Questa città non merita il dissesto. Certo, sarebbe facile scegliere la scorciatoia più comoda per un amministratore, lavarsi le mani scaricando ogni responsabilità su altri e lasciare che siano tre commissari a occuparsi delle cose negative. Ma da messinese e da politico responsabile non consentirò che si perda un solo posto di lavoro, che vengano tagliati i servizi essenziali, l’assistenza anche ad un solo cittadino, che i fornitori si vedano ridotti i loro crediti, che siano le classi più deboli, a pagare per incapacità di altri. Non lascerò che Messina scivoli verso il dissesto, non me lo perdonerei mai. Il dissesto – spiega ancora Calabrò – equivale alla perdita di centinaia di posti di lavoro, quelli dei precari che da anni aspettano certezze e che si troveranno la porta chiusa ad ogni tipo di risposta. Voglio ricordare che con il dissesto non si può neanche ipotizzare un Piano di stabilizzazione. E ancora non saranno garantiti i servizi essenziali, e questo significherà un aumento delle povertà in una città già attraversata da una crisi devastante. Le piccole imprese che aspettano da anni il pagamento per i servizi resi si vedranno dimezzare i crediti, con conseguenze inimmaginabili per chi ha bisogno di ossigeno per stare sul mercato. Il Comune non potrà partecipare ai bandi di gara nei quali è previsto il cofinanziamento dell’Ente locale. A catena tutto il sistema economico ed il terzo settore entreranno in una spirale senza uscita. Noi non permetteremo tutto questo»

Il candidato sindaco del centro sinistra assicura che, in caso di vittoria, avvierà «quell’operazione verità sui conti che era stata annunciata dal commissario Croce all’atto del suo insediamento e che, per svariati motivi, non è stata portata a termine. Accerteremo l’effettiva entità delle somme, perché nessuno, in nessuna sede competente, può giocare con la pelle dei messinesi. Qui c’è qualcuno che le carte le sa guardare bene, ve lo assicuro, i conti li sa fare, e non si fa spaventare da allarmismi o dichiarazioni ambigue. Qui c’è qualcuno che si rimboccherà la maniche e con l’aiuto di tutti porterà Messina in salvo».

Uno dei cavalli di battaglia di Calabrò in questa campagna elettorale sono stati i “poteri speciali” , a proposito dei quali ribadisce: «batterò i pugni per ottenerli. Senza i poteri speciali non potremo iniziare quel che abbiamo in mente per la mobilità, per liberare la rada San Francesco dalle navi, completare l’approdo di Tremestieri, ma neanche per poter intervenire sul fronte della messa in sicurezza del territorio e del dissesto idrogeologico. Per cambiare Messina avremo bisogno dell’apporto di tutti, dalla Regione Sicilia ai nostri parlamentari, di qualsiasi colore politico essi siano. Stiamo raccogliendo le firme dei messinesi ma questo non basta, non può bastare se poi al nostro coro non si aggiungono i consiglieri comunali, i deputati regionali e nazionali, le altre forze politiche. Questa non è la battaglia di Felice Calabrò, è la battaglia di tutti i messinesi per trasformare Messina non in una città normale ma in una città speciale».

L’ultimo pensiero di Felice Calabrò va agli ultimi. « Il primo dovere di un sindaco – sottolinea – è difendere gli interessi della città accanto agli ultimi che sono gli assistiti dei servizi sociali, ma anche i precari che operano in quel settore. Gli ultimi – spiega – sono gli abitanti dei villaggi che non hanno garantiti i servizi essenziali, dal trasporto pubblico ad un’efficiente raccolta rifiuti, gli ultimi sono i disoccupati, i cassintegrati, le famiglie che non hanno più alcuna rete di sostegno se non quella del mondo del volontariato, gli ultimi sono i bambini che non hanno spazi per crescere e scuole dignitose, i giovani delle zone a rischio e quelli che finiti gli studi dovranno andar via. Gli ultimi – continua sono i commercianti costretti a chiudere le saracinesche e licenziare i dipendenti, gli imprenditori soffocati da un sistema che non aiuta la loro voglia di scommettersi, gli artigiani che non hanno più nessuno cui tramandare la loro arte, gli anziani senza e i diversamente abili senza assistenza, quanti hanno perso il posto a 50 anni e non hanno più speranze di rientrare nel mercato del lavoro. Gli ultimi sono i lavoratori delle mille vertenze cittadine, dalla Triscele alla Sicilia Limoni, all’Ente Fiera, fino ai dipendenti, alle maestranze ed agli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele. A tutti questi ultimi dobbiamo guardare per dare risposte. Il Comune non crea lavoro, ma ha il dovere di creare opportunità ma per farlo c’è una sola strada ed è quella di evitare il dissesto. Riaccendendo il motore della macchina comunale riprenderemo a camminare e poi anche a correre».

A conclusione di questa campagna elettorale , il candidato sindaco del centro-sinistra rivolge i suoi ringraziamenti «a quanti hanno corso insieme a me , allo staff agli amici della coalizione, agli assessori designati, a chi ci ha sostenuto anche solo inviando una mail con una proposta o un suggerimento, a chi ho incontrato e a chi avuto la pazienza di aspettarmi quando in questi incontri arrivavo in ritardo. Grazie a chi ha creduto in questo progetto e continuerà a farlo. Ma un grazie particolare lo voglio fare alla mia famiglia, a mia moglie Mariella,ai miei figli, a quegli affetti che ho dovuto mettere in secondo piano ma che so che avrò sempre accanto. Senza di loro non sarei né quello che sono oggi né l’amministratore che voglio essere».

Un commento

  1. Avvocato Calabrò, il Suo ragionamento non fa una grinza, se non fosse per il fatto che non è credibile. Non è credibile perchè è appoggiato da una supercorazzata che Le consentirà di vincere queste elezioni, ma che subito dopo pretenderà di essere ripagata per lo sforzo compiuto. Si fosse presentato con una lista autonoma avrebbe avuto più credibilità, ma nel PD, con Francantonio Genovese alle Sue spalle, non potrà agire nella piena autonomia, così come vuol far credere.
    Per quanto riguarda il dissesto del Comune di Messina, dovrebbe meglio specificare che tale dichiarazione non è una facoltà discrezionale del Sindaco eletto, in quanto “si esclude ogni discrezionalità nella declaratoria del dissesto dell’ente, il quale, in presenza di dati obiettivi, è obbligato a dichiararla”. Inoltre “in presenza di una delle condizioni indicate dall’art. 244, il Consiglio dell’ente è, dunque, tenuto a dichiarare lo stato di dissesto, con delibera irrevocabile, motivata anche con riguardo alla valutazione delle cause dello stato di dissesto”.
    Recita l’art. 244, comma 1, del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267: “Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di cui all’art. 193, nonché con le modalità di cui all’art. 194 per le fattispecie ivi previste”.
    Andare oltre e non tenere conto di questi princìpi basilari non farà il bene della Città, ma aggraverà ulteriormente la situazione già estremamente critica.

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