Giardini vibranti lungo il tempo. Una straordinaria quotidianità

Giardini vibranti lungo il tempo. Una straordinaria quotidianità

giovanni francio

Giardini vibranti lungo il tempo. Una straordinaria quotidianità

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giovedì 09 Marzo 2017 - 08:45

Il Trio Metamorphosi firma un racconto in musica e prosa sul geniale musicista romantico Robert Schumann e l'amata moglie Clara. Evento inserito nella stagione concertistica a cura dell'Accademia Filarmonica con l'Associazione Bellini

Sulle note di sottofondo del delicatissimo inizio di Humoresque, uno dei capolavori pianistici di Robert Schumann, eseguite al piano dal maestro Francesco Pepicelli, ha avuto inizio un suggestivo racconto di alcune scene della vita del grande compositore tedesco, con le letture di brani tratti da testi di Quirino Principe.

I brani hanno introdotto i due splendidi trii op. 63 e op. 80, in occasione della pubblicazione dei Trii di Schumann per la importantissima casa discografica Decca, da parte del Trio Metamorphosi. Lo spettacolo è stato di grande interesse, con buon riscontro di pubblico, e i bravissimi musicisti (oltre Pepicelli, Mauro Loguercio al violino e Angelo Pepicelli al violoncello), sono riusciti, non solo attraverso la musica ma anche con la lettura dei testi, a introdurci nella vita di questo geniale ma esuberante e stravagante artista romantico. I testi di Quirino si fondano sui diari che Schumann e la moglie Clara si impegnarono a scrivere, una settimana a turno, per raccontare la loro vita matrimoniale, e sui diari di economia domestica che Robert soleva tenere, annotando tutte le spese, ma anche gli avvenimenti principali, anche dal punto di vista artistico, delle proprie giornate. Il racconto ha inizio dal matrimonio dei due amanti clandestini, contrastato dal padre di Clara, celebre maestro di pianoforte anche di Robert, il quale pur riconoscendo il genio del suo straordinario allievo, considerava Schumann un dissoluto, quindi non un buon marito per la sua figliola. Certo, fra le spese giornaliere documentate nei diari non mancavano i sigari e lo champagne, tuttavia traspare sempre un sincero e appassionato amore per la sua Clara, grandissima pianista che contribuiva in maggior parte al bilancio familiare con la sua eccezionale attività di concertista. Un amore che rese il matrimonio felice, fino alla tragica conclusione, la pazzia di Robert che lo portò a finire gli infelici ultimi due anni della sua vita internato in manicomio, dopo un tentativo di suicidio. Robert, oltre a comporre, si dedicava alla critica giornalistica, ed ecco la carrellata di pseudonimi, personaggi da lui inventati per caratterizzare i vari stati d’animo: Florestano, appassionato e vigoroso, Eusebio, malinconico e rassegnato, Maestro Raro, che contrasta la rivoluzione romantica nell’arte musicale, facendo rispettare la tradizione, e per questo combattuto e deriso da Schumann come tutti i filistei, conservatori e nemici del rinnovamento, che nel suo mondo fantastico saranno combattuti dalla Lega dei fratelli di Davide. Tutti questi personaggi, insieme alla appassionata Chiarina (Clara) ed altri, sono i riferimenti espressivi dei vari aspetti della sua musica, e troveranno compiuta incarnazione nel celebre “Carnaval”. I due trii nascono entrambi nel 1847, e contengono, in particolare il secondo, diverse citazioni di altre composizioni schumaniane, come dimostrato dai musicisti del trio Metamorfosi nel corso di questa sorta di conferenza/concerto, una forma di spettacolo risultata interessantissima e molto gradita, per cui si auspica che spettacoli del genere se ne vedano più spesso. Il Trio n. 1 in re min. op. 63 , è forse nel complesso il più riuscito, il più unitario, in cui si manifesta la potenza espressiva di Schumann, appassionata e ispirata, anche se contenuta sempre nel rispetto della struttura classica beethoveniana, musicista al quale Schumann sarà sempre debitore. Il primo movimento “Mit energie und Leidenschaft” (Con energia e passione) ha carattere fortemente drammatico, il second “Lebhaft, doch nicht zu rasch” (Animato, ma non troppo svelto) è anch’esso connotato da una fremente vitalità, mentre il terzo “Langsam, mit inniger Empfindung” (Lento, con sentimento profondamente interiore), è una pausa triste e meditativa, alla quale segue, come un raggio di sole dopo il buio della notte, l’ultimo bellissimo movimento, “Mit Feuer” (Con fuoco). Il secondo trio, in fa magg. op. 80, non è altrettanto equilibrato, spesso la partitura riservata al pianoforte prevale su quella degli altri strumenti, e i movimenti veloci estremi, il primo ”Sehr lebhaft” (Molto allegro) e soprattutto l’ultimo “Nicht zu rasch” denunciano una ispirazione piuttosto fiacca. Tuttavia i due movimenti centrali, entrambi in tempo lento, costituiscono due gemme preziose nell’ambito di tutta la produzione musicale di Robert Schumann. Il secondo movimento “Mit innigem Ausdruck” (Con espressione), di carattere lirico e intimo, inizia con uno dei temi più toccanti e poetici mai usciti dalla penna del musicista sassone; baciato da sublime ispirazione anche il terzo movimento “In massiger Bewegung” (In moto moderato), e il solo fatto di aver concepito due tempi centrali di carattere lento rivela la geniale originalità di questo grande protagonista del romanticismo tedesco.

I tre musicisti, hanno dimostrato un perfetto affiatamento, attraverso un’interpretazione dei brani schumaniani impeccabile e intensa. In particolare il pianista Francesco Pepicelli si è distinto per la notevole sensibilità di tocco, senza mai sovrastare gli altri strumenti, come spesso rischia di accadere nei trii con pianoforte. Anche il bis ancora dedicato a Schumann, il dolce e melodioso duetto da i “Fantasiestucke” op. 88 (Pezzi fantastici) per trio con pianoforte, è stato eseguito con grande partecipazione emotiva, confermando l’elevato livello raggiunto dai musicisti del Trio Metamorphosi nell’interpretazione di Schumann (non per nulla hanno inciso con una casa discografica così prestigiosa come la Decca).

Giovanni Franciò

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