I siciliani sono stanchi e “schifati”. E’ la fine di un’era

I siciliani sono stanchi e “schifati”. E’ la fine di un’era

I siciliani sono stanchi e “schifati”. E’ la fine di un’era

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lunedì 29 Ottobre 2012 - 11:00

Non hanno bocciato solo il passato, ma anche il presente, ritenendo del tutto ininfluente il governo che verrà fuori da queste elezioni per il loro futuro. E’ la sconfitta dei partiti e della politica. E’ stato un enorme “vaf…vedetevela voi tanto per noi non cambia niente”

C’è un partito che ha vinto: i siciliani stanchi, anzi, per dirla alla siciliana “schifati”. Se gli astenuti di tutta l’isola si fossero messi insieme, visto che rappresentano oltre il 50% della popolazione e si fossero riuniti in un partito avrebbero vinto. Stravinto.

Mentre scrivo non sappiamo chi, tra il 47,42% dei votanti siciliani, e 51,32% a Messina, avrà votato, lo sapremo tra poco, certo è che sappiamo che gran parte dei siciliani che hanno ancora avuto la forza (e la fiducia) di tornare alle urne hanno espresso un voto di protesta. Gli exit poll danno il M5S a percentuali altissime, segnale questo che chi voleva mandare un messaggio alla classe politica siciliana l’ha fatto in modo inequivocabile, persino qui in Sicilia dove secoli di voto di scambio hanno lobotomizzato la coscienza della gente e consentito il saccheggio sistematico della Regione. Tutta Italia ci sta guardando, i vertici di tutte le segreterie dei partiti stanno tremando perché la Sicilia, oggi più che mai è un test in vista di quel che accadrà nel 2013 con le politiche. Se persino i siciliani hanno detto basta vuol proprio dire che è arrivata la fine di un’era.

Dunque metà degli elettori ha deciso di restare a casa, senza andare al mare, perché il tempo non lo consentiva, senza turarsi il naso, perché la loro coscienza non lo consentiva più, senza annullare le schede, perché la rabbia era arrivata la limite consentito. Semplicemente hanno bocciato quel che hanno visto, hanno bocciato l’intera classe politica della Sicilia, quella di destra, quella di sinistra, quella di centro e quella che si sposta dalla destra alla sinistra passando dal centro in base alle stagioni ed alla convenienza. Io sono tra quel 47,42% che ha votato, ma capisco bene cosa si è mosso nello stomaco di chi non lo ha fatto. Ha bocciato tutti, dal primo all’ultimo, ma ha bocciato anche chi si è presentato a questa tornata, perché probabilmente non ha creduto nessuno degli schieramenti davvero in grado di cambiare stagione e ricominciare. Gli astenuti hanno compreso che o votiamo o non votiamo le sorti dei loro destini non interessano a chi viene eletto, come non sono interessate in questi anni. Non hanno bocciato solo il passato, ma anche il presente, ritenendo del tutto ininfluente il governo che verrà fuori da queste elezioni per il loro futuro. E’ la sconfitta dei partiti e della politica. E’ stato un enorme “vaf…vedetevela voi tanto per noi non cambia niente”.

Quest’alto astensionismo è l’aver sancito ufficialmente ed in via definitiva il distacco tra la politica e la realtà. Un distacco che chi segue ogni giorno le cronache lo segnala, lo vede, lo avverte negli occhi della gente e nelle parole disperate di chi ha perso anche l’idea di un futuro. Eppure questa distanza, inizialmente di appena pochi centimetri diventata baratro persino oggi, col governo Monti, non è stata neanche percepita da chi sta nei Palazzi ed ha continuato a vivere come se stesse su Marte. Più passano i giorni e più la distanza aumenta. Penso che quel 52% circa rimasto a casa probabilmente nelle scorse settimane ci avrà pure riflettuto se valeva la pena dare un’altra occasione a chi le ha sprecate davvero tutte. Poi però avrà letto i giornali, ascoltato la radio, guardato la tv, navigato in rete e avrà notato come nessuno dei segnali mandati dal popolo ai Palazzi è stato recepito. Abbiamo avuto politici attaccati alle poltrone fino all’indecenza, una gestione del potere e dei soldi vergognosa, un saccheggio costante e impudico. Nonostante la gente si dia fuoco per la disperazione loro stanno lì a discutere su come mettere il bavaglio alla stampa, come far finta di fare una legge anticorruzione che consenta ai corruttori di restare al potere e come far una legge elettorale che blindi l’attuale casta ed impedisca all’Italia di votare liberamente.

Magari ci avranno pure pensato queste persone di andare a votare, avranno pensato, magari il mio voto incide sul cambiamento. Ma forse non si son fidati neanche degli altri siciliani, di quelli che protestano ma poi calano la testa per bisogno, viltà oppure semplicemente abitudine. L’aspetto più triste del dato relativo ai votanti non è il fallimento della politica quanto piuttosto la morte della speranza di cambiamento. E quando il partito della morte della speranza è quello che vince allora siamo davvero arrivati al punto di non ritorno. Non ho dubbi che la “batosta” che i partiti hanno preso dal voto siciliano stavolta verrà recepita a livello nazionale. Non so fino a che punto verrà “compresa”, ma il grido è troppo forte. Non so se sia troppo tardi e del resto non importa più. E’ come quando abbiamo assistito alla fine della Prima Repubblica, è stato lento ma inesorabile.

Io sono tra quelli che ha votato e non mi sono pentita d’averlo fatto. Dalla trincea le cose si vedono meglio e anche se ci rimetti più facilmente le penne almeno hai provato. Però capisco cosa si agita nel cuore di chi vede la propria terra morire, per mano anche di chi lui ha votato.

Rosaria Brancato

13 commenti

  1. Non ci si può pentire di aver votato, semmai ci si può pentire (poi amaramente..) se il voto è stato “sbagliato” credendo di votare per qualcuno che ha promesso qualcosa che non riuscirà a mantenere, non c’è commento per “chi” si è venduto il proprio voto per un piatto di lenticchie (fredde) “ammuccando” ingenuamente alle parole di quei politicanti che hanno promesso mari e monti pur di “vincere”…

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  2. Finalmente un articolo che fa grande onore a tempo stretto dato che che soddisfa quanti in questi anni ha predicato che la nostra isola stava vivendo un incubo caratterizzato dal malgoverno e dalla corruzione, Se chi non ha votato, oppure ha votato scheda bianca o nulla (ancora se ne sconosce la percentuale) si sarebbe appoggiato alla contestazione del M5S, oggi, tutti i partiti con i loro rappresentanti sarebbe scomparsi dalla scena politica isolana ed anche nazionale. Insomma la rottamazione, se nei politici isolano vige un barlume di dignità, l’hanno fatto sia col voto che con il non voto, i siciliani. Adesso tocca a Messina avere il coraggio di rinascere, e questo non può che dipendere dai messinesi stessi.

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  3. condivido e sottoscrivo

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  4. GRANDE ROSARIA!!! Come sempre…

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  5. Gent.ma Rosaria Brancato, mi dichiaro e riconosco al 100% in quello che ha scritto in questo editoriale… sono un messinese “trapiantato” ormai da 18 anni in terra emiliana al quale tuttavia stanno ancora a cuore le sorti della mia città natale (Messina) e di tutta la Sicilia.

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  6. Salvatore Vernaci 29 Ottobre 2012 13:37

    ELEZIONI REGIONALI SOSTANZIALMENTE NON LEGITTIME. -Sono andati alle urne solo il 47,42% degli aventi diritto. IL NUOVO GOVERNO REGIONALE NON È LEGITTIMATO DAL VOTO POPOLARE. Nelle elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale nei comuni fino a 15.000 abitanti, ove sia presente una sola lista, è necessario il raggiungimento di un duplice quorum: il numero dei votanti non deve risultare inferiore al 50 per cento degli aventi diritto (quorum strutturale) e la lista deve aver riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti (quorum funzionale). Qualora non si siano raggiunte tali percentuali, l’elezione è nulla. LE ELEZIONI REGIONALI DOVREBBERO ESSERE CONSIDERATE NULLE, perché chi governa non rappresenta la maggioranza dei SICILIANI.. Questo è il risultato della mala POLITICA. Si è voluto andare anticipatamente alle urne per evitare la riduzione del numero dei Deputati da 90 a 70. La gente è stufa, amareggiata e disillusa di questo dissesto politico ed economico che ha portato questa nostra povera terra di Sicilia al fallimento più totale. I Comuni stanno piangendo le conseguenze di questo dissesto economico non ricevendo così denaro pubblico che dovrebbe erogare la Regione e conseguentemente potere pagare gli stipendi ed assicurare i servizi. S’è parlato a lungo di ridurre le indennità dei Parlamentari , le spese dei gruppi, ma non è stato fatto nulla. Sono stati mantenuti stipendi favolosi, mentre la Gente non ce la fa più, è esasperata, non arriva più alla fine del mese, a potersi comprare il pane. Se non si volta pagina, l’esasperazione potrà avere risvolti pericolosi.

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  7. Salvatore Vernaci 29 Ottobre 2012 13:39

    I SICILIANI NON VOGLIONO IL CAMBIAMENTO.-
    “Lei è un gentiluomo, Chevalley, e stimo una fortuna averlo conosciuto. Lei ha ragione in tutto; si è sbagliato soltanto quando ha detto: “i Siciliani vorranno migliorare”. I Siciliani non vorranno mai migliorare, per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria; ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla; calpestati da una decina di popoli differenti essi credono di avere un passato imperiale che dà loro diritto a funerali sontuosi. Tutto questo non dovrebbe potere durare, però durerà, per sempre… il sempre umano beninteso, un secolo, due secoli, e dopo sarà diverso, ma peggiore”.(Don Fabrizio Salina parla con Chevalley).” SE VOGLIAMO CHE TUTTO RIMANGA COME È, BISOGNA CHE TUTTO CAMBI» ( Tancredi da Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

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  8. Gli articoli di Tempostretto dovrebbero essere tutti scritti con questo livello culturale ( in senso lato), e tutti i cittadini dovrebbero riprendersi la dignità che hanno perduto strada facendo, permettendo al capo bastone di turno di farli trattare da gregge. C’è una Sicilia che è pronta a cambiare, che vuole voltare pagina e i giornalisti dovrebbero adeguarsi a scrivere articoli per individui liberi.

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  9. ritornando dal voto incontro un amico,discutiamo un pò dopodicchè mi dice:Vado a votare ed anche se non ne condivido le idee darò il voto ad una amica.Resto stupito,lo guardo e con un ciao lo saluto.siamo nel 2012 e tu rifiuti le tue idee? non sei un uomo ma un quaqquaraqua.Si vota per un idea,per un principio per una cosa in cui credi,ma mai per un amico anche se non condividi le sue idee.che uomo sei???

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  10. Bene, complimenti per il bel articolo.
    Faccio parte di quella minoranza (chi non esercita consapevolmente e criticamente il diritto di voto resta sempre un perdente,perchè senza voce)costretta dalla miopia della partitocrazia a non poter scegliere.
    Come me, tanti altri!

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  11. E COME SEMPRE, VEDRETE, CHE SARANNO TUTTI CONTENTI DEL RISULTATO OTTENUTO SENZA CHE NESSUNO DICA , SIAMO FALLITI !

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  12. ai comuni bisogna togliere i finanziamenti perchè invece i utilizzarli per i cittadini ne fanno carni i porcu per i loro interessi.Poi finiscono come buzzy.ma lei lo capisce che ci vogliono mille commissari tipo Croce per farlo finita con questo magna magna?

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  13. complimenti a quei siciliani che hanno preferito non votare hanno fatto l’identica cosa che fa il marito tradito che tornato anzitempo a casa trova la moglie ha letto con un altro uomo prende il coltello e per fargli un dispetto si taglia le palle.Quantunque a palazzo dei Normanni Oltre alle quote rosa abbiamo le quote celestino rosa pallido a quando di nuovo le quote azzurre?

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