Comuni morosi con la Dusty. Lavoro a rischio per 244 operatori di igiene ambientale

Comuni morosi con la Dusty. Lavoro a rischio per 244 operatori di igiene ambientale

Comuni morosi con la Dusty. Lavoro a rischio per 244 operatori di igiene ambientale

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giovedì 13 Settembre 2012 - 08:38

Termine ultimo è il 20 settembre. “Chiediamo al liquidatore dell’Ato 2 l’immediata convocazione di tutti i sindaci dei Comuni che fanno parte dell’ambito dell’Ato - scrivono Cgil, Cisl e Uil -. Occorre definire una rapida soluzione per scongiurare i licenziamenti e assicurare i servizi ai cittadini"

Ieri l’assemblea per le maestranze dell’Ato 2 e della Dusty che svolgono i servizi per i Comuni da Villafranca a Barcellona, oggi quella per i lavoratori che curano i servizi per i Comuni da Patti a Brolo.

“Le maestranze partecipano alle assemblee con il loro carico di rabbia e sconforto per una situazione che sembra non avere alcuna via di uscita – dichiarano Clara Crocè e Carmelo Pino della FP CGIL, Nunzio Musca della UIL trasporti ed Enzo Testa della FIT CISL -. Oltre il danno, la beffa. La maggioranza dei lavoratori che sono in arretrato di diverse mensilità di stipendio, adesso devono fare i conti anche col paventato licenziamento collettivo”.

La società che ha in appalto la raccolta dei rifiuti, la Dusty, infatti, con nota del 30 luglio 2012, ha diffidato i sindaci dei Comuni “a sanare la intollerabile morosità ovvero a rinegoziare i termini e le condizioni del contratto di appalto anche utilizzando la clausola del subentro nel rapporto stesso da parte dei sindaci. La società aveva indicato come termine ultimo il 20 settembre per definire la questione”.

“Ma a detta della società – continuano i sindacati – fino ad oggi, non vi è stato alcun segnale concreto da parte dell’Ato 2 e della maggioranza dei sindaci. La Dusty, pertanto, ha comunicato ai sindacati che stante la grave situazione di crisi aziendale procederà al licenziamento collettivo delle 244 maestranze”.

“Chiediamo al liquidatore dell’Ato 2 l’immediata convocazione di tutti i sindaci dei Comuni che fanno parte dell’ambito dell’Ato – concludono Crocè, Pino, Musca e Testa -. Occorre definire una rapida soluzione per scongiurare i licenziamenti e assicurare i servizi ai cittadini. Ai lavoratori devono essere corrisposti gli stipendi, non si può continuare a pretendere il servizio sulla loro pelle. Di contro, è inevitabile lo sciopero proclamato per il 18 settembre e le successive manifestazioni di protesta”.

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