Villafranca, un convegno giornalistico al castello di Bauso

Villafranca, un convegno giornalistico al castello di Bauso

Salvatore Di Trapani

Villafranca, un convegno giornalistico al castello di Bauso

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martedì 01 Dicembre 2015 - 14:19

Si è svolto presso il castello di Bauso il convegno dedicato alla formazione giornalistica che ha visto come protagonisti il vice presidente del Consiglio Nazionale dei Giornalisti, Santino Franchina, e il neo presidente dei giornalisti cattolici messinesi Angelo Sindoni. L’evento è stato realizzato dall'Ucsi (Unione Cattolica della Stampa Italiana di Messina) in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e la Sezione peloritana dell'Assostampa.

Ottimi riscontri per il convegno sulla formazione giornalistica svoltosi presso il castello di Bauso, a Villafranca. Molti i visitatori che hanno preso parte all’evento organizzato dall'Ucsi (Unione Cattolica della Stampa Italiana di Messina) in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e la Sezione peloritana dell'Assostampa. A prendere parte al convegno, in veste di relatori, anche il vice presidente del Consiglio Nazionale dei Giornalisiti, Santino Franchina, e il neopresidente dei giornalisti cattolici messinesi Angelo Sindoni. Presente, come moderatore del dibattito, Domenico Interdonato, vice presidente dei giornalisti cattolici siciliani. Ad accogliere gli operatori dei media la Pro Loco di Villafranca con il suo presidente Antonio Domenico Bonaccorso.

Punto focale sul quale si è molto soffermato il vice presidente dell'Cng Franchina il codice deontologico dei giornalisti. Una sagace analisi di come il giornalismo non debba essere solo fine a se stesso ma debba soprattutto rappresentare un servizio per i cittadini, volto a diffondere l’informazione libera. Il prof. Sindoni ha poi confessato alla platea di essere nato e vissuto fino alla maggiore età a Villafranca, luogo per il quale prova ancora un profondo legame: “L’eco di questo salone mi riporta alla mente la mia gioventù –racconta il giornalista- il mio amore per la storia probabilmente è nato proprio fra queste mura. Ed oggi voglio proprio parlare di storia. Parleremo della genesi del modello mafioso, da Alessandro Dumas e dalla grande letteratura fino ai moderni stereotipi mediatici. Dumas dopo l'unità d'Italia, ci ha fatto conoscere in maniera fantasiosa il brigante Pasquale Bruno, definito nei suoi fantasiosi racconti come un brigante buono, che rubava ai ricchi per dare ai poveri. L'immagine buona di Pasquale Bruno negli anni è stata sfruttata con destrezza dalla mafia, un tranello a cui noi giornalisti non dobbiamo mai cadere. Non esiste la mafia buona di una volta e la mafia violenta di oggi –sottolinea– la mafia è stata e sarà sempre soltanto una organizzazione criminale”.

Un incontro sicuramente interessante che esplora l’evoluzione del giornalismo affrontando anche il problema del cambiamento metodico di quest’ultimo periodo, ormai reso quasi obbligatorio dall’avvento dei nuovi media. Un punto molto importante sul quale ci si è soffermati sottolineando come, sebbene il cambiamento sia ormai inevitabile questo debba arrivare non da terzi ma dagli stessi giornalisti, protagonisti ed operatori dell’informazione da sempre.

Salvatore Di Trapani

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