Il pittore Bruno Samperi festeggia oggi l'ottantesimo compleanno

Il pittore Bruno Samperi festeggia oggi l’ottantesimo compleanno

Eleonora Corace

Il pittore Bruno Samperi festeggia oggi l’ottantesimo compleanno

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venerdì 24 Maggio 2013 - 00:56

Il Maestro Bruno Samperi, inventore della particolare tecnica degli inchiostri tipografici su carta, compie ottant'anni. Una vita dedicata all'arte, che ha visto i tempi d'oro della cultura Messinese e contemplato il lento declino, senza perdere la fiducia nei poteri dell'arte, considerata l'unica "terapia" per migliorare la società.

“Quando ha cominciato a dipingere? Da questo momento! Ogni volta è la prima volta”. Risponde così, Bruno Samperi, alla domanda più ovvia che si possa fare ad un pittore. Ma trattare in modo originale le cose comuni è la sua caratteristica. Siamo a Gradiva Arte, la bottega dove si può trovare ogni giorno il Maestro all’opera, insieme al suo giovanissimo apprendista, Alessio Lanza. Quasi rannicchiato tra le sue opere,parla con il garbo e la sapienza di una generazione che educava alla cultura, prima di ridurla a mero nozionismo. Il Maestro, che preferisce non essere chiamato con questo titolo – “Io mi reputo un artigiano apprendista. La parola “maestro” scivola a terra…” – è nato a Messina il 24 maggio del 1933. Festeggia ottant’anni, consacrati alla creatività:

“Ho sacrificato tanto all’arte. Rinunce che riguardano la sfera privata. Ci vuole tempo per l’arte… Non ho fatto, però, rinunce sociali, perché non volevo arrampicarmi in nessun posto. Non ho rinunciato ad altre strade, non sono qui per raggiungere mete, io dipingo per amore, per passione e forse per la salute, per una forma di terapia. Una cosa che mi manca, anzi più un sogno che mi è rimasto, è che volevo fare il biologo, ma senza studi non si può andare all’Università… eravamo quattro fratelli ed uno è morto nel dopoguerra, quindi sono dovuto andare a lavorare. Abbiamo iniziato come tipografi io e mio fratello Aurelio. Mio padre era rilegatore di libri e cominciammo con un po’ di inchiostro preso da lui, con la macchina ancora manuale, non avevamo nemmeno diciotto anni…”.

Una passione, quella per la biologia, che il grande artista continua, comunque, a coltivare. Quella per la pittura, invece, è riuscito a portarla avanti insieme al lavoro nella tipografia, fino agli anni cinquanta, epoca dell’invenzione degli “inchiostri su carta”,una forma d’espressione originale, fatta con carta tipografica patinata con il petrolio, lavorata a mano con inchiostro, pennelli, spugna o stracci, che da quel momento in poi caratterizzerà e renderà uniche le sue opere. In seguito, si è dedicato anche ai colori ad olio e agli acrilici. – “l’acrilico è più immediato,ma per fare certi lavori l’olio è insostituibile, come per le nature morte” – . Autodidatta, tra forma e colore, preferisce, ovviamente, il secondo.

“ Non ho mai disegnato, tutti i lavori che faccio li faccio con il colore, anche i ritratti, gli autoritratti ecc…Mi ispiro a tutti e a tutto ciò che mi piace e può darmi motivo di apprendere e trasmettere qualcosa. Ovviamente guardo i pittori del ‘700. Ho guardato anche ciò che si è fatto a Messina dagli anni cinquanta ad ora, ho seguito tutte le mostre e mi hanno aiutato molto– tra tutti, il “collega” più stimato resta il Maestro Vincenzo Cieli-. Tutto quello che ho acquisito l’ho acquisito anche grazie agli altri. È un errore quando alcuni dicono “la mia pittura”, la pittura è di tutti e per tutti, non è un fatto di proprietà né materiale né spirituale. Ed è una terapia perché allieva i disastri, la violenza, le brutture della società. È una speranza sociale non solo personale ”. I suoi quadri sono stati esposti in Germania ed America. Nel 1989 è stata allestita una mostra di autoritratti a Milano. Diverse esposizioni sono state fatte negli anni sessanta in Calabria, poi a Roma e Firenze, ma il Maestro ammette di non averne fatte molte, dal momento che :“non mi va di viaggiare”. In compenso è stato sempre molto attivo in città, partecipando a tutti gli eventi culturali di una Messina ben diversa da come siamo, ormai, abituati a vederla:

“Negli anni passati si è cercato di fare qualcosa di più. Ho fatto delle performance, mostre per la strada. Allora c’era la forza per fare queste cose… In generale, mi manca della Messina di un tempo il fatto che quasi non ci sono più gallerie e le persone che si danno da fare per la cultura. Non c’è più molto dialogo tra i pittori, almeno per quello che vedo io, ma forse è anche l’età… fino a vent’anni, trent’anni fa ci si incontrava in gruppo per vedersi e discutere”. Semperi si è sempre impegnato anche a livello sociale. Di certo non vale per lui il motto “l’arte per l’arte”, prova ne sono le sue numerose performance. Una, ad esempio, realizzata a Venezia e ispirata alle installazioni artistiche dei coniugi Christo, sul tema delle carceri. “Sono andato sul Ponte di Paglia di fronte a quello dei Sospiri, quello che i prigionieri attraversavano prima di essere rinchiusi. Avevo delle magliette e un pennarello per i passanti, che potevano scrivere un pensiero sulle carceri. Ho lavato simbolicamente le magliette e poi le ho appese tutte ad un filo lungo il Ponte di Paglia per occultare il Ponte dei Sospiri”. Una performance tutta messinese fu, invece, il funerale per il Vittorio Emanuele: “Era il 1978. Eravamo in quattro, il pittore Serboli, Montalto, mimo che lavora in Francia, Piero Saccà, che dipingeva ed io. Abbiamo inscenato un funerale con la cassa da morto, perché ancora il teatro non era del tutto funzionante. C’era un volantino ironico che recitava: a 70 anni dal terremoto si ringrazia l’amministrazione per il recupero di questo spazio. La polizia ci ha vietato di sfilare per strada e abbiamo fatto il corteo sul marciapiede, però ispirandoci ad un gioco che facevamo da ragazzini, un piede dentro e un piede sulla strada. Poi abbiamo depositato la bara e acceso delle candele, c’era tantissima gente”. La curiosità nel guardarsi intorno e l’umiltà nell’osservare. Sono questi gli ingredienti dell’arte di Semperi. Un’arte immediata, impetuosa e spontanea come la vita stessa.

“La pittura è la somma della vita. Io posso partire con l’intenzione di fare una pera e poi faccio una casa, non posso pianificarlo prima. È per questo che la pittura non si insegna, fa parte della vita stessa. È un bisogno di vivere, di essere presente. Come i primi uomini che dipingevano nei muri delle caverne, è un esigenza materiale, non in senso dispregiativo, lo spirito, secondo me, nasce dalla materia, se non c’è la materia lo spirito non può esistere. La vita è fatta di ingredienti, non è finita e forse mai iniziata da un certo punto di vista, vita e morte sono lo stesso così come materia e spirito. Quello che resta, alla fine, sono le opere non perché sono cose, ma perché dentro c’è l’essenza, lo spirito, la vita”. Mentre parla, guarda spesso la tela che ha alle spalle, l’anziano Maestro, dove trionfi di verde e grida di luce si protendono dall’ombra di un fitto sottobosco. “Sono più i sogni dell’uomo che quello che realmente riesce a fare. . “ . Commenta un po’ malinconico. Poi sorride e aggiunge: “ Del resto, come dicevano gli antichi, la vita è il tempo di affacciarsi al balcone…”. (Eleonora Corace)

2 commenti

  1. Nino Principato 24 Maggio 2013 06:47

    Auguri Bruno, pittore scomodo per questa imbelle e sciroccata città, che hai avuto sempre il coraggio delle tue azioni; che hai scontato sempre sulla tua pelle il non scendere a compromessi con la politica e con la partitocrazia per portare avanti il tuo sublime messaggio artistico; che non hai mai barattato la tua Arte per un pugno di lenticchie come si fa a Messina; che ti sei sempre impegnato coi fatti, non a chiacchiere, per il vero riscatto culturale di questa città che non ti merita; che hai sempre perseguito i tuoi puliti ideali; che non hai mai brigato sottobanco per portare avanti il tuo nome con mostre altisonanti e roboanti; che hai sempre lavorato in silenzio e nell’ombra in una città di padrini e padroni dove ad emergere sono sempre i falsi storici e le mediocrità in arte…
    Auguri, Bruno
    Nino

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  2. Auguri Bruno, auguri Maestro per i tuoi prossimi 80 anni

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