L'Ars dice sì ai tagli agli Enti locali e mette il defibrillatore alla giunta Crocetta

L’Ars dice sì ai tagli agli Enti locali e mette il defibrillatore alla giunta Crocetta

Rosaria Brancato

L’Ars dice sì ai tagli agli Enti locali e mette il defibrillatore alla giunta Crocetta

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martedì 23 Giugno 2015 - 22:03

L'Ars vara i tagli agli Enti locali: ridotto il numero dei consiglieri comunali, degli assessori e adeguata la norma sulle indennità a quella nazionale. Il 30 approderà in Assemblea la riforma delle province. Ma per Crocetta sono iniziati gli ultimi mesi. Gli alleati hanno lanciato i primi segnali. Ardizzone: o si fa la riforma o si torna al voto anticipatamente.

L’approvazione della riforma delle Province è ineludibile, altrimenti si sciolga il Parlamento e si torni al voto”. Così ha tuonato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e la frase, detta da un moderato che per abitudine e stile non mette mai le parole a casaccio, riassume il pensiero di tutti, e soprattutto degli alleati di Crocetta. L’unico dettaglio è il “quando”, ma il dato è tratto e la discesa della rivoluzione siciliana è già iniziata. Non a caso i sindacati che ieri a Palermo hanno portato l’esercito delle vittime della riforma più annunciata della storia, i lavoratori delle ex-non ancora ex-Province, non hanno incontrato il Presidente o l’assessore agli Enti locali, ma il presidente dell’Ars e successivamente i gruppi parlamentari.

L’incontro si è concluso con la decisione di calendarizzare i lavori della riforma ed inserire l’emendamento che consentirà ai commissari straordinari di far quadrare i bilanci 2015, attualmente falcidiati dalle continue incursioni dello Stato, ed ottenere dalla Regione “ fino a 10 milioni di euro (dei 30 previsti dall’art.10 della legge 9/2015 per il piano straordinario d’interventi alla viabilità secondaria) quale contributo ai bilanci in conto capitale per il pagamento della quota capitale dei mutui”.

L'impegno preso da Ardizzone è quello di portare il ddl in Aula il 30 giugno: “Sono dell'idea che prima di tutto dobbiamo attribuire le funzioni ai liberi consorzi e alle città metropolitane. Dobbiamo presentarci allo Stato, che in questo momento è uno Stato gabelliere, con le carte in regola”

Così mentre da un lato Ardizzone e i gruppi Ars incontravano i sindacati sulla riforma delle Province, in Aula si dibatteva sui tagli agli Enti locali e nelle stanze delle decisioni si riuniva l’ennesimo vertice di maggioranza per decidere le prossime mosse. Tre fotografie di uno stesso scacchiere, un fotomontaggio sempre più scolorito.

La norma sui tagli agli Enti locali, inizialmente inserita da Crocetta nel ddl sulle Province e voluta per “strizzare l’occhio” ai grillini, è stata poi stralciata per camminare sulle proprie gambe, ma vede il governatore e i suoi alleati impegnati in una delle tante guerre di posizionamento su chi è più “rottamatore” dell’altro, quando in realtà è solo un modo per scaricare attenzione e tagli sul “muretto basso”, usando la forbice sui consiglieri dell’ultimo gradino, circoscrizioni e comuni, guardandosi bene dal ridurre ben altri e soprattutto “alti” compensi come quelli nei carrozzoni e nelle partecipate. Ma il vento che soffia è quello dell’antipolitica e il governo Crocetta e l’Ars si sono sentiti obbligati a seguirlo…

Con le riduzioni varate dall’Ars la normativa sulle indennità è equiparata a quella nazionale, ci saranno 1600 consiglieri comunali in meno nell’isola, e 500 assessori in meno (i tagli sono uguali in percentuale tra piccoli e grandi comuni), e Messina, Palermo e Catania avranno 102 consiglieri di circoscrizione in meno (negli altri comuni sono cancellati). Cambiano anche le norme in materia di permessi (non più 24 ore ma solo le ore realmente utilizzate per i lavori di commissione o in Aula) e di oneri riflessi (arginando così una delle peggiori “pratiche” maggiormente diffuse dalle nostre parti). Insomma, con la riforma un fatto è certo: alla prossima tornata si candideranno soltanto quanti credono davvero nella politica come spirito di servizio.

Gli Enti locali stanno diventando uno dei tanti “nodi al pettine” del rapporto tra giunta e alleati che hanno ormai non ufficialmente dato il benservito a Crocetta, mantenendo il governo attaccato al defibrillatore solo per meri calcoli.

Crocetta sbandiera la norma sui tagli per cercare una sponda sui 5Stelle e provare a ricostruire quell’idillio d’inizio mandato, idillio finito già da un pezzo ed i grillini non cascheranno nella rete, soprattutto dopo aver vinto a Gela e Augusta due ballottaggi simbolo. Il Pd e gli altri non possono fermare il treno di un ddl che sarà indigeribile alle basi dei partiti che vedranno nei deputati che hanno votato i tagli i loro carnefici (e se ne ricorderanno alle prossime elezioni), ma non possono far altro che abbozzare e scegliere il male minore, ovvero l’adeguamento alla normativa nazionale.

Il Pd sa bene che l’abbraccio con Crocetta è, sotto il profilo politico, ormai letale in vista della prossima tornata elettorale, e non sanno quando e come porre fine ad un matrimonio a dir poco burrascoso. Se Raciti propende per un ingresso del Nuovo Centro Destra in giunta con l’ennesimo rimpasto a scapito dei partiti minori, Faraone ha girato la clessidra e sembra non vedere l’ora che la stagione crocettiana finisca. Comunque vada in casa Pd sanno che anche un mese in più con Crocetta è una percentuale in meno alle urne. Lo sa bene anche l’Udc che infatti ha lanciato il messaggio attraverso Ardizzone: o si fa la riforma o si torna prima alle urne. Nel frattempo l’assessore Leotta è già con le valigie in mano. L’idea potrebbe essere quella di un rimpasto che faccia trascorrere gli ultimi mesi “senza troppo colore politico”, con Pd e Udc che lentamente si defilano per arrivare alla campagna elettorale sperando che i siciliani (notoriamente di memoria cortissima) dimentichino con chi sono stati alleati in questi anni. Musumeci ha già messo in pista il nuovo movimento di centro destra “Diventerà bellissima” ed il M5Stelle non ha alcuna paura, e lo ha dimostrato con 2 mozioni di sfiducia affondate per pochi voti, di elezioni anticipate, anzi, guarda dritto alla Presidenza della Regione.

E se i tagli agli Enti locali sono una faccia della medaglia, dall’altra c’è la riforma Giletti, ovvero quella farsa che ha messo in ginocchio intere province, facendo ridere tutta l’Italia e piangere lavoratori e cittadini. Piuttosto tardivo l’ultimatum di Ardizzone sulla riforma dal momento che abbiamo già festeggiato 2 anni di abolizione della democrazia rappresentativa in attesa di una nuova legge che ha fatto entrare alcuni privilegi (leggi indennità) dalla finestra dopo averli fatti uscire dalla porta, ed è stata bersagliata ad aprile per l’ennesima volta. Infine, dettaglio non da poco ha lasciato commissariate le ex Province da due anni, e le nuove proroghe sono già alla firma (c’è chi spinge addirittura fino a fine settembre). Il governo Cuffaro e le amministrazioni Buzzanca e Genovese sono durate persino meno di questi commissariamenti. Ma c’è di più. In attesa che venga varata la riforma il governo Renzi, che ha bisogno di risorse, fingendo che “in Sicilia le Province sono state abolite”, avoca a sé i soldini, come nel caso delle Rca. E’ come se gli eredi si spartissero i beni dell’amato nonno mentre è ancora in ospedale. Morale della favola: le ex Province sono a rischio default, più che riformarle il governo Crocetta finora le ha bombardate, esattamente come è avvenuto con il pianeta della formazione (quella buona).

E’ quindi iniziato il Crocetta IV, V e forse VI, una stagione che non sappiamo quanto durerà, ma probabilmente ancora un anno, non di più.

Intanto, sull’approvazione della riforma i book maker inglesi ancora accettano scommesse.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. FINIU A PACCHIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. FINIU A PACCHIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  3. Cara ROSARIA forse è meglio far parlare i numeri che non mentono mai, da Palermo la nostra Messina non ha mai avuto un granché. TRASFERIMENTI REGIONALI a Palazzo Zanca. (2008) €27.418.396 il 4,8% del totale entrate. (2009) €28.498.778, il 5,9%. (2010) €19.460.808, il 5,7%. (2011) €35.674.454, il 7,3%. (2012) €19.482.640, il 4,3%. (2013) €16.773.322, il 3,5%. (2014) €18.937.632, il 4,3%. (2015 fino ad oggi) €5.246.023, solo il 3,6% del totale entrate pari a €143.582.000. Le risorse della Regione Siciliana (quisquilie, pinzillacchere) sono oramai irrisorie, ANCE SICILIA ha dichiarato che finanziariamente per i Comuni siciliani è CALAMITA’ISTITUZIONALE, e in questo contesto il RIVOLUZIONARIO poi RE SARO li ha ancora più affossati.

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  4. Cara ROSARIA forse è meglio far parlare i numeri che non mentono mai, da Palermo la nostra Messina non ha mai avuto un granché. TRASFERIMENTI REGIONALI a Palazzo Zanca. (2008) €27.418.396 il 4,8% del totale entrate. (2009) €28.498.778, il 5,9%. (2010) €19.460.808, il 5,7%. (2011) €35.674.454, il 7,3%. (2012) €19.482.640, il 4,3%. (2013) €16.773.322, il 3,5%. (2014) €18.937.632, il 4,3%. (2015 fino ad oggi) €5.246.023, solo il 3,6% del totale entrate pari a €143.582.000. Le risorse della Regione Siciliana (quisquilie, pinzillacchere) sono oramai irrisorie, ANCE SICILIA ha dichiarato che finanziariamente per i Comuni siciliani è CALAMITA’ISTITUZIONALE, e in questo contesto il RIVOLUZIONARIO poi RE SARO li ha ancora più affossati.

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  5. i numeri!!!!!!!!!!!!ma stamu parrannu di riforma degli enti locali o di numeri.diplomato ragiuneri? o scola serali.

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  6. i numeri!!!!!!!!!!!!ma stamu parrannu di riforma degli enti locali o di numeri.diplomato ragiuneri? o scola serali.

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  7. La riforma vera è abolire la regione non le province:riorganizzare la regione su basi provinciali,abolire i consigli comunali dei paesi con meno di 5.000 abitanti, bastano le giunte elette direttamente dai cittadini assieme al sindaco.I sindaci non possono trascorre 3/4 del tempo a guardarsi da congiure invece di amministrare.la governabilità e stabilità deve partire dagli Enti Locali.I vari governi Crocetta dimostrano l’ipocrisia dei partiti e il loro opportunismo sono segno di una classe politica,sempre la stessa,inefficiente inconcludente,rissosa solo per salvaguardare i propri privilegi e non si rende conto che sta affossando la Sicilia:la pagheranno!l’ira dei Siciliani può manifestarsi all’improvviso la proverbiale pazienza finire

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  8. La riforma vera è abolire la regione non le province:riorganizzare la regione su basi provinciali,abolire i consigli comunali dei paesi con meno di 5.000 abitanti, bastano le giunte elette direttamente dai cittadini assieme al sindaco.I sindaci non possono trascorre 3/4 del tempo a guardarsi da congiure invece di amministrare.la governabilità e stabilità deve partire dagli Enti Locali.I vari governi Crocetta dimostrano l’ipocrisia dei partiti e il loro opportunismo sono segno di una classe politica,sempre la stessa,inefficiente inconcludente,rissosa solo per salvaguardare i propri privilegi e non si rende conto che sta affossando la Sicilia:la pagheranno!l’ira dei Siciliani può manifestarsi all’improvviso la proverbiale pazienza finire

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