Polizia mortuaria, il vicepresidente del Consiglio Interdonato: "15 posti a rischio"

Polizia mortuaria, il vicepresidente del Consiglio Interdonato: “15 posti a rischio”

Rosaria Brancato

Polizia mortuaria, il vicepresidente del Consiglio Interdonato: “15 posti a rischio”

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martedì 03 Settembre 2013 - 15:10

Il vicepresidente del Consiglio comunale Interdonato ha incontrato, insieme ai colleghi Amata e Santalco, il vicesindaco Signorino in merito al servizio di polizia mortuaria, dopo la gara d'appalto di luglio. Il servizio attualmente è sospeso e in gioco ci sono 15 posti di lavoro. "Si potrebbe affidare il servizio temporaneamente alla stessa impresa che lo ha svolto finora", propone l'esponente dei Dr.

Il bando di gara per i servizi di polizia mortuaria finisce all’attenzione del Tar e dei Consiglieri comunali che chiedono l’intervento dell’amministrazione per scongiurare il rischio della perdita di 15 posti di lavoro.

Ad accendere i riflettori su un bando che presenta diversi punti da rivedere, è stato il vicepresidente del Consiglio Comunale Nino Interdonato, che insieme ai colleghi consiglieri Elvira Amata e Giuseppe Santalco, in tarda mattinata ha incontrato il vicesindaco Guido Signorino per sottoporre alla sua attenzione la vicenda. Già il 9 agosto Nino Interdonato aveva presentato un’interrogazione in merito alle modalità del bando di gara che affidava il servizio di polizia mortuaria, trasporti funebri, raccolta e smaltimento dei rifiuti nei cimiteri cittadini per un importo a base d’asta di 1 milione 369 mila euro. L’avviso di gara, espletato il 30 luglio dal Dipartimento Cimiteri, non prevedeva il mantenimento di 20 unità occupazionali.

Diverse anomalie però lasciavano presagire quanto si è successivamente verificato con l’aggiudicazione dell’appalto alla società vincitrice.

Il vicepresidente Interdonato già il 9 agosto chiedeva al sindaco Accorinti una verifica in merito ad eventuali problemi formali del bando di gara “allo scopo- spiegava- di tutelare l’amministrazione da possibili future azioni risarcitorie da parte di terzi e a tutela degli stessi lavoratori”.

Il servizio è stato aggiudicato, ma da una settimana i lavori sono sospesi, la Servizi cimiteriali, (società che aveva finora espletato il servizio) ha presentato ricorso al Tar per le anomalie del bando, e i 15 lavoratori non hanno alcuna garanzia di continuità occupazionale. Ulteriori disagi sono stati registrati anche al Cimitero, dove, dopo una settimana di sospensione del servizio gli uffici sanitari hanno già riscontrato le prime carenze sanitarie.

“In gioco ci sono 15 posti di lavoro. Il bando di gara non prevedeva la continuità occupazionale dei lavoratori- spiega Nino Interdonato- L'impresa aggiudicata l’appalto non ha quindi obblighi su quanto indicato. L’amministrazione dovrebbe verificare quanto previsto dal bando anche perché, ad esempio, la ditta vincitrice non risulta iscritta all’ente camerale per la categoria prevista per i servizi di polizia mortuaria”.a

Diverse le anomalie riscontrate già subito dopo la pubblicazione del bando e per le quali la Servizi cimiteriali, dopo aver richiesto l’annullamento o il ritiro dell’avviso ha adesso deciso il ricorso al Tar.

Il bando non è firmato dal Responsabile Unico del Procedimento, fa riferimento non ad un “servizio di polizia mortuaria” (come in tutti i Comuni d’Italia) ma al termine “lavori pubblici”, utilizzando la categoria dei lavori edili, mentre è evidente che il servizio di trasporto funebre, nonché l’intero servizio di polizia mortuaria o raccolta e smaltimento dei rifiuti all’interno dei cimiteri richiede autorizzazioni e abilitazioni specifiche. L’uso del carro funebre, ad esempio, è soggetto ad autorizzazioni che sono in possesso solo delle agenzie funebri ed anche lo smaltimento dello zinco prevede autorizzazioni specifiche. Nel progetto si fa riferimento ad “un pagamento forfettario bimestrale”, non è prevista nel bando la modalità di pagamento e si fa riferimento genericamente a fondi comunali senza citarne capitolo e impegno di gestione. Quanto poi all’occupazione venivano indicate 20 unità, ma, conti alla mano, le spese di manodopera sarebbero finite con il costare, comprensive delle spese generali, oltre un milione di euro, lasciando poche migliaia di euro per l’acquisto dei materiali.

Nell’interrogazione di agosto venivano evidenziate le diverse anomalie che avrebbero nei fatti reso impossibile il servizio e inevitabile il ricorso al Tar.

Entrambe le cose si sono verificate dopo l’aggiudicazione del bando ed oggi i consiglieri Interdonato, Amata, Santalco hanno sottoposto la vicenda all’attenzione del vicesindaco Signorino affinchè trovi una soluzione adeguata.

“L’unica alternativa possibile e l’ho proposta al vicesindaco- spiega Interdonato- è l’affidamento temporaneo del servizio alla stessa ditta che lo ha espletato finora, il tempo necessario per diramare le nubi e trovare una soluzione definitiva. Non possiamo mettere a rischio né il servizio, per ovvi motivi igienico-sanitari, né 15 posti di lavoro. Stiamo parlando di persone specializzate e qualificate che hanno sempre svolto con efficienza il servizio”.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. Che vergogna , il fiore all’occhiello di Accorinti fa queste cose ?

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  2. ma non c’è un ufficio predisposto alla redazione dei bandi di gara? non c’è nessun quadro o dirigente che controlla la bontà di quanto espresso? ma soprattutto, va bene l’inesperienza dei nuovi organi, perchè non si è tenuto conto dell’avviso del consigliere comunale per ritirare il bando in autotutela prima di arrivare all’aggiudicazione? speriamo si tratti di inesperienza e non di presuntuosità.

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  3. Il comune di Messina scivolerà sempre verso il basso, non è colpa dei politici , ma solo dell’incapacità dei dirigenti che producono danni senza dar conto a nessuno .

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