Il Taormina Film Festival ed il ruolo fondamentale della stampa

Il Taormina Film Festival ed il ruolo fondamentale della stampa

Rosaria Brancato

Il Taormina Film Festival ed il ruolo fondamentale della stampa

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martedì 11 Aprile 2017 - 12:49

Senza gli articoli pubblicati da Tempostretto e da alcune altre testate poco o nulla sarebbe trapelato e comunque si sarebbe scritta una pagina ben diversa da quella che stiamo raccontando

Nell’estate dello scorso anno le intenzioni sul futuro di Taormina Film Festival, erano ben altre. L’idea generale era quella di procedere con una seconda proroga all’Agnus Dei, società che ha gestito la Rassegna dal 2012 al 2016, per un totale di 5 edizioni. Nel 2012 alla società di Tiziana Rocca era bastato l’invio di un fax al numero del Comitato di Taormina Arte per rispondere all’invito e ottenere la gestione del Festival. Nel 2014 lo stesso Comitato firmò una proroga che tra l’altro lasciava in mano dell’Agnus Dei tutti gli incassi e i proventi, senza avere alcun corrispettivo. L’idea dunque, nell’estate 2016 era quella di confermare la società. In quest’ottica Accorinti volò a Venezia, alla Kermesse nazionale nell’ambito della quale venivano consegnati i Premi Cariddi.

A far cambiare direzione alle intenzioni del Comitato di Taormina Arte furono gli articoli di stampa e gli interventi di due consiglieri comunali di Messina e Taormina (Piero Adamo ed Eugenio Raneri) che da settembre in poi fecero in modo di accendere i riflettori sul Festival.

Senza gli articoli di Tempostretto, così come de La Sicilia e BlogTaormina non sarebbero emerse le falle e le ombre dei due bandi, nè le irregolarità venute fuori dalle sedute di Commissione, i retroscena. Senza la stampa alcune cose non sarebbero mai uscite dalle stanze delle decisioni e la voce di chi denunciava, come Eugenio Raneri, non avrebbe avuto eco.

Ripercorriamo le tappe di questi 8 mesi.

Dopo 5 edizioni consecutive gestite dalla stessa società (che ha operato bene) venne evidenziata dalla stampa la necessità di un bando aperto che non lasciasse adito a ombre o dubbi sulla trasparenza. Senza nessun entusiasmo da parte dei componenti del Comitato si arrivò, nel mese di ottobre al primo bando.

Il 7 ottobre sul sito di Tao Arte viene pubblicato il Bando 1.0, che dava tempo fino al 21 per presentare le offerte. Saltava subito agli occhi che si trattava di un bando “light”, predisposto in maniera tale da apparire “sartoriale”. Il bando lasciava ampi margini di discrezionalità al Comitato: non è indetta alcuna procedura di affidamento,non sono previste graduatorie, attribuzione di punteggi. La partecipazione non vincola in alcun modo il Comitato che deciderà i soggetti idonei ad insindacabile giudizio.

Immediata la bufera con il consigliere comunale di Taormina Eugenio Raneri che si rivolse all’Anac e alla Commissione regionale antimafia. A Messina a protestare fu il presidente della Commissione cultura Piero Adamo.

Il 21 ottobre le offerte presentate al bando 1.0 sono 6 ma la bufera mediatica spinge il sindaco di Taormina Eligio Giardina ad annunciare un nuovo bando e la nomina di una commissione esaminatrice composta anche da un magistrato.

Il 5 novembre viene pubblicato il Bando 2.0 che manda in soffitta quello precedente. Termine di presentazione delle offerte il 21 novembre. Dopo aver fatto una prima selezione delle candidature il Comitato dà un nuovo termine, mezzogiorno del 16 dicembre, per la presentazione delle 3 offerte (tecnica, economica, organizzativa). La seduta di apertura delle buste, che dovevano essere inviate con 3 distinte mail alla pec del Comitato, è fissata alle 15 dello stesso 16 dicembre. Per un problema non meglio precisato l’apertura delle buste slitta a gennaio. Nel frattempo viene nominata la Commissione di gara, della quale, contrariamente a quanto annunciato da Giardina non c’è alcun magistrato.

Il 26 gennaio, all’apertura delle offerte scoppia il giallo della pec in ritardo, quella dell’Agnus Dei, che viene in un primo momento esclusa poiché inoltrata oltre il termine di scadenza. Di tutto questo nel comunicato del Comitato non c’è traccia. La Commissione di gara decide di acquisire un parere legale ed il 7 febbraio, dopo il parere positivo dell’avvocato Giacomo Ferrari l’Agnus Dei viene ammessa alla gara. La settimana successiva l’esame delle 3 offerte comporta l’aggiudicazione della gara a Videobank e l’esclusione dell’Agnus Dei per carenza dell’offerta economica nella parte relativa al corrispettivo al Comitato.

Nonostante ciò l’Agnus Dei si rivolge al Tar contestando l’esclusione e chiede la sospensione dell’aggiudicazione. Videobank presenta ricorso incidentale ed il 3 aprile un esposto in Procura in merito a presunte irregolarità nella documentazione presentata dall’Agnus Dei per giustificare il ritardo nell’inoltro dell’offerta.

Il Tar, riunitosi il 6 aprile, decide di accogliere entrambi i ricorsi, annullare la gara e trasmettere alla Procura di Messina il dossier presentato da Videobank contro l’Agnus Dei. L’ipotesi è turbativa d’asta.

A Taormina Arte restano due mesi per rattoppare una falla enorme e un danno all’immagine di vaste dimensioni.

Se non ci fosse stata la costante informazione di Tempostretto, La Sicilia e blogtaormina le cose sarebbero andate diversamente. Senza le note di Eugenio Raneri, Piero Adamo e Giambattista Coltraro tanti aspetti di questa vicenda non sarebbero mai finiti sotto i riflettori.

Da settembre 2016 non si è udita una sola frase di Accorinti, che pure è sindaco metropolitano ( nel Comitato ha il doppio peso di voto come sindaco di Messina e della Città Metropolitana). Il sindaco non ha più proferito verbo sulla vicenda da otto mesi come se il suo ruolo all’interno del Comitato fosse ininfluente o come se non sapesse cosa stava accadendo. Il peso delle polemiche e delle decisioni è caduto tutto sul solo sindaco di Taormina. Accorinti si è limitato a dire “voglio due serate anche a Reggio Calabria perché siamo area integrata”. Non si è accorto che TaoFilmFest stava morendo a colpi di clava.

Sul campo, alla fine di questa guerra, sono rimasti i cittadini, i turisti, la stessa immagine di un prestigioso e glorioso Festival. Non ci sono prigionieri e non ci sono vincitori. Le armi usate spesso non sono state quelle “convenzionali”. Le regole non sono state rispettate e a volte il silenzio si è trasformato in complicità.

Ma se non ci fosse stata la stampa, “cane da guardia della democrazia”, tutto questo i cittadini non l’avrebbero mai saputo.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. mi vien che ridere…….bravi dopu tuttu stu pubbirazzu……si scopre che anche VIDEOBANK, era carente del REQUISITO INDISPENSABILE della pluriennallità nell’organizzazione di Eventi del tipo Taormina Film Fest..mi vien molto da pensare sulla Commissione , sprovveduti , non credo e allora ????? Considerazione, non era meglio per quest’anno prorogare e poi con molta calma Creare un bando ben articolato ???

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  2. mi vien che ridere…….bravi dopu tuttu stu pubbirazzu……si scopre che anche VIDEOBANK, era carente del REQUISITO INDISPENSABILE della pluriennallità nell’organizzazione di Eventi del tipo Taormina Film Fest..mi vien molto da pensare sulla Commissione , sprovveduti , non credo e allora ????? Considerazione, non era meglio per quest’anno prorogare e poi con molta calma Creare un bando ben articolato ???

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  3. MessineseAttenta 11 Aprile 2017 16:06

    “come se non sapesse cosa stava accadendo”. Appunto……….

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  4. MessineseAttenta 11 Aprile 2017 16:06

    “come se non sapesse cosa stava accadendo”. Appunto……….

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