Comitato Stop Opg: "Accelerare la chiusura dell'ospedale psichiatrico"

Comitato Stop Opg: “Accelerare la chiusura dell’ospedale psichiatrico”

Giusy Briguglio

Comitato Stop Opg: “Accelerare la chiusura dell’ospedale psichiatrico”

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giovedì 20 Dicembre 2012 - 12:11

Dopo il sequestro dell'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona avvenuto ieri mattina, il comitato Stop Opg si rivolge a Crocetta perché vengano velocizzate le pratiche per la chiusura dell'istituto per il quale da tempo denunciavano la grave situazione vigente

L’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona pozzo di Gotto è stato sequestrato ieri mattina. Sovraffollamento di pazienti contro carenza di personale specialistico per l’assistenza. Questo il motivo principale che ha portato la Commissione d’Inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale a disporne la misura cautelare in attesa del trasferimento dei pazienti che dovrà avvenire entro 30 giorni, dove bisogna ancora stabilirlo.

Adesso il comitato “StopOpg”, che da tempo si interessa alla questione, chiede che i tempi per la chiusura vengano accelerati. Secondo Elvira Morgana e Francesco Gervasi del comitato i presupposti per procedere alla chiusura esistevano già da tempo, ma i documenti di denuncia prodotti sono rimasti inascoltati. “Al presidente della Regione vogliamo ora dire di riprendere i documenti da noi prodotti e fattigli pervenire e di avviare il confronto – dichiarano -, ci auguriamo adesso che il sequestro imprima una svolta alla vicenda”.

Fino a 12 pazienti per cella. Malati di cuore, disabili in sedia a rotelle, pazienti affetti da ernie e da altre disfunzioni gravi senza assistenza. Lo stesso vale per la terapia psichiatrica e psicologica. “La regione siciliana non ha recepito il decreto del 2008 che dispone il passaggio del servizio sanitario delle case penitenziarie dal Ministero di grazia e giustizia alla Sanità nazionale – prosegue il coordinamento StopOpg – cosa che ha determinato la mancata presa in carico dei pazienti dell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto da parte del sistema sanitario regionale”. “Nella nostra regione – affermano Morana e Gervasi- di fatto c’è stata una vera mancanza di diritto di cittadinanza e di dignità umana per la persona inferma di mente internata, in una struttura di tipo ‘concentrazionario'”.

“A Crocetta – conclude il comitato – a novembre avevamo scritto che se rivoluzione deve esserci questa deve partire dai più deboli, dagli umili, da chi non ha rappresentanza sociale, civile e politica. Torniamo a ribadirlo chiedendo di convocarci subito per accelerare i processi rimasti al palo, dando alle persone interessate certezza di diritto e di riscatto sociale”.

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