Da Ospedale psichiatrico giudiziario a Residenze per la sicurezza sanitaria. Cambia davvero qualcosa?

Da Ospedale psichiatrico giudiziario a Residenze per la sicurezza sanitaria. Cambia davvero qualcosa?

Da Ospedale psichiatrico giudiziario a Residenze per la sicurezza sanitaria. Cambia davvero qualcosa?

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lunedì 19 Gennaio 2015 - 08:45

Il presidente dell’associazione Casa di Solidarietà e Accoglienza, padre Giuseppe Insana, insieme al presidente del Circolo Arci Città Futura, Antonio Livoto, contesta la decisione, da parte della Regione, di individuare come Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria un reparto dell’Ospedale psichiatrico giudiziario

Cambiare tutto per non cambiare nulla. Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il suo “Gattopardo” sono stati chiamati in causa tante volte nella nostra Sicilia. Lo fa anche padre Giuseppe Insana, presidente dell’associazione Casa di Solidarietà e Accoglienza, in merito alle vicende dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona.

La legge 81/2014 prevede luoghi e situazioni diverse, ma adesso l’assessorato regionale alla Sanità ha individuato un reparto dell’Opg come sede di Rems, le Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria, per le quali l’Asp di Messina sta già procedendo con i lavori di ristrutturazione.

Insieme a padre Giuseppe Insana, anche Antonio Livoti, presidente del Circolo Arci Città Futura: “Una scelta assurda, senza senso e in contrasto con la legge – affermano –. E’ vero che il personale delle Rems sarà solo sanitario, ma il contorno in termini strutturali e di contesto resta quello assolutamente penitenziario. Il cittadino sa e vede che ci sono innumerevoli immobili pubblici inutilizzati ed in totale stato di abbandono, che potrebbero essere ristrutturati e adibiti a Rems”.

Cinque gli inviti rivolti all’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino:

– A desistere da questa scelta e intraprendere, presto, perché il 31 marzo 2015 (data previsa dalla legge è ormai prossima) altre scelte più idonee secondo gli standard del Decreto di riferimento;

– A responsabilizzare i Dipartimenti di Salute Mentale, a produrre i Ptri (Progetti Terapeutico Riabilitativi Individualizzati) nei confronti delle Persone internate in Opg con misura di sicurezza definitiva e provvisoria, come vuole la legge 81/2014;

– A sollecitare le Asp ad attivare i 50 budget di salute per gli internati dell’Opg, già previsti e sovvenzionati da anni;

– A recepire il Decreto del Consiglio dei Ministri 1 aprile 2008, già recepito da tempo da tutte le altre regioni. Più volte l’Assessorato ha promesso il recepimento del Dpcm senza tener fede all’impegno, e questo diventa impedimento all’accettazione del progetto per il superamento dell’Opg e all’assegnazione delle risorse previste;

– A dare finalmente attuazione al Piano Strategico per la Salute Mentale della Regione Sicilia, perché ci sia un dignitoso servizio di salute mentale sui territori, attualmente molto carente e causa prima di reati da parte di persone inferme di mente, facendole arrivare così in Opg”.

“A tanti tavoli di lavoro, a livello regionale e nazionale – concludono Livoti e padre Insana – si è discusso sulla reale necessità delle Rems, in quanto il numero delle persone che necessitano di queste strutture è di gran lunga inferiore alle previsioni. La stessa legge 81/2014 prevede la possibilità per le Regioni di riformulare i progetti d’azione, prevedendo un’unica Rems per tutto il Sud Italia (massimo 20 posti), scegliendo di investire le risorse per il miglioramento dei servizi di salute mentale territoriali”.

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