"Cambiare gli usi civici di Messina". L'obiettivo della Giunta sull'esempio di Napoli e Rodotà

“Cambiare gli usi civici di Messina”. L’obiettivo della Giunta sull’esempio di Napoli e Rodotà

Eleonora Corace

“Cambiare gli usi civici di Messina”. L’obiettivo della Giunta sull’esempio di Napoli e Rodotà

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lunedì 09 Settembre 2013 - 01:04

La Giunta Accorinti sta lavorando all'attuazione di un regolamento dei Beni Comuni a Messina. Previste, sull'onda delle esperienze di Napoli, consulte, partecipazione dal basso e referendum. L'obiettivo è anche quello di rendere attive diverse leggi già in vigore. Intanto i consiglieri di Cambiamo Messina dal Basso, sposano all'unanimità la logica dei Beni Comuni.

Rimodellare le istituzioni partecipative. Cambiare il rapporto di ogni cittadino con il territorio. Sono questi i “beni comuni”, almeno per come vengono declinati in esperienze come la Costituente inaugurata da Stefano Rodotà. Il Mercoledì della scorsa settimana ha visto, da un lato, la conferenza stampa dei capigruppo consiliari sul tema della legalità legato, soprattutto all’occupazione della Casa del Portuale e della Street Art; dall’altro il Sindaco Renato Accorinti sfogliare una bozza do delibera incentrata proprio sul beni comuni e su un eventuale regolamento da fare assumere al Comune di Messina.

La bozza iniziale nasce da una sorta di laboratorio che ha visto la fruttuosa collaborazione del consigliere comunale di Cambiamo Messina dal Basso, Gino Sturniolo con intellettuali del calibro di Luciano Marabello, Emilio Raimondi e Gianfranco Ferraro, per estendersi poi fino a diventare un cantiere aperto da cui verrà ritagliata una delibera da parte della giunta comunale. Il referente di tutto questo è Daniele Ialacqua avendo nel suo assessorato anche la delega ai beni comuni. Il lavoro altro non è che un estensione di alcune linee guida già presenti nel programma elettorale di Renato Accorinti.

“La bozza è in questo momento in valutazione della giuntaspiega il giornalista e ricercatore di Filosofia Politica, Gianfranco FerraroL’intento è quello di coinvolgere la cittadinanza in un percorso di riscrittura degli usi civici e le istituzioni di Messina. Sarà innescata una riflessione collettiva rispetto agli usi civici, sia per il patrimonio comunale in disuso, ma anche per quello non comunale. Il nostro intento, in linea con quello della Giunta ,è creare un laboratorio con il fondamentale apporto di tecnici del calibro, ad esempio, di Ugo Mattei – giurista di fama nazionale e tra i padri fondatori della costituente dei beni comuni". L’ambizioso obiettivo è, dunque, quello di avviare un percorso che nel giro di qualche mese vuole innescare una riscrittura delle istituzioni partecipative del Comune. Un esempio concreto è quello che si è verificato a Napoli per opera della giunta De Magistris. Fu la prima città, infatti, a istituire un assessorato ai Beni Comuni al fine di costruire una nuova forma d’azione pubblica a livello locale per tutelare e valorizzare quei beni di appartenenza collettiva e sociale che sono garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini e arginarne la privatizzazione. In pratica si punta all’attuazione anche nella realtà messinese di consulte, partecipazione dal basso e referendum. Ma anche valorizzare dei dispositivi già presenti nello statuto che non hanno ancora regolamenti attuativi.

Dispositivi di legge che, dopo tutto, sono stati anche recentemente recepiti dallo Stato Italiano e dalla Regione Sicilia, ma che non sono stati ancora attuati nei Comun. – a parte Napoli, alcuni Comuni del Nord Est e quelli della Tosccana, – come, ad esempio, il Trattato di Lisbona, lo statuto internazionale, firmato il 13 dicembre 2007, redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata dai risultati dei referendum francese e olandese nel 2005. Con “Beni Comuni”, principalmente si intende: democrazia partecipativa, territorio, urbanistica, politica della casa, edilizia economica e popolare, ruolo e funzioni della pubblica amministrazione; mobilità, infrastrutture. Bilancio partecipato. Diritto all'istruzione, sport, politiche giovanili, pari opportunità. Lavoro e sviluppo, promozione della pace, cooperazione internazionale, beni confiscati, trasparenza. Ambiente, rifiuti, tutela della salute. Politiche sociali, immigrazione, cultura, forum delle culture, turismo, spettacoli, grandi eventi.

Se i lavori sono ancora in corso, due cose sembrano essere ormai certe: la prima prevede per fine ottobre – intorno al 26-27 – due giorni di riflessione sull’amministrazione e partecipazione delle democrazie locali a livello nazionale. Evento a cui parteciperanno tutte le amministrazioni e i movimenti più vicini all’esperienza di Accorinti a livello nazionale. “Dai 5 Stelle al PD”.La seconda riguarda l’intenzione di inserire all’interno di questo percorso, una o più giornate a di respiro nazionale che abbiano come oggetto il problema dei beni abbandonati dal comune per incapacità o impossibilità di gestirli. Una difficoltà che non vive solo la città Messina, ma si verifica in tutt’Italia. Il discorso verrà esteso poi anche agli edifici privati. “Sono tanti, troppi, i beni sottratti alla città – racconta Ferrato – vogliamo renderli disponibili a tutti i cittadini, tramite dei regolamenti d’uso”. Il riferimento, in questo caso, coinvolge anche beni immobili, agricoli o immateriali. “Coinvolgeremo in questo professionisti del calibro di Settis, Maddalena e Mattei. Prenderemo a esempio quello che sta avvenendo nei Teatri occupati in città come Pisa, Roma, Napoli. Questi dispositivi giuridici si potranno utilizzare per normare certe prassi come quella del Teatro Pinelli, ma anche altre realtà. Il Pinelli – sia chiaro – è solo una piccola parte di questo percorso”.

Una vera e propria “terza via” di gestione della cosa pubblica, pienamente condivisa dai quattro consiglieri comunali di Cambiamo Messina dal Basso”: “A Messina dunque, proprio grazie alla vittoria di Renato Accorinti, è più che mai possibile sperimentare questa terza via: la nostra città può e deve diventare, come il nostro sindaco ripete spesso, un laboratorio politico dei "beni comuni". Riattivare "dal basso" le istituzioni democratiche vigenti, dare vita a nuove istituzioni che rispondano in maniera sempre più diretta, anche attraverso le tecnologie digitali, ai bisogni reali della cittadinanza, e riaprire alla città, attraverso regolamenti d'uso civico elaborati con un percorso amplio di partecipazione popolare, i tanti beni dismessi e abbandonati". Firmato Lucy Fenech, Nina Lo Presti, Gino Sturniolo e Ivana Risitano:"È sempre più evidente d'altronde che la carenza di adeguati fondi strutturali alla gestione dei patrimoni pubblici e l'abbandono da parte dei privati di fette sempre più consistenti di patrimonio, soprattutto immobiliare, rende ancora più centrale il ruolo delle amministrazioni comunali nella gestione della crisi finanziaria e nella visione, ancora più che nella semplice amministrazione, della forma stessa della città, così come dei patrimoni che investono l'utilità di tutti.Oggi più che mai le città devono poter decidere sul proprio destino, sui propri indirizzi produttivi e sulla riqualificazione delle aree dismesse e degradate: e in questo Messina non fa eccezione." (Eleonora Corace)

3 commenti

  1. Renato prendi esempio dalle altre città pure per i parcheggi e per gli autobus che li è’ da una vita che funzionano e mettilti una volta per tutte per sistemare l’azienda trasporti messina che così com’è è solo fallita.

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  2. B R A V I S S I M A Eleonora CORACE, un articolo puntuale, un’informazione completa, questa amministrazione, nel campo del patrimonio immobiliare pubblico, inserito nella logica dei b e n i c o m u n i, ha una grande opportunità, sancire, finalmente, la libertà politica rispetto agli interessi privati e circoscritti della rendita fondiaria e immobiliare messinese, inserendo la nostra città, fra quelle all’avanguardia in italia, su come si gestiscono per produrre ricchezza nell’interesse generale.

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  3. chi li gestisce e con quali soldi??

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