Nasce il “Comitato Stop Tir". Previsto un corteo a fine mese

Nasce il “Comitato Stop Tir”. Previsto un corteo a fine mese

Eleonora Corace

Nasce il “Comitato Stop Tir”. Previsto un corteo a fine mese

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domenica 23 Marzo 2014 - 08:36

Il 22 febbraio scorso è nato il Comitato Stop Tir- Contro monopoli e speculazioni, un’esperienza che riunisce diversi soggetti politici e sociali, uniti nella volontà di costruire un nuovo modello di città, partendo dall’eliminazione dei mezzi pesanti nel centro cittadino e combattendo ogni forma di monopolio privato e di speculazione finanziaria sul territorio

Contro la privatizzazione e il monopolio dei grandi gruppi finanziari, per una città “comune”. Può essere sintetizzato in questo modo l’intento del Comitato Stop Tit – contro monopoli e speculazioni, composto da soggetti politici ed individualità plurali, che ha preso vita il 22 febbraio scorso, in occasione di un’assemblea cittadina organizzata alla “Casa Rossa” di via Placida che ha avuto come tema la problematica “No Tir” e, più in generale, quella delle politiche di espropriazione privata del territorio e di una organizzazione economica centrata sul monopolio. Da allora, si sono svolte diverse assemblee che hanno dato vita ad un vero e proprio crono programma di eventi per il mese di Marzo, inaugurato ieri mattina con l’iniziativa che ha visto un gruppo di attivisti adoperarsi nella scerbatura e pulizia della fontana che si trova sul viale della Libertà, in zona Rada San Francesco. Un luogo, quello della Rada, simbolo per quanto riguarda il tema sempre dolorosamente attuale dell’attraversamento dei tir in città, ma non solo. Il Comitato contesta, infatti, la concessione in gestione ad un privato realizzata dall’Autorità Portuale ormai da decenni e rinnovata nel 2013 e le modalità di utilizzo – giudicate speculative dal Comitato – portate avanti dal “Gruppo Franza”, proprietario della società Caronte&Tourist.

Nei mesi scorsi – spiega il Comitato – anche in seguito ai provvedimenti disposti dalla Giunta sul passaggio dei Tir in città, è riemersa la necessità di affrontare una questione che non riguarda solo un’azienda di traghettamento e non ha implicazioni esclusivamente ambientali o viarie. Il Gruppo Franza, dal 1969 usufruisce della rada S. Francesco (data in concessione dall’Autorità Portuale con un costo, nel 2013, di poco più di 700.000 euro) per gestire il servizio di traghettamento di tir/auto/pedoni, con una capacità di assorbimento delle quote del mercato pari al 70-80%. Già nel 2000 l’Autorità Garante della Concorrenza segnalava – nel provvedimento 8962 – almeno tre aspetti importanti: 1) che, a fronte delle 21 istanze di concessione demaniale marittima presentate da altre imprese per attivare un servizio di traghettamento, non era stata accolta nemmeno una; 2) che l’elevata quota di mercato e la sostanziale assenza di concorrenza sul segmento Villa SG/Messina consentono a Tourist/Caronte un’elevata autonomia di comportamento nei confronti di concorrenti e consumatori 3) che, sulla base della posizione dominante, l’operatore pratica prezzi elevati su una parte considerevole del mercato. Nel luglio 2013 – continua il Comitato– l’Antitrust dichiara che nello Stretto opera una cordata “privata/pubblica” avente lo scopo di eliminare qualsiasi confronto competitivo (anche solo potenziale) tra gli operatori, aggiungendo che negli ultimi 3 anni il prezzo passeggeri è aumentato del 150%, con pesanti ricadute sulla cd “continuità territoriale”.

Nel 2001, in seguito all’ennesimo incidente sul Viale Boccetta, la mobilitazione popolare spinse l’Amministrazione ad avviare i lavori di costruzione dell’approdo di Tremestieri, che entrò a regime, con due invasature, nel 2006. Inizialmente l’approdo di Tremestieri assorbì buona parte del traffico pesante, per poi ridurlo progressivamente negli anni successivi, fino a riprodurre -dopo il crollo di un’invasatura e il costante insabbiamento dell’altra- la stessa situazione degli anni precedenti.

Il 2011 è l’anno dell’ecopass. Il Comune decide di tassare l’attraversamento dei tir in città: 30 euro a Tir – 3 per quelli sbarcati a Tremestieri – l’incasso sarebbe stato utilizzato per la manutenzione stradale. “Nei fatti però – commenta il Comitato- si è rivelata una tassa blanda e facile da evadere: e infatti, nel bilancio 2011 e in quello del 2012, le risorse incamerate dal Comune grazie all’ecopass, risultano assolutamente basse e poco proporzionate al numero di Tir transitati dalla rada San Francesco”.

Dopo l’iniziativa di sabato mattina, lunedì è previsto il “Seminario Arte e Parole contro le Privatizzazioni”, in Via dei Mille – Isola Pedonale a cura del Teatro Pinelli Occupato e della Casa dello Studente Occupata. Il tema dell’iniziativa è volto a spiegare come sia possibile un’altra idea di città, basata sulla logica dei beni comuni e della condivisione e non su quella predatoria dettata dal neo-liberalismo imperante. Prossimo appuntamento, il corteo “No Tir” del 29 Marzo. “Noi intendiamo riprenderci tutto – dichiara il Comitato – l’approdo di San Francesco, consegnato dall’Autorità Portuale ai privati per una cifra ridicola rispetto ai profitti che consente di accumulare; i fondi derivanti dalla tassa di attraversamento (l’ecopass per finanziare i servizi e la manutenzione stradale); le strade di questa città, perché non vogliamo più respirare gas cancerogeni per far arricchire un’impresa; l’autonomia politica di questo territorio dai poteri privati, che non possono più condizionare economie, progetti, assetti urbani e scelte politiche che riguardano la vita, i diritti e ed il futuro della collettività”.

Condivide le motivazioni del comitato il consigliere comunale di Cambiamo Messina dal Basso, Luigi Sturniolo, che dichiara: “"Ad oltre 10 anni dal grande movimento contro l'attraversamento della città da parte dei Tir le richieste allora espresse sono rimaste in larga misura inevase. E' necessario, quindi, un nuovo protagonismo dei cittadini che imponga, definitivamente, l'allontanamento dei Tir dall'abitato e risarcisca la città dai danni subiti per essere diventata servitù di passaggio a solo vantaggio di poche famiglie”.

Eleonora Corace

5 commenti

  1. Quando se non adesso?

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  2. Quante parole senza una strategia e senza voler affrontare tutte le implicazioni.
    Hanno cantato vittoria per l’approdo a Tremestieri ma era evidente a tutti che quell’aborto di approdo non avrebbe risolto la questione.
    Il problema non è “SI TIR – NO TIR” questo è un falso problema.
    Il problema non è “I FRANZA guadagnano troppo e le connivenze pubblico-privato vietano la concorrenza” questo è solo un effetto collaterale della mancanza di pianificazione di un trasporto merci che faccia a meno dei tir.

    RFI dismette tutte quelle aree che potrebbero servire a questo nell’assoluta silenzio-assenso di chi invece dovrebbe protestare per questo nuovo “vincolo”.

    Allo stato attuale quale sarebbe l’alternativa ai TIR? E non parlo solo di Messina…. In Sicilia allo stato attuale non abbiamo alternative perché mancano le infrastrutture ferroviarie ed anzi si dismettono gli spazi dove potrebbero essere create secondo la logica del “Preferire il trasporto gommato”.

    La critica a questa logica purtroppo è scomparsa del tutto…. e con essa la forza di un qualsiasi movimento contro i tir.

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  3. sono anni che parlate ma fatti zero,e nel frattempo il grande accorinti bravo a dire solo no ponte, non ha cambiato nulla

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  4. Che gli autotrasportatori siano una lobby e anche potente credo dovrebbe essere chiaro a tutti ormai anche a giacomoprimo; basta che facciano 2-3 giorni di stop e bloccano il Paese, per cui tutti si abbassano le brache.
    Questi signori vanno educati.
    A centinaia al giorno con i permessi scaduti pur essendo operativo Tremestieri continuavano a imbarcarsi alla rada San Francesco con la xxxxxxxxxxxxxxx
    Tremestieri deve essere messo in funzione stabile e questi se ne devono andare con le loro navi dal centro della Città e dei tir non vogliamo vedere più manco l’ombra.
    Punto e basta.

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  5. Il Ponte sullo Stretto era ed è l’unico concorrente che i Franza temono!!Sarebbero spariti dalla Rada San Francesco e le Ferrovie dalla zona Falcata. Grazie agli oppositori e tutte quelle forze politiche demagogiche, vecchie e nuove, che hanno reso perenne la schiavitù da attraversamento che Messina e Villa San Giovanni subiscono da decenni. Tutti questi comitati e comitatini crescono solo per sterile protesta o per soddisfare le voglie di qualche personaggio che dal 1992 gridava “stop ai tir in Città” risultato, nulla è cambiato, tranne gli incidenti, l’inquinamento e i cittadini messinesi “spalmati” sull’asfalto!!!

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