Ancora crolli alla chiesa di S.Maria di Porto Salvo a Santa Margherita

Ancora crolli alla chiesa di S.Maria di Porto Salvo a Santa Margherita

Ancora crolli alla chiesa di S.Maria di Porto Salvo a Santa Margherita

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giovedì 12 Settembre 2013 - 19:30

Riceviamo e pubblichiamo da un nostro appassionato lettore una segnalazione sullo stato della chiesa di Santa Maria di Porto Salvo a Santa Margherita.

Crolla il tetto della chiesetta di S. Maria di Porto Salvo nel villaggio di S. Margherita e danno segno di cedimento le strutture portanti, ennesimo bene culturale oggetto di una cronaca che per la mancanza di politiche attive, per il sonno delle istituzioni e degli enti preposti e per l’indifferenza generale anche della cittadinanza miete “vittime di un passato illustre” da troppo tempo.
Una chiesa contiene in sé una serie di valenze importanti: è un luogo di culto quindi di spiritualità, è una testimonianza materiale dell’ingegno e della capacità umana, è uno spazio che può diventare fruibile e fruito nonché punto e nodo di aggregazione sociale.
La chiesa pervenuta ultimamente dopo intricati problemi di successione, nelle mani di don Franco Pati, è da anni testimone di una vergognosa spoliazione che la rendono oggi un monumento sempre più “sbiadito”.
Un’oculata azione conservativa potrebbe restituirla alla comunità in tempi celeri, la messa in sicurezza di ciò che è rimasto, incapsulato dentro una frenetica ed accelerata trasformazione che lo ha scarsamente considerato, potrebbe rivelarsi di vitale importanza.
Un’ azione di concerto tra privato e pubblico potrebbe permettere il ripetersi di quella Preclarissimam pietatem che permise a Carlo di Bonifate di darle dignità nel 1741, dando una nuova vita a questo edificio nel prossimo futuro
LA CHIESA DI S. MARIA DI PORTOSALVO A S. MARGHERITA
Sull’origine del culto della madonna di Porto salvo a Messina per il quale nel 1565 venne istituita un’importante Confraternita così scrive il Samperi : “VOLENDO I MARINAI MESSINESI, NOCCHIERI, E PADRONI, COSÌ DI VASCELLI GROSSI, COME DI NAVILI PICCIOLI, E FELUCHE, PIGLIARE UN QUALCHE SANTO TUTELARE DELLE LORO PERSONE, E LEGNI, COME QUEGLI, CHE PRIMA SCIOGLIEVANO I LORO VOTI ALLA MADONNA DI PORTO SALVO, LA CUI DIVOTISSIMA IMAGINE ERA NELLA CHIESA DEL MONASTERIO DI S. CHIARA, DI CUI À SUO LUOGO SI RAGIONERÀ, SI RISOLSERO D’EDIFICARE UN ORATORIO PARTICOLARE À PROPRIE SPESE, SOTTO IL MEDESIMO TITOLO, NEL QUALE POTESSERO, ESSENDO IN TERRA, FINITE LE LORO NAVIGAZIONI, ESERCITARLI NELL’OPERE DI CHRISTIANA PIETÀ, E FOSSE LA B. VERGINE LA PROTETTRICE, E LA STELLA TRAMONTANA NE’ LORO VIAGGI, FACENDO À LEI PARTE DE’ GUADAGNI DELLE MARINARESCHE FATICHE”
La chiesa della Madonna di Portosalvo della quale parliamo in questa sede sorge, non sappiamo fino a quando, lungo la vecchia strada nazionale a S. Margherita Marina, alla foce del torrente omonimo. Si tratta di una chiesetta a navata unica, l’interno è stato in passato privato delle tele e dei paliotti che decoravano gli altari e si notano ancora scarse tracce dell’intonaco dipinto e degli stucchi che lo decoravano; un arco trionfale separa la navata dal presbiterio, concluso dall’abside semicircolare. Il portale principale mostra in posizione angolare, su una struttura semplice, delle volute; elementi decorativi consistenti in vasi con fiamme decorano poi sia la facciata che la sommità del campanile a vela. In facciata si conserva ancora, sopra la finestra a loculo, un bel bassorilievo raffigurante la Madonna di Portosalvo secondo l’iconografia tradizionale ed un’iscrizione incompleta e di difficile scioglimento che ci da notizia di un intervento completo fatto nel 1741 sulla chiesa, sia per le strutture che per la parte decorativa, ad opera della famiglia De Bonifacite; cosa che le permise, probabilmente, di uscire indenne dal terremoto del 1783. Al culmine svetta un campanile a vela che dona slancio a tutta la facciata, riproponendo, in piccolo, modelli presenti nelle chiese del barocchetto siciliano.
Questa chiesetta era probabilmente in origine o lo divenne la chiesa padronale dei Minutoli ed a loro si riferivano probabilmente i due blasoni uno in facciata, oggi sottratto ma ancora visibile nella foto Cianciafara, ed un altro utilizzato come chiave di volta dell’arco di trionfo della chiesa. Originariamente l’edificio si trovava in un contesto “munito”, infatti nelle vicinanze ci sono tracce di strutture militari che integravano il castello di S. Stefano Medio per la difesa del casale; nelle immediate vicinanze si può poi notare l’ingresso di Villa Minutoli con caratteri ascrivibili al sec. XVIII.
Così sintetizza il proprietario, don Francesco Pati, la situazione attuale: “ Sono divenuto proprietario di questo immobile che apparteneva a quasi 20 proprietari solo da poco tempo, in parte per via di donazione ed in parte acquistando una parte sulla quale un terzo esercitava un diritto di usucapione. Fino agli anni ’80 si officiava in questa chiesa e si celebravano matrimoni. L’associazione nei tempi stabiliti si è fatta carico di tutte le spese di questa successione anche motivata dalle rassicurazioni fatte dalla Soprintendenza in merito ad una imminente messa in sicurezza. Ma il tempo è passato ed il bene, dopo la relazione di vincolo, è caduto nel dimenticatoio. Ultimamente sono stato incitato come privato a farmi carico di un crollo sulla strada di parte della chiesa; ad inizio settimana i tecnici della Soprintendenza dovrebbero venire per fare una relazione. Dopodichè, spero si possa agire in tempi brevi sul bene per salvare il salvabile. Il mio sogno sarebbe quello di restituirlo intanto alla comunità di S. Margherita ma di farne soprattutto un Centro di spiritualità per tutte le strutture che fanno capo all’associazione S. Maria della Strada che io presiedo”
Giuseppe Finocchio

Un commento

  1. Era una bella chiesa, ricca di opere d’arte, di splendori barocchi, di preziosi arredi: oggi è una presenza spettrale e inquietante, ormai anacronistica nel contesto urbano e culturale dei nostri tempi che si oppongono, con ottusità e cieca determinazione, al recupero ed alla salvaguardia delle testimonianze del nostro glorioso passato.
    La chiesa della Madonna di Portosalvo sorge, non sappiamo fino a quando, lungo la vecchia strada nazionale a S. Margherita Marina, alla foce del torrente omonimo. Ad unica navata ed unica abside semicircolare separata dalla navata da un arco trionfale, conserva in facciata un interessante portale in pietra ornato da volute e sormontato da una finestra ad oculo e da un pregevole tondo marmoreo incorniciato, raffigurante la Madonna di Portosalvo. Al culmine si eleva un barocco campanile a vela che caratterizza tutta la facciata, secondo uno schema tipologico (in piccolo) molto diffuso nelle grandi chiese siciliane del Seicento e del Settecento, come, ad esempio, la Basilica della Collegiata a Catania progettata da Stefano Ittar (circa 1768) e la chiesa di San Giuseppe di Rosario Gagliardi (sec. XVIII), a Ragusa Ibla.
    Devastato, oltre che dal degrado, dal saccheggio e dal vandalismo più sfrenati, l’interno è in totale stato di abbandono e nello sfacelo più completo, con i preziosissimi altari spogliati dei paliotti a tarsie marmoree policrome del 600 e del 700. Resiste ancora una statua policroma della Madonna del Tindari, all’interno di una nicchia sopra l’altare maggiore. Lo stemma araldico dei Minutoli, che fecero erigere la chiesetta, da tempo è stato asportato dalla facciata.
    Citata dal dotto gesuita Placido Samperi nella sua monumentale opera del 1644 “Iconologia della Gloriosa Vergine Maria, Madre di Dio Protettrice di Messina”, la chiesa venne ampiamente restaurata all’interno e all’esterno ad opera di Carlo De Bonifacite, nel 1741, come recita l’iscrizione su cinque righe, illeggibile nella parte destra ormai corrosa, e, poco comprensibile nella parte sinistra:

    D.O.M
    …DE BONIFA (cite) SANC. VIR…NOBILIS VIRTUTIS…
    PRAECLARISSIMA PIETATEM QUAM…
    ACCEPIT NUNQUAM AMISIT CUIUS…
    PORTU SALUTIS EREXIT ILL. D. CESAR BONIFA (cite)
    DECORAVIT ILL. D. CAROLUS BONIFACITE ANNO 1741

    Questo è quanto.
    Una vicenda di ordinaria incuria che crediamo non abbia bisogno di ulteriori commenti, se non la profonda amarezza di come, scientemente e con feroce accanimento, si distrugge il patrimonio storico, artistico e monumentale di questa città, che si autocelebra nelle varie “Notti della Cultura” e che si vanta delle presenze record di crocieristi all’anno.

    Nino Principato

    Complimenti a Giuseppe Finocchio

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