Presentato il calendario 2014 dell'Arma: duecento anni di storia in dodici tavole

Presentato il calendario 2014 dell’Arma: duecento anni di storia in dodici tavole

Veronica Crocitti

Presentato il calendario 2014 dell’Arma: duecento anni di storia in dodici tavole

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venerdì 13 Dicembre 2013 - 17:01

"Pagine fitte di atti di eroismo, tante volte compiuti con il supremo dono della vita". E' stato presentato stamani il nuovo calendario dell'Arma dei Carabinieri che ripercorre le tappe salienti e significative della Benemerita. Dodici tavole realizzate dal maestro Paolo Di Paolo in occasione del 2014, anno del bicentenario dalla fondazione.

Dalla tragedia del Vajont al terremoto dell’Aquila, dall’ingresso delle donne nelle Forze Armate all’attentato di Nassirya, passando per i momenti storici più significativi dell’Arma dei Carabinieri e concludendo con l’immagine dell’amatissimo Papa Francesco.
E’ stato presentato stamattina il calendario storico dell’Arma dei Carabinieri targato 2014, insieme all’Agenda dell’Arma le cui tavole, proseguendo il percorso storico di tre anni fa, ripercorrono i momenti più significativi dal “Quarto cinquantennio di storia” fino al “Bicentenario della Fondazione”.
Una tiratura di 1 milione e 300mila copie, di cui 8mila in lingue straniere, che, come spiegato stamani dal colonnello Stefano Spagnol rappresenta “l’affetto e la vicinanza di cui gode la Benemerita”, nonché la profondità di significato dei suoi contenuti che ne fanno “un oggetto apprezzato tanto nelle abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, quasi a testimonianza del fatto che in ogni famiglia c’è un Carabiniere”.
Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica del ‘45-’49, la pubblicazione del calendario giunge quest’anno alla sua 81esima edizione.
Ed è un’edizione importante, questa del 2014, perché oltre a ripercorrere le tappe salienti dell’Arma attraverso le dodici tavole realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo (e da Massimo Maracci per la pagina centrale) celebra anche il bicentenario della vita della Benemerita.
Dall’attività di soccorso nei casi di calamità naturali alla costituzione di Reparti specializzati nella tutela delle pubbliche manifestazioni e di interessi primari della collettività, dal contrasto al fenomeno dei sequestri di persona, dell’eversione, della mafia, alle missioni di pace nei Balcani, in Afghanistan e in Iraq, con la dolorosa memoria di Nassiriyah, dall’ingresso delle donne del 1999 al riordino dell’Arma nel 2000.
“In copertina la celebre Pattuglia nella Tormenta dello scultore Antonio Berti tende a rappresentare tutto il senso della nostra missione”, ha sottolineato Spagnol.
Il comandante generale dell’Arma, Leonardo Gallitelli, ha poi introdotto il Bicentenario evidenziando come da sempre le Stazioni dei Carabinieri siano “il cuore della nostra organizzazione e tra i simboli più antichi ed amati dello Stato Italiano, per quella radicata e riconosciuta capacità di coniugare efficienza operativa e sensibilità umana”.
Dodici mesi che riprendono episodi riconducibili a momenti specifici o fatti senza tempo che si ripetono ogni giorno nel quotidiano servizio di pattuglia, come nelle operazioni di soccorso dove spesso i Carabinieri sono pronti a intervenire in caso di calamità, come nell’attività di accoglienza degli immigrati abilmente rappresentata dal pittore Lucio Tafuri in “Sole d’Inverno”.
Immancabili, tra le tavole del quarto cinquantennio, anche quelle rievocative di due momenti fondamentali per l’Arma: quello del 1999 che ha consentito all’Amministrazione di beneficiare del validissimo apporto professionale delle donne e quello del 31 marzo 2000 quando la Benemerita, da prima Arma dell’Esercito è stata elevata a rango di Forza Armata.
Significativa anche la conclusione del Calendario dedicata al Papa che la rivista Time ha di recente eletto quale personaggio dell’anno: Papa Francesco.
“Rappresenta i valori dell’agire quotidiano dei gesuiti – ha concluso Spagnol – quegli stessi valori racchiusi nel Regolamento Generale dell’Arma che è stato redatto, almeno secondo fonti storiche, con la partecipazione del padre gesuita Cristiano Chateaubriant”.
Ve. Cro.

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