La vita di Messinambiente in mano al Tribunale. Chiudono le isole ecologiche

La vita di Messinambiente in mano al Tribunale. Chiudono le isole ecologiche

Francesca Stornante

La vita di Messinambiente in mano al Tribunale. Chiudono le isole ecologiche

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mercoledì 03 Maggio 2017 - 15:05

Oggi scadeva il termine del Tribunale per la presentazione del piano concordatario, ma il Comune non ha provveduto a esitare la proposta finanziaria quindi la società ha chiesto di avere altri 60 giorni di tempo. Adesso la decisione spetta al giudice. Intanto, dopo l'incendio di pace, si fermano di nuovo fino a domenica le isole ecologiche

Tutto in bilico. La vita di Messinambiente, il futuro della MessinaServizi Bene Comune, la gestione dei rifiuti. Come sempre corre tutto sul filo del rasoio. E l’atmosfera che si respira è di stanchezza, preoccupazione, tensione. Messinambiente attende la decisione del giudice Giuseppe Minutoli sulla richiesta di proroga dei termini per la presentazione del piano concordatario per evitare il fallimento. L'ufficilalità arriverà domani, ma già oggi è trapelato che la proroga sarà accordata, però intanto il liquidatore Giovanni Calabrò tira un mezzo sospiro di sollievo. Entro oggi la società di via Dogali avrebbe dovuto depositare in Tribunale il piano per pagare e coprire i propri debiti, Messinambiente aveva chiesto di poter accedere a questa possibilità lo scorso 21 febbraio e il giudice Minutoli aveva detto sì al concordato il 3 marzo e aveva concesso 60 giorni di tempo per elaborare il piano. Ma questo tempo evidentemente non è bastato a Palazzo Zanca per fare i conti e garantire la necessaria copertura finanziaria. Così Calabro già quattro giorni fa, non avendo nessuna notizia dal socio Comune, ha deciso insieme ai legali di procedere per chiedere altri 60 giorni di tempo e provare comunque a salvare il salvabile. Appena il sì sara ufficiale si avrà il tempo per mettere a punto quella famosa strategia di recuperare le risorse finanziarie che servono a Messinambiente nei prossimi bilanci del Comune di Messina, prevedendo 6 milioni annui per il triennio 2017-2019 da inserire nel bilancio di previsione ordinario e poi altri 12 milioni nel biennio successivo, arrivando così al 2021. Un totale di 30 milioni che l’amministrazione dovrebbe già a partire dal previsionale 2017 attualmente in corso di revisione che però resta ancora una chimera. Evidentemente i conti non tornano, la coperta è troppo corta e Messinambiente rischia di morire mentre ancora al Comune si studia cosa fare.

Nel frattempo però si deve continuare a lavorare. La città sta nuovamente soffrendo giorni di disagi e spazzatura, sta per partire un piano per fronteggiare le criticità più grosse, l’assessore Daniele Ialacqua organizzerà insieme alla Polizia Muncipale e alla Polizia Provinciale una task force di controlli serrati sul territorio per punire i trasgressori e arginare “l’illegalità diffusa”, così l’ha definita l’assessore, che ruota attorno al mondo dei rifiuti. Messinambiente si è impegnata a potenziare anche i suoi servizi, ma le difficoltà non stanno mancando. Intanto da domani a domenica chiudono nuovamente le isole ecologiche. Com’era già accaduto nei giorni scorsi subito dopo l’incendio a Pace, la società ha deciso di fermare nuovamente i centri di Spartà, Pace, Gravitelli, Tremonti, Pistunina e Giampilieri. Una scelta obbligata dalla necessità di effettuare altri interventi di manutenzione sulla pressa dell’impianto di selezione della differenziata di Pace, proprio quello in cui c’è stato l’incendio. Quindi altri disagi, altri disservizi, un altro colpo alla differenziata che così di certo fa un passo avanti e cinque indietro.

Nel frattempo Messinambiente dovrà anche lavorare in vista del Giro d’Italia, si dovrà liberare il percorso dai cassonetti e ripulire tutto meticolosamente, un aggravio che appesantisce inevitabilmente la società in questo momento così caotico e difficile.

Sullo sfondo poi c’è la MessinaServizi che ancora non riesce proprio a vedere la luce. E’ stata costituita, è stato nominato l’amministratore unico, è stata registrata, ma di fatto è ancora una società vuota, senza servizi, personale e senza contratto di servizio. Il consiglio comunale aspetta che l’assessore Ialacqua, i dirigenti e il direttore generale chiudano il cerchio sui dubbi procedurali che erano stati avanzati una settimana fa durante la seduta di consiglio finita con un nulla di fatto. Ad oggi però ancora niente. E dunque si rinvia. Tenendo presente che ancora una volta tutto sarà legato da quel sottile filo rosso che è tratto distintivo della gestione rifiuti: Messinambiente chiede due mesi per poter avere finalmente un piano da presentare e non fallire; sempre tra due mesi Messinambiente dovrebbe lasciare il posto a MessinaServizi che però avrebbe solo questi 60 giorni per far transitare il personale, dotarsi di una pianta organica, organizzare la gestione generale di un settore così complesso e martoriato, ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per svolgere i servizi. E se per caso nel frattempo Messinambiente fallisse i problemi sarebbero per tutti a 360 gradi. Sempre entro gli stessi 2 mesi saremo in piena estate e la città rischia di precipitare ulteriormente nella sua stessa spazzatura. Insomma, un quadro a tinte fosche che non promette nulla di buono.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Speriamo riescano, rischiamo la perdita di siti UNESCO patrimomni dell’umanità: lo spartitraffico del Viale San Martino, l’aiuola/cordolo del tram dalla cortina del porto al capolinea dell’Annunziata e dulcis in fundu le rigogliose erbacce sui marcipiedi di tutta Messina. Grazie Accorinto, grazie Ilacqua, grazie MessinAmbiente, grazie di tutto.

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  2. Speriamo riescano, rischiamo la perdita di siti UNESCO patrimomni dell’umanità: lo spartitraffico del Viale San Martino, l’aiuola/cordolo del tram dalla cortina del porto al capolinea dell’Annunziata e dulcis in fundu le rigogliose erbacce sui marcipiedi di tutta Messina. Grazie Accorinto, grazie Ilacqua, grazie MessinAmbiente, grazie di tutto.

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