Città Metropolitane, Messina accorperà 13 comuni da Roccalumera a Saponara

Città Metropolitane, Messina accorperà 13 comuni da Roccalumera a Saponara

Rosaria Brancato

Città Metropolitane, Messina accorperà 13 comuni da Roccalumera a Saponara

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venerdì 13 Settembre 2013 - 14:32

Il disegno di legge sulle tre città metropolitane (Messina, Catania e Palermo) varato dalla giunta deve passare al vaglio dell'Ars ed al controllo del Commissario dello Stato. Il provvedimento prevede che Messina accorpi ben 13 comuni, dalla zona jonica a quella tirrenica, che si trasformeranno in municipalità, perdendo competenze ma mantenendo il sindaco.

Dopo l’abolizione delle Province (che sta causando non pochi disagi legati al fatto che la riforma non è ancora varata e le vecchie competenze non ancora affidate ai Comuni e servizi come il trasporto e l’assistenza agli studenti disabili non possono essere erogati) la giunta Crocetta passa ad un altro taglio, quello che riguarderà 52 comuni siciliani che confluiranno nelle tre Città Metropolitane (Palermo, Messina e Catania). Il ddl è stato varato ieri dalla giunta e dovrà transitare dall’Ars, non si sa con quali esiti. A fine settembre intanto protesteranno a Palermo i sindaci di tutti i piccoli Comuni a rischio accorpamento.

Le Città Metropolitane ingloberanno una serie di comuni (che saranno trasformati in municipalità) e dovranno gestire alcuni settori attualmente di competenza della Regione, come la gestione dei rifiuti, i beni culturali, i fondi europei e l’ edilizia popolare. La bozza Valenti, che riguarda l’intero riordino del settore, comprese le Province e l’accorpamento (e cancellazione) dei piccoli comuni (circa 200) è già al centro di una serie di polemiche e difficilmente resterà senza modifiche fino al voto. Alla città metropolitana di Palermo saranno accorpati 20 comuni, a quella di Catania 19. Per quel che riguarda Messina, saranno accorpati 13 comuni, dalla zona jonica a quella tirrenica. Tra questi, ad esempio, Roccalumera, Villafranca, Rometta e Saponara.

Le tre città metropolitane diventeranno una sorta di insieme di municipalità. I comuni inglobati non spariranno, ma saranno trasformati in municipalità all’interno delle quali i cittadini eleggeranno i presidenti dei consigli di municipalità e il sindaco, su modello di quanto avviene a Parigi o a Bruxelles. La città metropolitana avrà anche un sindaco e una giunta, anche in questo caso in base ad elezione (probabilmente si chiamerà governatore della municipalità). Non si comprende bene come, nel caso di Messina, ad esempio, o di Catania e Palermo, appunto città metropolitane, si debba procedere (e quando) all’elezione del sindaco della città metropolitana, dal momento che i primi cittadini ci sono già. Il testo del disegno di legge comunque deve ancora superare lo scoglio dell’Ars, della Commissione competente, delle proteste degli amministratori e dei Comuni declassati e infine arrivare al vaglio del Commissario dello Stato. C’è tempo per lavorare di lima, di confronto e di forbici. Nel frattempo Figuccia, PdS commenta ironicamente: "Crocetta fa come Mussolini, cancella i problemi per decreto. Vuol far sparire i problemi dei Comuni semplicemente cancellando i Comuni e mettendo la polvere sotto il tappeto".

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. di comuni se ne dovrebbero sopprimere molti di più e non si capisce perché debba continuare ad avere consigli, assessori e sindaci.

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  2. adesso si scateneranno i numi tutelari di tanti piccoli privilegi… cosi come per i tribunali !! invece che capire come migliorare vogliamo sempre conservare ma mi sa che le ristrettezze di oggi stavolta faranno il paio con una riforma che sarà dolorosa per alcuni certo non per i cittadini per i quali cambia pochissimo solo un pò di forma a leggere la bozza!! impegnatevi a capire come gestire i SERVIZI BENE COMUNE invece di capire quanti pseudo politici perderanno poltrone e prebende !!

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  3. seeeeeeeee… me la voglio vedere tutta… una meretriciata!!

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  4. Certo polvere sotto il tappeto ve ne sarà tanta ma tenere comuni di 300-400-800 o 1000 abitanti è una cosa fuori del tempo. A Messina vi sono circoscrizioni molto più popolate. L’unica cosa su cui sono perplesso sono i tempi: quanti decenni passeranno?

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  5. Salvatore Vernaci 13 Settembre 2013 16:50

    Come vediamo, il Governo regionale va avanti e presenta il disegno di legge per l’accorpamento dei Comuni inferiori a cinquemila abitanti. I Sindaci dei Comuni interessati, “vincoli e sparpagliati”, protestano, ma non si rendono conto che saranno costretti a cedere, perché la Regione ridurrà del 60% i trasferimenti nei confronti dei Comuni, rispetto a quanto trasferito nel 2012, per cui li metterà in ginocchio, perchè, difficilmente, i Sindaci potranno assicurare i servizi essenziali ai Cittadini, pagare i Dipendenti comunali e pareggiare il bilancio. Se questi Sindaci non si riuniscono fra di loro ed unanimemente decidano di ribellarsi, saranno additati come coloro che hanno decretato, con la loro condotta passiva, la scomparsa del proprio Comune.- Dall’alto della mia esperienza e della mia conoscenza della storia degli Enti locali, mi sento di dire: Sindaci non vi fate sopprimere (accorpare) il Comune. Ribellatevi alle paventate minacce di decurtazione dei trasferimenti dei fondi regionali, ricordatevi che i nostri Comuni, hanno proprie storie millenarie e centenarie, che non possono confondersi, hanno radicato nel proprio DNA un campanilismo, difficilmente estirpabile; hanno una propria identità che va salvaguardata perché rappresenta un valore. Ermocrate, rappresentante di Siracusa, al Congresso tenuto a Gela nel 424 a.C., ebbe a dire, nel suo intervento, un’affermazione che è e resta sempre attuale e che è nel DNA dei Siciliani : “ Noi non siamo né Joni, né Dori, noi siamo Siciliani”… ed i siciliani “ ‘a storia nsigna” non accettano imposizioni e soprusi da nessuno…, lo testimoniano le grandi rivolte, una fra tutte “I Vespri Siciliani. I COMUNI non si toccano, semmai si gestiscano dei servizi in un’ottica metropolitana e sistema comprensoriale e/o consorziale, questo, sì! Non si comprende questa frenesia, sia del Governo Nazionale che di quello Regionale a volere polverizzare i piccoli Comuni. In Italia i Comuni sono circa ottomila, in Francia sono 36 mila e non si pongono questo problema.. Questa Politica dell’accorpamento dei piccoli Comuni, già in Italia si è avuta, in epoca fascista che portò complessivamente all’unione, soppressione e/o aggregazione d’imperio di 2.184 piccoli Comuni. Dal 1947 in poi e con la legge 15 febbraio 1953 n. 71 fu data facoltà ai Comuni riuniti o soppressi in epoca fascista, di ricostituirsi anche in assenza del requisito minimo demografico. Però, purtroppo, vi furono Comuni che perdettero, per sempre, la loro identità. In quell’epoca, ad esempio al Comune di Scaletta Zanclea furono accorpati i Comuni di Guidomandri e di Itala. Orbene Guidomandri perdette la sua autonomia e scomparve. Itala riconquistò nel 1947 la sua sudata autonomia. Ecco come il Sindaco di Itala di allora, Letterio Crisafulli, salutò l’evento, come una liberazione, a dimostrazione di come le popolazioni non tollereranno la scomparsa del proprio Comune: “Dal 19 giugno 1947 sulla vecchia Casa Comunale sventola il Vessillo della Indipendenza. Le campane della millenaria Badia, faro di civiltà nei secoli, spargono sulla incantevole vallata di Itala gli squilli gioiosi della riacquistata libertà.- Dopo circa 20 anni di asservimento questa popolazione esulta per il giusto provvedimento che l’ha liberata dalla schiavitù…”I nostri Comuni devono restare liberi ed autonomi. I servizi possono essere consorziati e/o gestiti in Unione: ad esempio: Servizio di Polizia Municipale; Servizio di Protezione civile; il Catasto; Il trasporto pubblico; Lo smaltimento dei rifiuti; L’edilizia scolastica; I Servizi finanziari; L’accertamento e riscossione dei Tributi; La pianificazione urbanistica; I servizi sociali; i Servizi tecnici, L’Ufficio legale; ecc…

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  6. Crocetta ha sempre avuto una grande passione per gli.. accorpamenti.
    Ma i comuni che non vengono accorpati che fine fanno?

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