Conferenza d’Ateneo sulla “Fondazione Università di Messina". Ma è ancora polemica

Conferenza d’Ateneo sulla “Fondazione Università di Messina”. Ma è ancora polemica

Danila La Torre

Conferenza d’Ateneo sulla “Fondazione Università di Messina”. Ma è ancora polemica

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venerdì 02 Novembre 2012 - 16:58

ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC CGIL e RETE29Aprile accusano: è un monstre. E chiedono la revoca delle delibere. I vertici dell’Università vanno avanti

Restano distanti le posizioni tra i vertici dell’Ateneo peloritano e le associazioni universitarie in merito alla “Fondazione Università di Messina”. Martedì prossimo si terrà, nell’Aula Magna della sede centrale, con inizio alle ore 16, una Conferenza di Ateneo per definire finalità, compiti e assetti statutari della costituenda Fondazione . All’incontro – fanno sapere dall’ufficio stampa -sono stati invitati a partecipare i docenti, il personale tecnico-amministrativo, i rappresentanti degli studenti eletti negli organi collegiali.

All’appuntamento saranno presenti anche ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC CGIL e RETE29Aprile, che nei giorni scorsi avevano chiesto l’immediato ritiro delle delibere istitutive della Fondazione Università di Messina (vedi correlato), obiettivo su cui continuano a puntare «al fine di evitare di dar luogo ad enti del tutto estranei allo spirito ed alla lettera della normativa cui pretendono di ispirarsi».

Leggi alla mano, le organizzazioni universitarie scrivono in un documento unitario che l’unica funzione di “gestione” prevista per le Fondazioni universitarie riguarda la «realizzazione e gestione, nell’ambito della programmazione degli enti di riferimento, di strutture di edilizia universitaria e di altre strutture di servizio strumentali e di supporto alle attività istituzionali degli enti di riferimento». Le fondazioni -sottolineano quindi ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC CGIL e RETE29Aprile – sono dunque enti “strumentali” e non “gestionali”.

Secondo loro, questa impostazione verrebbe, invece, stravolta nel modello messinese: dallo statuto della Fondazione di Messina -scrivono nel documento- scompaiono sia la specificità degli scopi, che la funzione di supporto, servizio e subordinazione all’Università, mentre si introducono azioni di “esercizio” e di “gestione” non previste dalla legge, dando luogo all’esproprio di funzioni (dalla formazione alla ricerca, ai rapporti con gli enti territoriali) di competenza istituzionale dell’Università e dei suoi Dipartimenti. Inoltre – continua le organizzazioni universitarie -la gestione della fondazione è delegata a Presidente, Consiglio di amministrazione, Direttore Generale e, mentre i consiglieri di nomina universitaria possono (in ossequio alla legge) essere rimosi, nei confronti del Presidente non è previsto alcun meccanismo di revoca o di “sfiducia”.

ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC CGIL e RETE29Aprile definiscono la Fondazione dell’Università di Messina «un monstre, costituito in base ad una normativa della quale non vengono rispettati né lo spirito né la lettera, che concentra in sé finalità e attività istituzionali dell’Università, ma senza farsi carico dell’intera sua gestione. Questo ibrido estraneo all’ordinamento – aggiungono – agisce in potenziale conflitto con i Dipartimenti universitari, favorito dalla irresponsabilità e snellezza derivanti dalla sua caratteristica di ente di diritto privato. Si dà così luogo ad una Università schizofrenica, con doppia personalità giuridica, nella quale Mr. Hyde (la fondazione) finisce col cannibalizzare Dr. Jeckyll (i Dipartimenti), privandolo non solamente delle sue funzioni, ma anche della capacità di relazionarsi al territorio e di attrarre risorse per la sua sopravvivenza».

Da quanto scrivono, è evidente che per ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC CGIL e RETE29Aprile, la Fondazione dell’Università di Messina, almeno così come è attualmente concepita, non s’ha da fare. Di tutt’altro avviso i vertici universitari, che vanno avanti nell’iter, ricordando che «delle 81 Università che formano il sistema universitario italiano sono già 22 quelle (tra le altre, oltre a Messina, Milano, Modena, Venezia, Teramo, L’Aquila, Salerno, Reggio Calabria) che hanno costituito le Fondazioni Universitarie» e sottolineando che «ai sensi del D.P.R. 254/01, le Università possono costituire Fondazioni di diritto privato per lo svolgimento delle attività strumentali e di supporto alla Ricerca».

Partendo da queste premesse è difficile che si arrivi ad un punto d’incontro tra le parti. Il braccio di ferro, dunque, è destinato ad andare avanti. (DLT)

2 commenti

  1. Non si capisce il motivo per il quale, vinto il ricorso al Tar e Cga,contro le autoproroghe di Tomasello, le stesse sentenze non si fanno eseguire dagli ufficiali giudiziari, sfrattando l’abusivo. Qui si continua a menare il can per l’aia. Da un lato tutti sostengono le xxxxxxxxxxx della gestione Tomasello, ma nessuno di costoro prende iniziative per porre termine a questo sconcio. E’ come il creditore che, ottenuto il riconoscimento del diritto ad essere pagato, poi non ne esige il corrispettivo. Sindacati e associazioni fanno demagogia se non fanno eseguire le sentenze.

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  2. Ne ho abbastanza di te 3 Novembre 2012 11:26

    E’ uno schifo! Questa Università è lo specchio di questa città sommersa dalla spazzatura e sporcata dai suoi stessi cittadini ed amministratori. Non è assolutamente pensabile che un rettore dichiarato decaduto da sentenze del TAR e del CGA possa rimanere in carica in maniera illegittima, non svolgendo l’ordinaria amministrazione, ma prendendo delle decisioni importanti sul futuro assetto dell’Università, come la nomina del direttore generale, i componenti del futuro senato accademico, ecc ecc. Speriamo che la sentenza del TAR di Catania del 7 novembre dichiari definitivamente decaduto Tomasello e che soprattutto qualcuno la faccia eseguire anche con la forza pubblica! Ritroviamoci tutti, i cittadini liberi ed onesti e non solo le persone che lavorano e studiano nella nostra Università,in caso di sentenza positiva, subito dopo la pubblicazione della stessa, sotto la sede centrale dell’ateneo, per buttare fuori l’abusivo!

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