Corruzione a Messinambiente, chiesto il rinvio a giudizio dei 5 indagati

Corruzione a Messinambiente, chiesto il rinvio a giudizio dei 5 indagati

Alessandra Serio

Corruzione a Messinambiente, chiesto il rinvio a giudizio dei 5 indagati

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lunedì 11 Aprile 2016 - 22:06

Udienza preliminare il prossimo 27 aprile per l'ex liquidatore Di Maria, il responsabile amministrativo Inferrera e gli altri tre indagati per i quali la procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio. Confermate le ipotesi d'accusa sugli affidamenti pilotati.

Vanno tutti al vaglio del giudice per l'udienza preliminare gli indagati coinvolti nell'ultimo ciclone giudiziario su Messinambiente, l'utility che si occupa di raccolta e spazzamento in città. Il Pm Stefania La Rosa, che ha lavorato al caso sotto il coordinamento dell'aggiunto Sebastiano Ardita, ha chiesto il rinvio a giudizio per le cinque persone andate ai domiciliari lo scorso novembre con l'accusa di corruzione. E c'è anche una data fissata per l'udienza preliminare, ossia il prossimo 27 aprile.

Quel giorno dovranno comparire davanti al GUP Maria Militello l'ex liquidatore Armando Di Maria, l'ex responsabile amministrativo Antonino Inferrera, gli imprenditori Marcello Di Vincenzo e Francesco Gentiluomo, infine il broker assicurativo Antonino Buttino. Per loro adesso gli accertamenti sono giunti al capolinea e il quadro non è mutato. Gli inquirenti hanno cristallizzato le accuse ipotizzate lo scorso anno, e si preparano adesso a chiedere il rinvio a giudizio di tutti quanti, salvo novità che emergeranno in questo secondo passaggio preliminare. I difensori degli indagati, infatti, hanno adesso qualche settimana per decidere se depositare memorie o chiedere di essere sentiti. Impegnati gli avvocati Giuseppe Carrabba, Danilo Di Salvo, Carlo Autru, Tommaso Calderone, Giuseppe Di Pietro e Francesco Forganni.

L'indagine si è concentrata sugli affidamenti alle imprese private, effettuate bypassando le procedure ad evidenza pubblica -secondo la Procura- malgrado la utility è ormai da quasi un decennio partecipata al 100% dal pubblico. Anche i rapporti con gli imprenditori che si erano aggiudicati i servizi erano a tutto vantaggio di Inferrera, ipotizzano gli investigatori, visto che ognuno di loro ha a sua volta liquidato somme all'ex braccio destro del liquidatore, sotto forma di forniture per consulenze. In un caso, invece, uno degli imprenditori che hanno ottenuto gli affidamenti compare in una terza società di cui fa parte lo stesso Inferrera.

Ancora in corso l'indagine complessiva del Nucleo Investigativo dei carabinieri, della Polizia Giudiziaria della Polizia ed anche gli agenti dell'Antimafia, a lavoro sul complesso dossier che riassume gli ultimi anni di gestione della società. Sotto la lente le forniture di mezzi e carburanti, i rapporti coi dipendenti, la gestione dei contenziosi e le consulenze. Poi, soprattutto, la complessa vicenda che riguarda la piattaforma di Pace. Alessandra Serio

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