Derby Messina-Reggina, chiuso il cerchio su tutti i responsabili degli scontri: "violenza gratuita"

Derby Messina-Reggina, chiuso il cerchio su tutti i responsabili degli scontri: “violenza gratuita”

Veronica Crocitti

Derby Messina-Reggina, chiuso il cerchio su tutti i responsabili degli scontri: “violenza gratuita”

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giovedì 23 Luglio 2015 - 10:25

Gli episodi si riferiscono agli scontri dello scorso 30 maggio quando, all’interno dello Stadio San Filippo, un gruppo di teppisti travestiti da ultras si era lasciato andare ad atti di violenza e danneggiamento, sia contro l’impianto sportivo, sia contro i mezzi che l’Atm aveva messo a disposizione, sia contro le stesse Forze dell’Ordine.

Non si placa la scia di arresti e provvedimenti per gli scontri violenti che, lo scorso 30 maggio, ebbero come triste scenario il derby calcistico Messina-Reggina, partita che determinò la retrocessione della squadra siciliana nella categoria dilettanti. Sono in tutto 16 gli ultras per cui è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Monica Marino, su richiesta del Sostituto Procuratore Annalisa Arena.

Finiscono ai domiciliari Giuseppe Azzarello, milazzese di 36 anni, Giuseppe Costa, messinese di 25 anni, Tyron De Francesco, messinese di 18 anni, Carmelo Delia, messinese di 29 anni, Giuseppe Occhino, messinese di 32 anni, Marcello La Camera, messinese di 27 anni, Marcello Nicolosi, messinese di 42 anni, Marcello Papandrea, messinese di 35 anni, Massimiiano Vernuccio, messinese di 38 anni, Marco Antonelli, 37 anni di Atri (TE), Antonino Guglielmino, messinese di 45 anni. Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per i messinesi Davide Cantello, 29 anni, Sergio Di Giacomo, 34 anni, Benito Mangraviti, 27 anni, Marco Peschiera, 25 anni. Rispondono tutti, a vario titolo, di violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, lesioni personali, resistenza a Pubblico Ufficiale, danneggiamenti, travisamento ed invasioni di campo. Nell’inchiesta, risultano anche altri 4 indagati.

Gli episodi si riferiscono agli scontri dello scorso 30 maggio quando, all’interno dello Stadio San Filippo, un gruppo di teppisti travestiti da ultras si era lasciato andare ad atti di violenza e danneggiamento, sia contro l’impianto sportivo, sia contro i mezzi che l’Atm aveva messo a disposizione, sia contro le stesse Forze dell’Ordine. Armati di spranghe, cinture, pietre, fumogeni e bombe carta, gli arrestati di oggi, insieme ai 12 già bloccati ed identificati quella sera stessa, avevano creato non pochi disordini in una partita che, per i suoi connotati, era determinante per entrambe le squadre. Era stata l’ingente macchina delle Forze dell’Ordine, quel giorno, a far sì che gli scontri non degenerassero in atti ben peggiori. Più di 200 uomini tra reparti inquadrati, specialisti della Polizia Scientifica, unità cinofili e mezzi speciali, avevano di fatto evitato che la partita si trasformasse in guerriglia urbana.

Come scritto nell’ordinanza, gli ultras incriminati si erano lasciati andare a "violenza in maniera gratuita”, peraltro “approfittando dell’incontro sportivo”, dapprima tentando di invadere il rettangolo di gioco e la tribuna centrale, poi dirigendosi verso l’area tecnica riservata agli addetti ai lavori nonché verso quella delle due squadre di calcio. La loro furia si era poi trascinata anche fuori, in tangenziale ed in strada. Ma non solo, perché al Porto di Tremestieri i teppisti si erano anche diretti verso i 700 tifosi della Reggina Calcio, danneggiando i mezzi messi a disposizione dall'Atm.

In una delle aggressioni, era rimasto ferito anche un poliziotto della Squadra Mobile di Palermo, colpito al labbro con una catena. L’agente se l’era poi cavata con 8 punti di sutura.

Gli ultras raggiunti oggi da ordinanza vanno quindi ad aggiungersi agli altri 12 (oltre ad un minore) individuati e bloccati quella sera stessa degli scontri. “La nostra attività certosina è proseguita anche dopo il derby – ha dichiarato Michele Pontoriero, dirigente capo della DIGOS – e, attraverso la visione delle immagini di video sorveglianza, riscontri e testimonianze, siamo quindi riuscire a risalire all’identità di tutti i responsabili”. Parole dure anche quelle del Questore Giuseppe Cucchiara che ha così chiosato: “Questa è stata di certo una delle pagine più tristi per la storia sportiva di Messina”. (Veronica Crocitti)

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