Province, Crocetta come Penelope. E nel telaio spunta la quarta Città Metropolitana

Province, Crocetta come Penelope. E nel telaio spunta la quarta Città Metropolitana

Rosaria Brancato

Province, Crocetta come Penelope. E nel telaio spunta la quarta Città Metropolitana

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giovedì 19 Dicembre 2013 - 16:26

La retromarcia sulla riforma delle Province, sia pure prevedibile, potrebbe nascondere retroscena di altro genere. Parte del Pd ipotizza infatti che il governatore abbia ritirato il ddl sulle città metropolitane e congelato la riforma sulle province per poter comodamente lavorare su una doppia ipotesi: la quarta città metropolitana di Caltanissetta-Enna ed il Libero Consorzio di Gela. Intanto fioccano le proteste e Roberto Cerreti scrive a Crocetta.

Hanno ragione i 5Stelle, sulla riforma delle province è scattata la sindrome di Penelope, con il governo (complice, sia pure per motivi diversi ed opposti, parte dell’Ars) a tessere di giorno il disegno di legge per la costituzione dei Liberi Consorzi, e di notte a cancellare i progressi. Due gli obiettivi di Crocetta: trasformare gli attuali commissari delle province pro-tempore in commissari quasi a vita e istituire una quarta Città metropolitana, la Caltanissetta- Enna, non contemplata finora dalla bozza Valenti.

Dopo aver cancellato in fretta e furia le Province a giugno il governatore naviga in alto mare, la riforma da varare entro fine dicembre è lontanissima anni luce dal trovare tutti concordi, i Liberi Consorzi stanno diventando terreno di scambio,i nostalgici delle Province, alla luce anche del caos che ne è derivato su competenze e risorse, diventano sempre più numerosi e il ddl sulle Città metropolitane sta diventando appetibile per molti. Da qui la decisione di congelare ogni discussione al dopo-bilancio, ritirare per modificare la proposta sulle Città metropolitane (e farle lievitare a 4…) e infine, ciliegina sulla torta prorogare fino a giugno 2014 i commissari, che sono ovviamente, tutti nominati dal governatore.

Mentre fioccano le proteste, l’Mpa propone una proroga di soli due mesi e Musumeci chiede invece il ritorno delle Province dopo il flop dell’abrogazione, l’unica certezza è lo stato confusionale della giunta e dell’Ars sull’argomento.

“Province, indietro tutta- hanno tuonato i grillini- La patata bollente viene accantonata per discuterla dopo la finanziaria ed il bilancio, con il reale intento di boicottare la riforma. E’ evidente che tutte le forze politiche, con in testa il governo, mirino ad intorbidire le acque per agevolare il ritorno alle Province. Non è un caso il fatto che su questa materia chi ha le idee più confuse sia proprio il governo, che da paladino dell'abolizione delle Province adesso è il maggior supporter della proroga dei commissari straordinari".

Ma c’è di più, perché Crocetta ha ritirato il ddl sulle Città metropolitane,ma secondo il Pd lo ha fatto per uscire dal cilindro, in barba ai tagli una quarta città metropolitana la Caltanissetta-Enna (indicando come tetto minimo di popolazione appena 200 mila abitanti….), in modo da spianare la strada ad un Libero Consorzio in più, quello di Gela.

Nel ginepraio si è messo da solo e adesso l’Ars insorge. Sull’argomento interviene oggi l’ex consigliere provinciale del Movimento Liberi Insieme Roberto Cerreti, con una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione.

L’abolizione delle province in sintesi, è stato tanto rumore per nulla, al punto che adesso pare sia in arrivo la retromarcia.

Gli unici risultati portati a casa– scrive Cerreti- sono stati quelli di aver impedito a molti siciliani di esprimere liberamente il proprio voto. Indubbia la spinta emozionale dettata da quel sentimento antipolitico che ha pervaso il Paese ma a volte i desideri si scontrano con la realtà, che nel caso specifico vede una bozza di legge contestata addirittura dal capo della segreteria tecnica dell’Assessore Patrizia Valenti (il segretario regionale dell’Udc Giovanni Pistorio) ed inadatta agli scopi, che provocherebbe solo incertezze per i circa 6500 dipendenti delle Province ed incertezza sull’ammontare del debito pubblico che gli stessi 9 Enti in soppressione lascerebbero come eredità contabile. Molti di quei deputati che inizialmente appoggiarono l’idea dell’abolizione delle Province, oggi provati da 7 mesi di assenza di rappresentanza istituzionale hanno deciso di reagire alla solita vecchia e monotona politica del “PRINCIPE” presentando un emendamento che preveda il mantenimento degli Enti intermedi. Nel reame della demagogia e del populismo, caro Crocetta mi auguro tu possa non essere più il “Principe”, ma il Presidente della Regione che noi abbiamo votato, per valutare ciò che è bene per i cittadini, per i dipendenti provinciali, per i tanti servizi di supporto sociale, per le famiglie dei meno fortunati del territorio siciliano e soprattutto per consentire che la volontà popolare possa essere efficace ed esprimibile a tutti i livelli”.

La battaglia è appena cominciata e non è affatto escluso che tra le fila dei “pentiti” dell’abolizione, alla fine rientri anche il governo, se non altro per ottenere dall’Ars un passo in più su un altro emendamento, quello della quarta città metropolitana e quindi del Libero Consorzio di Gela. Come direbbero i grillini, Penelope sarà al telaio ancora per tutte le feste….

Rosaria Brancato

Un commento

  1. Crocetta è confuso e non sa con chi prendersela per essersi lasciato trascinare dall’entusiasmo di “racimolare” qualche manciata di consensi, pensando ed illudendosi di poter fare a meno dei “gattopardi” della politica. Forse ora si sta rendendo conto che non è così, viste le sue (scarse) capacità di gestire qualcosa che è più grande di lui. Non è con i proclami o le promesse (non mantenute) che si governa, nè con provvedimenti d’impulso si “conquistano” voti per una maggioranza.
    Crocetta sei stato una conferma per chi non ti ha votato, ma una delusione per tutti quelli che hanno creduto in te e ti hanno votato.

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