Gli artigiani: "Sì all'autonomia dell'Ente e alle verifiche sulle imprese fantasma"

Gli artigiani: “Sì all’autonomia dell’Ente e alle verifiche sulle imprese fantasma”

Rosaria Brancato

Gli artigiani: “Sì all’autonomia dell’Ente e alle verifiche sulle imprese fantasma”

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venerdì 06 Febbraio 2015 - 15:37

"L'insediamento del consiglio camerale non può avvenire se prima non vengono ultimate le verifiche sui dati delle aziende. Lo prevede la procedura e siamo noi i primi a chiederlo". Ad intervenire sulla vicenda della Camera di Commercio è il presidente del Cna Di Nicolò che ha sottoscritto il documento destinato a Crocetta: "Si facciano le verifiche e ognuno si assuma le responsabilità. Ma è la politica che adesso deve scendere in campo".

Sul dibattito accesissimo relativo alla Camera di Commercio e sul documento che 9 associazioni stanno presentando al governatore Crocetta per “salvare” quella di Messina (vedi articolo allegato), si registra l’intervento del presidente del Cna Messina Costantino Di Nicolò che sottolinea alcuni aspetti della vicenda.

“Anche Il Cna ha sottoscritto quel documento e ne ribadiamo le richieste- spiega Costantino Di Nicolò- ma è bene premettere che siamo tutti d’accordo sul fatto che prima di procedere all’insediamento della giunta camerale c’è bisogno di completare le verifiche sui dati, così come prevede la procedura stessa. Noi siamo i primi a chiedere che vengano accertati i dati, nessuno pensi che vogliamo coprire irregolarità o numeri non completi e del resto la verifica è prevista espressamente dalla procedura in corso e che lo stesso commissario De Francesco sta portando avanti”.

Secondo quanto dichiarato da De Francesco infatti nel 2014 risulterebbero tra le 27 mila aziende registrate almeno 6 mila fantasma, tra imprese morte da tempo o resuscitate nonostante la mancanza di “carte in regola”. Questi numeri oltre a mettere in discussione gli equilibri interni al momento dell’insediamento degli organi di governo, di fatto accendono i riflettori su un problema di natura penale. Le dichiarazioni insomma sono state benzina su una fiammella appena accesa e hanno aggiunto polemica a polemica sulle sorti ancora incerte (accorpamento o autonomia) dell’Ente. Un fatto è certo, in un modo o nell’altro Crocetta deve dare risposte. Ma la Confederazione nazionale artigiani e piccole imprese precisa, il fatto che abbiamo firmato il documento non vuol affatto dire che per noi se ci sono 6 mila iscritti fantasma è indifferente. E’ vero l’esatto contrario e cioè che l’iter procedurale non può dirsi concluso se prima se non si completano le verifiche e non si fa chiarezza sui numeri reali.

“Il consiglio camerale si basa su 4 pilastri- prosegue il presidente del Cna Messina- e cioè industria, commercio, agricoltura e artigianato. Se uno dei dati relativi ad uno di questi pilastri è incompleto non può avvenire alcun insediamento. E’ la procedura che lo stabilisce e i dati devono essere verificati. Il commissario, che è un funzionario dello Stato e quindi deve eseguire quanto gli è stato detto, ha una data di scadenza: entro il 28 febbraio deve firmare per l’accorpamento. E’ chiaro che non può competere a lui l’eventuale azzeramento per poi procedere ad una nuova verifica, perché altrimenti servirebbero altri 70 giorni. Si potrebbe accelerare per quella in corso, ma è a questo punto che deve entrare in gioco la politica, secondo me”.

Secondo Di Nicolò quindi non ci sono molte strade al momento, anche perché ricominciare da zero per una verifica ex novo, per capire l’entità reale dei “fantasmi” finirebbe col creare ulteriori ritardi, ma d’altra parte il 28 febbraio è troppo vicino per pensare che l’attuale accertamento in corso venga completato,soprattutto con l’esplodere delle polemiche e il crearsi di fronti contrapposti.

“Ha ragione il presidente Ardizzone quando dice che le categorie devono fare chiarezza interna e deporre le armi- continua Di Nicolò- Noi siamo tutti d’accordo per mantenere l’autonomia, quindi che si proceda con le verifiche, poi ognuno si assume le proprie responsabilità. Quando dico che adesso deve entrare in gioco la politica dico questo: il commissario deve solo applicare la normativa e firmare entro il 28. Solo la politica, in modo compatto,può trovare le soluzioni per, ad esempio, far sì che De Francesco non debba firmare nessun accorpamento il tempo necessario per trovare le soluzioni adatte. Noi abbiamo sottoscritto un documento perché crediamo che la Città Metropolitana possa essere una soluzione che solo attraverso un percorso politico può diventare quella ideale. Ma ripeto,deve essere la politica a mettere il commissario nelle condizioni di non essere obbligato a decidere entro la scadenza. Poi, per quel che riguarda le responsabilità delle singole associazioni ce le prenderemo, se ce ne saranno, ma nessuno può pensare che noi vogliamo evitare le verifiche sui dati effettivi o peggio, vogliamo coprirle. L’autonomia della Camera di Commercio per noi è vitale. E’ già enormemente difficile per gli artigiani e per le imprese andare avanti in un mondo che è in mano alla burocrazia, diventerebbe impossibile farcela con un accorpamento. Ma anche sopravvivere con i tributi camerali se questi, unico caso solo noi siciliani, finiscono tutti per pagare le pensioni”.

Di Nicolò fa alcuni esempi come quello di un signore che volendo aprire una macelleria ha già girato 4 uffici e perso 4 mesi solo per farsi un’idea di quali autorizzazioni e procedure e tempi dovrà avere. E in fondo, Camera di Commercio accorpata o meno, è proprio questo il vero male dell’Italia. Gli uffici, i bolli, le autorizzazioni, le procedure, sembrano fatti apposta per scoraggiare piuttosto che per supportare.

Rosaria Brancato

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