Il presidente Ardizzone: "Ogni categoria deponga le armi. E Messina farà un passo in avanti"

Il presidente Ardizzone: “Ogni categoria deponga le armi. E Messina farà un passo in avanti”

Rosaria Brancato

Il presidente Ardizzone: “Ogni categoria deponga le armi. E Messina farà un passo in avanti”

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giovedì 05 Febbraio 2015 - 14:25

"E' arrivato il momento di fare tutti un passo indietro per far fare alla città un passo in avanti. Ogni categoria deponga le armi e faccia chiarezza al proprio interno e poi dica alla politica il percorso da intraprendere". Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone interviene in merito alla vicenda Camera di Commercio "Nessuno scippo ai danni di Messina. A volte si usa questo termine come comodo alibi".

“Le dichiarazioni del commissario dell’Ente Camerale De Francesco fanno chiarezza sui motivi della cautela dell’assessore regionale Linda Vancheri in ordine all’insediamento della giunta Camerale di Messina. Anzi, proprio su queste dichiarazioni è prioritario fare chiarezza all’interno delle varie categorie produttive”.

Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone torna sulla vicenda Camera di commercio, attualmente tra i primi punti all’ordine del giorno del dibattito cittadino e lo fa con un’analisi equilibrata che prende spunto dai numeri che il commissario De Francesco ha snocciolato a proposito della realtà messinese. Stando ai dati dell’aprile dello scorso anno, secondo il commissario, sarebbero “resuscitate” aziende non in regola con il versamento dei contributi o scomparse da tempo. Le aziende registrate sarebbero quasi 27 mila delle quali però circa seimila “fantasma”. Cifre che dovrebbero far riflettere se non altro per un chiarimento interno alle categorie che compongono la giunta Camerale stessa, proprio nel pieno di una “guerra” sotterranea che sta causando anche confusione sui temi realmente sul tavolo.

E il presidente Ardizzone invita proprio a partire da queste cifre per fare chiarezza interna e affrontare il percorso futuro deponendo le armi tra categorie. Ma ci sono una serie di aspetti che vuole sottolineare, come ad esempio il fatto, finora frainteso, che stiamo parlando di una riforma nazionale e che il ministro Guidi fino a ieri mattina ha ribadito la volontà di passare da 105 a 60 Enti camerali.

“Sulla Camera di Commercio fino ad oggi è stato sprecato molto fiato, si è fatto finta di non comprendere che la riforma è nazionale- spiega Ardizzone- Rispetto al decreto legge iniziale che prevedeva l’abrogazione del tributo camerale si è arrivati, con la mediazione di UnionCamere nazionale ad una riduzione del tributo stesso e questo ha permesso a tutte le Camere di Commercio d’Italia di continuare ad operare. La particolarità tutta siciliana è dovuta al fatto che le pensioni vengono pagate con il tributo camerale dell’isola. Ha ragione quindi il presidente di Confindustria Messina Schipani nel sostenere che se le cose dovessero restare così , di fatto le Camere di Commercio si ridurrebbero ad un “pensionificio”. Ho sempre sostenuto e lo ribadisco che il diritto alla pensione è Costituzionalmente intangibile ed è chiaro che non può e non deve essere messo in discussione da nessuna norma né nazionale né regionale”.

Su questo punto quindi Ardizzone è fermo e ribadisce che passi indietro non se ne devono fare. Quel che però non sta giovando alla serenità nell’affrontare la vicenda è la divisione tra le diverse categorie produttive. Sembra infatti, solo per far un esempio, che all’interno dell’Ente ci sia uno sbilanciamento tra le categorie di agricoltori e commercianti a svantaggio degli artigiani. In un momento così delicato e legato a decisioni del governo nazionale le divergenze interne si pagano in termini di confusione e divisioni profonde. L’appello di Ardizzone è di percorrere il cammino inverso, e iniziare il confronto interno per indicare poi alla politica la strada che si vuole intraprendere.

“In questi mesi ho constatato profonde divergenze tra categorie imprenditoriali e molte fughe in avanti- prosegue il presidente dell’Ars- senza tenere in considerazione che il vero problema era quello evidenziato dal commissario De Francesco e cioè la reale consistenza di ogni singola organizzazione di categoria rappresentata. Quando nei giorni scorsi si è tenuto il tavolo tecnico a Palazzo Zanca il problema, tra le righe è stato sottolineato dall’intervento del rappresentante del Sada Casa Gianni Lo Re che ha spiegato come proprio per questi motivi era rimasto fuori dal Consiglio Camerale. Adesso è arrivato il momento in cui tutti facciano un passo indietro per far fare alla nostra città un passo in avanti. Ogni categoria deponga le armi e faccia chiarezza al proprio interno, dando precise indicazioni alla politica su qual è il percorso da intraprendere indipendentemente dalla vicenda relativa alla costituzione della giunta camerale. La vicenda dimostra come parlare di scippo sempre ai danni di Messina sia diventato un comodo alibi per scaricare le proprie debolezze su altri. Nessuno scippo, la Camera di Commercio è tenuta a decidere in piena autonomia se continuare con i presupposti di bilancio legati alla riduzione del tributo e quindi mantenersi autonoma, o accorparsi con chi ritiene più opportuno”.

C’è infine chi ipotizza, per salvare l’autonomia dell’Ente, di seguire la strada della Città Metropolitana, che in quanto tale, potrebbe contare su una Camera di Commercio autonoma e non accorpata. Anche in questo caso però non possiamo pensare che la strada sia la normativa regionale, che peraltro è ancora in fase di discussione dal momento che la riforma non è stata ancora varata.

“Vorrei ricordare che è stato il sottoscritto ad evidenziare per la prima volta che con riferimento all’istituenda Città Metropolitana si può tentare un percorso legislativo che sia, ovviamente nazionale. Ciò però non toglie che il fatto di avere l’etichetta di Città Metropolitana comporti il disimpegno delle categorie dal fare il loro dovere”.

In sintesi Ardizzone spiega, che sì, è una strada percorribile, ma a livello nazionale, come primo step e che comunque non potrà mai bastare un’etichetta a risolvere il problema se poi nessuno si assume le proprie responsabilità nel dare un contributo concreto al rilancio.

“Per quanto mi riguarda io continuerò a battermi per la salvezza delle pensioni dei dipendenti della Camera di Commercio- conclude Ardizzone- Lotterò per il mantenimento di un Ente Camerale che funzioni, senza padrini né padroni e all’interno del quale con civiltà, moderazione, lealtà e onestà si possano confrontare le varie posizioni. Auspico che il segretario provinciale della Cisl Tonino Genovese che sta coordinando il tavolo Uniti per Messina possa farsi promotore anche alla luce delle dichiarazioni del commissario De Francesco, di un incontro tra le categorie alla presenza, se lo riterrà opportuno, della deputazione nazionale e regionale perché si faccia chiarezza e si avvii senza fughe in avanti il vero rilancio della Camera di Commercio di Messina. Nessuno pensi di tirare per la giacca l’assessore Vancheri, la conosco e ne apprezzo la determinazione e prudenza”.

Rosaria Brancato

10 commenti

  1. presidente Ardizzone ,una riflessione perfetta,l’unica verità però è che le Camere di commercio ,come aveva ipotizzato Renzi,vanno chiuse per il solo fatto che sono uno stipendificio inutile alla collettività e per quanto riguarda le assunzioni un tributo ai raccomandati.Certo ognuno difende la propria “minna” e proprio per questo bisogna recidere la corda…….

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  2. presidente Ardizzone ,una riflessione perfetta,l’unica verità però è che le Camere di commercio ,come aveva ipotizzato Renzi,vanno chiuse per il solo fatto che sono uno stipendificio inutile alla collettività e per quanto riguarda le assunzioni un tributo ai raccomandati.Certo ognuno difende la propria “minna” e proprio per questo bisogna recidere la corda…….

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  3. quanto afferma Ardizzone “…Ho sempre sostenuto e lo ribadisco che il diritto alla pensione è Costituzionalmente intangibile ed è chiaro che non può e non deve essere messo in discussione da nessuna norma né nazionale né regionale…” mi fa veramente nauseare. Quando si tratta di tagliare le loro pensioni e privilegi tutto diventa costituzionalmente non possibile; quando toccano la pensione di noi allora la costituzione non viene mensionata, noi non vantiamo diritti di nessun tipo. Noi i contributi pagati li abbiamo sudati con sacrifici ed anni di lavoro, viceversa loro con qualche legislatura di pochi anni. Eguaglianza,libertà, democrazia.

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  4. quanto afferma Ardizzone “…Ho sempre sostenuto e lo ribadisco che il diritto alla pensione è Costituzionalmente intangibile ed è chiaro che non può e non deve essere messo in discussione da nessuna norma né nazionale né regionale…” mi fa veramente nauseare. Quando si tratta di tagliare le loro pensioni e privilegi tutto diventa costituzionalmente non possibile; quando toccano la pensione di noi allora la costituzione non viene mensionata, noi non vantiamo diritti di nessun tipo. Noi i contributi pagati li abbiamo sudati con sacrifici ed anni di lavoro, viceversa loro con qualche legislatura di pochi anni. Eguaglianza,libertà, democrazia.

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  5. puzza di bruciato 6 Febbraio 2015 09:45

    Deporre le armi significa “resa”…
    Noi ci arrendiamo o loro pappano…
    Le altre provincie avanzano…

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  6. puzza di bruciato 6 Febbraio 2015 09:45

    Deporre le armi significa “resa”…
    Noi ci arrendiamo o loro pappano…
    Le altre provincie avanzano…

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  7. Messina farebbe un salto di qualità se lui tornasse a fare l’avvocato, come politico per Messina non ha fatto nulla.

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  8. Messina farebbe un salto di qualità se lui tornasse a fare l’avvocato, come politico per Messina non ha fatto nulla.

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  9. più remunerativo e facile fare il politico

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  10. più remunerativo e facile fare il politico

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