Schipani: “Riforma viziata e accorpamento inevitabile. La politica cambi sistema pensioni”

Schipani: “Riforma viziata e accorpamento inevitabile. La politica cambi sistema pensioni”

Ma. Ip.

Schipani: “Riforma viziata e accorpamento inevitabile. La politica cambi sistema pensioni”

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mercoledì 28 Gennaio 2015 - 23:26

Il presidente di Confindustria Messina spera che la riforma possa cambiare e che non si tratti di un percorso irreversibile. Intanto, l’appello alla politica è quello di intervenire per consentire di spostare agli enti deputati l’onere e le gestioni delle pensioni, così come avviene nel resto d’Italia. Ma Confcommercio non ci sta, attacca Confindustria e prosegue per la sua strada che parte anzitutto dall’insediamento del Consiglio camerale

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si è detto convintissimo della necessità di porre fine al commissariamento della Camera di Commercio facendosi carico di interloquire personalmente con l’assessore competente Linda Vancheri per la risoluzione del problema.

L’INSEDIAMENTO del CONSIGLIO CAMERALE

Dopo Confcommercio, anche Confindustria si aspetta il pronto insediamento del Consiglio camerale. “Ci auguriamo che sia scevro da vizi e ricorsi – afferma il presidente Alfredo Schipani -, composto sulla base delle corrette ed effettive posizioni di rappresentanza e orientato a riavviare progettualità per la promozione del territorio e delle sue imprese, azione necessaria e da tanto attesa. Siamo i primi ad essere danneggiati dal modo in cui si è sviluppato il procedimento, in quanto, nel pieno rispetto delle direttive dell’Assessorato competente, abbiamo fornito, nei tempi prescritti, le posizioni associative corrette e veritiere”.

ACCORPAMENTO INEVITABILE

Se quindi sulla fine del commissariamento sono tutti d’accordo, il problema è che anche l’insediamento del Consiglio camerale non potrà evitare l’accorpamento della Camera di Commercio di Messina con quelle della Sicilia Orientale. E’ quanto ritiene Confindustria, che aveva da tempo segnalato il rischio, dopo l’incontro avuto con il commissario Franco De Francesco.

I MOTIVI FINANZIARI

I motivi? “La scelta è vincolata – spiega Schipani – dai tempi ridotti e soprattutto dall’imprescindibile sostenibilità economica dell’ente. Il solo auspicio possibile è che non si tratti di un processo irreversibile. Sugli aspetti finanziari è necessario fare chiarezza. Le direttive dell’Assessorato alle Attività produttive raccomandano, com’è corretto, di mantenere il bacino occupazionale. La Camera di Commercio di Messina può contare al momento su circa 5 milioni di euro di entrate da diritti camerali, che vengono ridotti nel corso di quest’anno del 35%, del 50% il prossimo anno, a cui va aggiunto il calo fisiologico delle cancellazioni che si attesto a circa l’8% annuo. A fronte di queste entrate gravano sul bilancio camerale 1 milione e 600mila euro di stipendi e circa 4 milioni di pensioni. Risulta, quindi, imprescindibile accedere alle risorse integrative del Fondo perequativo di Unioncamere nazionale, la cui fruizione è vincolata ai processi di accorpamento”.

UNA RIFORMA NAZIONALE VIZIATA

“Va anche evidenziato – scrive ancora il numero uno di Confindustria Messina – che la Riforma delle Camere di Commercio è nata viziata: sia perché non ha tenuto in alcun conto la necessaria correlazione tra Enti camerali e Città Metropolitane, sia perché dimezza nell’arco di tre anni i diritti camerali lasciando inalterati i costi, situazione che penalizza, quasi irreversibilmente, le Camere di Commercio regionali”.

I MOTIVI POLITICI REGIONALI e le PENSIONI

“Ci troviamo di fronte ad un’ulteriore anomalia derivante dallo Statuto autonomo della Regione Sicilia – prosegue Schipani – che, differentemente da quanto avviene per le altre Camere di Commercio d’Italia, ha consentito alla Camere siciliane di non destinare ad appositi fondi le pensioni dei dipendenti. Si tratta di una discrasia normativa che in questo caso colpisce gli Enti camerali, che dovrebbero creare sviluppo, ma che, invece, vengono resi incapaci di operare, dovendo sostenere costi che con lo sviluppo e l’impresa non hanno nulla a che vedere”.

COSA DEVE FARE LA POLITICA

“Ciò che bisogna chiedere alla politica – è la soluzione proposta dal presidente di Confindustria – sono interventi volti a sanare questa insidiosa situazione, che consentano di spostare agli enti deputati l’onere e la gestione delle pensioni, per rendere sostenibili, autonome ed efficienti le Camere di Commercio regionali”.

CONFCOMMERCIO NON CI STA e PROSEGUE PER LA SUA STRADA

Una nota che non è piaciuta al presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, che intanto ribadisce il proprio invito alle associazioni di categoria a firmare l’atto di diffida all’Assessorato alle Attività produttive, retto da Linda Vancheri, “notoriamente vicina a Confindustria”, affinché dia seguito alla sentenza del Tar di Catania che ha disposto l’insediamento del Consiglio camerale. “Continueremo lungo il cammino intrapreso – afferma Picciotto – e intanto mi chiedo se i decreti di nomina del commissario ad acta della Camera di Commercio di Messina presentino vizi di sostanza che ne depotenzino le funzioni. Invitiamo il commissario De Francesco a non compiere alcun atto che vada oltre le funzioni per le quali è stato nominato ab origine.”.

LE DIVERGENZE tra CONFCOMMERCIO e CONFINDUSTRIA

“La Confcommercio non staccherà la spina alla Camera di Commercio di Messina, lo ribadisco con la forza e con la determinazione di chi lotterà nell’interesse della nostra città – conclude Picciotto, prima di sferrare l’attacco -. Al contrario di Schipani, che con un comunicato stampa ha inteso celebrare il funerale dell’Ente camerale sostenendo che ormai sia tardi e che non ci siano i requisiti di sostenibilità economica, mi chiedo cos’abbia fatto Confindustria in questi due anni e che tipo di azioni abbia portato avanti per salvare la Camera di Commercio”.

2 commenti

  1. Se l’accorpamento è inevitabile,come asserisce Schipani, allora credo sia opportuno che i politici e le istituzioni messinesi nell’ambito di una comune area metropolitana con Reggio Calabria, evitino l’abbraccio mortale di un accorpamento con Catania, per unire le camere di commercio di Reggio e Messina che sono vicine ed hanno un comune interesse per la crescita del loro territorio che è l’area dello Stretto per entrambi le province.Catania con lo Stretto non ha nulla a che vedere…. ha già predato abbastanza.

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  2. Se l’accorpamento è inevitabile,come asserisce Schipani, allora credo sia opportuno che i politici e le istituzioni messinesi nell’ambito di una comune area metropolitana con Reggio Calabria, evitino l’abbraccio mortale di un accorpamento con Catania, per unire le camere di commercio di Reggio e Messina che sono vicine ed hanno un comune interesse per la crescita del loro territorio che è l’area dello Stretto per entrambi le province.Catania con lo Stretto non ha nulla a che vedere…. ha già predato abbastanza.

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