Verso il 21 marzo, Libera a Messina. Don Luigi Ciotti: "Affetto e riconoscenza a questa terra"

Verso il 21 marzo, Libera a Messina. Don Luigi Ciotti: “Affetto e riconoscenza a questa terra”

Claudio Panebianco

Verso il 21 marzo, Libera a Messina. Don Luigi Ciotti: “Affetto e riconoscenza a questa terra”

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giovedì 17 Marzo 2016 - 13:08

Mercoledì pomeriggio, presso l'Ites A. M. Jaci, Don Luigi Ciotti, fondatore prima del Gruppo Abele e poi dell'Associazione Libera, ha incontrato gli studenti universitari per spiegare quale sia stato il motivo effettivo che ha portato a scegliere proprio Messina come centro della giornata in ricordo delle vittime innocenti della mafia. Un incontro carico di esperienze e significato

Un pomeriggio carico di significato, di esperienze e, soprattutto, di sensazioni e storie che hanno decisamente colpito il cuore dell'uditorio, prevalentemente giovane, una particolarità che, quando si parla di mafia, è decisamente fondamentale. Ieri, presso l'Ites A. M. Jaci, Don Luigi Ciotti, fondatore prima del Gruppo Abele (impegnato nella lotta alle dipendenze) e poi "dell'Associazione di associazioni", come lui stesso l'ha definita, Libera, in prima linea contro le mafie ed i soprusi, ha incontrato gli studenti universitari.

Il 21 Marzo Messina verrà letteralmente invasa da 20000 (attesi) partecipanti durante la giornata dedicata proprio alle vittime innocenti della criminalità organizzata e Don Ciotti, volendo spiegare perchè la città dello Stretto è stata scelta per questo grande evento, è stato chiaro quanto incisivo, "Veniamo a Messina", ha spiegato, "innanzitutto per un segno di affetto e di riconoscenza a questa terra ed alla sua gente. La prima ragione è sempre un segno di riconoscenza a quanti sono impegnati. In un paese come l'Italia in cui rischiamo di vedere solo le cose che non vanno, le cose negative, di etichettarle solo in un certo modo, la vostra presenza è un segno di grande positività. E voi vi meritate che l'Italia sappia la bellezza di quanti scelgono di stare dall'altra parte, quella giusta. Ognuno con i suoi limiti ma anche con la sua passione. Un'Italia che deve conoscere le cose belle, di questa terra meravigliosa".

I racconti di un uomo che, immerso tra i ragazzi, è riuscito, nonostante l'età anagrafica differente, a calarsi perfettamente nella parte dello "studente", di chi ancora ha tanto da imparare, "siamo tutti piccoli da soli", ha dichiarato, "unicamente insieme possiamo fare tanto". Un giovane tra i giovani, quindi, che ha narrato la storia della sua vita, spiegando come "per far qualcosa di concreto non serve assolutamente ricoprire una certa carica o avere un certo ruolo. Ho cominciato da ragazzo, circa 17 anni, ad impegnarmi per operare nel sociale, con altri come me che ci credevano davvero. Sono passati più di 50 anni da quel momento, e dico tranquillamente che si può creare un progetto valente soprattutto partendo dal ciò che si ha nel cuore".

Coordinata dal presidio messinese di Libera, dedicato a Nino e Ida Agostino, la conferenza ha coinvolto i presenti: Don Ciotti infatti non ha parlato con un discorso proprio o seguendo un filo preparato, bensì è intervenuto a braccio, accogliendo le domande dei partecipanti. Un uomo di chiesa ma anche un uomo di stato, "Ho due punti di riferimento nella mia vita, il vangelo, la parola di Dio, a volte pesante e a volte anche provocante, che tanto si ripercuote sui nostri giorni, e la costituzione, testo unico di un paese che realmente potrebbe fare tanto".

Non ha nascosto, il fondatore del Gruppo Abele, la sua felicità nel vedere tanti studenti all'interno della sala, "Voi ragazzi siete meravigliosi, una rivoluzione che parte da questi visi che hanno dentro la voglia di conoscere, imparare e far proprie le cose nuove con cui si confrontano, è sicuramente una rivoluzione che cammina su gambe forti, che saranno forti anche in futuro".

1000 Comuni d'Italia, allo stesso momento Lunedì, leggeranno la lunga lista di nomi delle vittime innocenti della mafia, ma, come detto dallo stesso Don Ciotti, "il polmone è Messina. Saranno tante le famiglie dei caduti in questa battaglia, ci aspettiamo una grande partecipazione e ci speriamo davvero. Libera ha anche basi che vanno fuori dall'Italia e molte, durante questa giornata, confluiscono con noi nel grande corteo. E' una gioia vedere tante realtà differenti alzarsi in un unico grido di verità".

Una domanda interessante ha fatto sorridere Don Ciotti, "dove trova la forza di avere coraggio?", hanno chiesto, e la sua risposta è stata realmente vera, di un uomo che sente profondamente ciò che dice e ciò in cui crede, "Negli ultimi, nei poveri, in che realmente da tutto pur di lottare. Dovremmo tutti un po' farci carico del peso degli altri e provare sulla nostra pelle cosa significa soffrire e capire che solo così, si può avere il coraggio di avere coraggio".

Claudio Panebianco

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