Arriva “PeaceMakers”: Il servizio fotografico contro l’Omo-bi-transfobia

Arriva “PeaceMakers”: Il servizio fotografico contro l’Omo-bi-transfobia

Martina Galletta

Arriva “PeaceMakers”: Il servizio fotografico contro l’Omo-bi-transfobia

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giovedì 11 Maggio 2017 - 17:21

In occasione della XIII Giornata mondiale contro l’Omo-bi-transfobia, la voce di Messina proviene da un’organizzazione indipendente di ragazzi che ha ideato una campagna di immagini volte a sensibilizzare in maniera diretta il mondo Social.

Un progetto che prende il nome di “PeaceMakers”- costruttori di pace- e che, nella forma di shooting fotografico, è riuscito a coinvolgere modelli, ballerini e attori per lanciare un unico messaggio contro l'omofobia in una chiave che si propone di essere nuova e fuori dagli schemi.

In ricordo del 17 Maggio 1990, giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definitivamente cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, l’Unione Europea ha promosso, nel 2004, il 17 Maggio come ricorrenza atta a promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell'Omofobia, della Bifobia e della Transfobia.

A dare la risposta per Messina è la pagina Bonnie Blue, pseudonimo di Diletta Di Bartolo, la quale in qualità di dream-maker ha voluto portare su un livello reale il sogno onirico di una delle protagoniste dello shooting, Maria Francesca Aricò. Per conferire un ulteriore elemento di veridicità al progetto “Peacemakers”, è stata scelta tra le modelle una ragazza canadese nipote di un uomo che fu recluso in Olanda negli anni 80 per reato di omosessualità.

Il servizio nasce e prende la forma di una denuncia d’impatto visivo, attingendo a piene mani dai recenti fatti di cronaca che hanno visto protagonista la Cecenia con la complicità del governo russo.

Lo shooting è composto da due anime distinte: gli scatti del fotografo Stefano Marino che rappresentano un reportage surreale sulle persecuzioni consumate all’interno di un immaginario campo di concentramento, in cui la bandiera arcobaleno, nella sua doppia valenza di simbolo della pace e dei diritti LGBTQI, contrasta le uniformi militari; E le fotografie di Ivan Villanti, volte invece a rappresentare la dimensione piú intima ed esistenziale dei prigionieri.

La campagna si propone di aprire un’ampia finestra sulla sfera emozionale umana, con il fine di rappresentare una bellezza dal sapore tragico, fuori dagli schemi e in controtendenza con ogni stereotipo.

Martina Galletta

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