Quando le quote rosa non equivalgono alle pari opportunità per le migliori

Quando le quote rosa non equivalgono alle pari opportunità per le migliori

Rosaria Brancato

Quando le quote rosa non equivalgono alle pari opportunità per le migliori

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sabato 31 Gennaio 2015 - 23:04

Non mi convince l’equazione quote rosa uguale pari opportunità. Per me le pari opportunità sono quelle in base alle quali una donna che non ha un parente, un socio, un amico, ma ha le doti, la passione, la competenza, ha le stesse opportunità di farcela del peggiore dei candidati uomini. Il vero problema è la selezione della classe dirigente, indipendentemente dal sesso

Nei giorni scorsi un lettore di Tempostretto, Fabio Costantino, ha inviato una riflessione con la quale si chiedeva: l’Italia che non ha mai avuto un Presidente del Consiglio donna è pronta ad un Presidente della Repubblica donna? E Messina avrà mai un sindaco donna? La prima domanda che mi sono posta è: accadrà mai che non dovremo più porci questo dilemma e non faremo più caso al sesso di un’istituzione, perché sarà normale? Il giorno in cui nessuno si porrà questo interrogativo saremo diventati un Paese civile. Detto questo, è lampante che l’Italia non è ancora pronta ad un Presidente della Repubblica donna, ma meritiamo il miglior Presidente, indipendentemente dal sesso. Alla domanda di Costantino rispondo che mi sarebbero piaciute le scomparse Rita Levi Montalcini e Nilde Iotti, e che ammiro il coraggio e la lealtà di Emma Bonino. Non mi è piaciuto il nome che si è fatto nelle scorse settimane, quello di Anna Finocchiaro e non per la fotografia di lei che fa acquisti all’Ikea facendo spingere il carrello alla sua scorta. A colpirmi è l’immagine di una siciliana che dice no alle preferenze perchè: “furono abolite perché producevano nel Mezzogiorno voto di scambio ed erano in mano ai signori delle tessere”e contemporaneamente si fa eleggere nel 2008 nella lista blindata in Emilia Romagna e nel 2012 a Taranto. Insomma tanto diversa dai colleghi uomini non è. Non siamo neanche pronti per un Presidente della Regione donna, ma almeno ci hanno provato in tre: la stessa Finocchiaro, Sonia Alfano e Rita Borsellino. Le tre candidate sono tutte di sinistra e non sappiamo se non siano state elette in Sicilia per il fatto di essere di sinistra o perché donne. E’ però strano che nella Regione che in 60 anni non ha visto una donna in giunta ( dal ’47, la messinese d’origine Paola Tocco Verducci, governo Restivo-Alessi al 2007 Marina Noè, giunta Cuffaro), vi siano state ben tre candidate alla Presidenza. Neanche l’Ars ha scherzato: dal ’47 le deputate sono state fino al 2012 appena 24 contro i 1.260 colleghi uomini, appena il 2% una percentuale ridicola. In 5 legislature tra i 90 non c’è stata neanche una donna. Per colorare Ars e giunta di rosa abbiamo dovuto aspettare il 2012.

Quanto a Messina non è il caso neanche di farsi la domanda se siamo pronti per un sindaco donna. Basta dare un’occhiata alle ultime due giunte, Buzzanca e Accorinti per capire quanto la strada sia lunghissima. Nella giunta Buzzanca dopo le dimissioni di Pinella Aliberti l’unica donna restòElvira Amata. Con l’amministrazione Accorinti l’appello di Patrizia Panarello a nominare un’altra donna nel rispetto delle quote rosa è caduto nel vuoto con motivazioni bizzarre. “Mi son battuto per i diritti dei rom volete che non lo faccia per le donne?” ha detto il sindaco nel nominare Sebastiano Pino “e comunque non ho trovato una donna che avesse le competenze che cercavo”. C’è da chiedersi come mai in una città con 250 mila abitanti non si trovi una donna con la competenza adatta, a meno che non cercasse una donna marinaio per affidarle a delega al mare, ma a questo punto con la seconda delega che ha dato al comandante Pino, quella al patrimonio, come la mettiamo? La Panarello non ha battuto ciglio a queste spiegazioni ed ha ribadito che la legge non obbliga il sindaco alle quote rosa ma alle pari opportunità in genere.

Il problema è però complesso e non mi ha mai convinto l’equazione: quote rosa o doppia preferenza uguale pari opportunità. In linea teorica potremmo pensare che le quote rosa e la doppia preferenza siano, ipso facto, pari opportunità. Nei fatti invece questa equazione viene annullata a svantaggio di chi quelle pari opportunità le merita. La classe politica maschile non eccelle ma non sono così sciocca da pensare che se sostituisci Giuseppe con Giuseppina ne guadagni solo perché ci hai messo la a finale. Non possiamo fare una guerra al ribasso, siccome molti uomini sono scarsi allora giochiamo a chi è più scarso in assoluto. Il problema, per gli uomini come per le donne è la selezione della classe dirigente, indipendentemente dal cromosoma x o y. Crocetta ha fatto vanto delle quote rosa nella sua giunta. E’ vero, ma due di queste, la studentessa universitaria Nelli Scilabra (quota Lumia) e la segretaria personale del governatore promossa in giunta Michela Stancheris (quota Crocetta) non hanno brillato per competenza e rispondevano solamente e direttamente a lui. Senza bisogno di ricordare i casi di Nicole Minetti o delle ministre di Berlusconi, fino ad arrivare a Boschi e Madia, mi chiedo, perché battersi per le quote rosa se quelle quote diventano strumento per la politica per poter continuare a riempire le caselle indipendentemente dal sesso?

La doppia preferenza di genere che abbiamo sperimentato in Sicilia nel 2013 è una truffa alla luce dei risultati. Fatta la legge trovato l’inganno. Quando il governo regionale ha uscito dal cilindro la norma progressista (e lo è, se vivessimo in Svezia o in Inghilterra) della doppia preferenza, nelle segreterie politiche è stato tutto un lavorio per andare a trovare nell’albero genealogico di famiglia, tra gli amici, le famiglie allargate, i matrimoni aperti, le parentele dei portatori di voti, non le migliori o le competenti o le appassionate, ma le più fidate. Come nel più classico degli spot da supermercato, paghi uno prendi due. I leader hanno incassato con un solo voto ben due caselle. A svantaggio di quelle che io chiamo pari opportunità.

Molto spesso ci sono state donne elette che in realtà sono un “cappello” messo sulla poltrona perché rappresentano il “vero portatore di voti” che per lo più è un parente. Le vere pari opportunità sono quelle in base alle quali se sei donna e non hai un parente, un socio, un amico del marito o del papà, un capo, ma hai un’idea tua, personale, hai le competenze e la passione, l’impegno e tutto il resto, hai la stessa occasione del peggiore dei candidati uomini per emergere. Non sono abituata a fare di tutta l’erba un fascio e per fortuna ci sono decine di elette che meritano ma temo che alla prossima tornata, sgamato il trucco, la politica faccia il pienone col sistema del “pago uno prendo due”. Per me un uomo o una donna che fanno una politica scadente sono uguali e non penso si debba dare una chance in più alla donna in quanto tale.

Sono allergica all’ipocrisia delle quote rosa. Quanto alle pari opportunità vorrei che fossero per tutte e non limitate alle fidate, vorrei che fossero per le migliori che sono quelle che non arriveranno mai. E questo discorso vale per gli uomini e per le donne: Sogno una selezione della classe dirigente che dia pari opportunità ai migliori e alle migliori.

Ricordo che per spiegare la lungimiranza della doppia preferenza venne a Messina, insieme al presidente dell’Ars Ardizzone, la deputata Alice Anselmo, (vicina all’ex ministro Salvo Andò) che da allora ha cambiato tre casacche e che, a parte questo, non ha lasciato grandi tracce del suo entusiasmo per la politica. Da cronista dissi che pensavo che rappresentano un passo indietro per le donne e che si trattava di un regalo agli uomini per raddoppiare il consenso elettorale. Due anni dopo la penso allo stesso modo. L’errore più grande è a lasciare il pallino della selezione della classe dirigente nelle mani di pochi che hanno paura di far crescere altri. Il problema è come si utilizzano gli strumenti ottimi che il legislatore ti mette a disposizione per abbattere le barriere architettoniche mentali e di costume.

Faccio spesso questo esempio: è come se una squadra di ragazze bendate, con una gamba legata dovesse giocare contro una squadra di serie A che si è comprata l’arbitro e si è pure fregata la palla. Non vincerà mai al finto campionato delle pari opportunità. Peccato. Io è per queste “sfigate” che tiferò ogni giorno della mia vita.

Rosaria Brancato

14 commenti

  1. La migliore!
    Io tifo per la migliore in assoluto e sono certa che, se Lei lo vuole, Messina avrà la sua migliore rappresentante in qualunque ruolo pubblico dovesse scegliere! Ad majora Dott.ssa Brancato!

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  2. La migliore!
    Io tifo per la migliore in assoluto e sono certa che, se Lei lo vuole, Messina avrà la sua migliore rappresentante in qualunque ruolo pubblico dovesse scegliere! Ad majora Dott.ssa Brancato!

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  3. Finalmente leggo qualcosa di intelligente sulla questione di genere! Per me l’unica cosa che conte sono le competenze indipendentemente al sesso a cui appartengono. Le quote, di qualunque colore esse siano, sono offensive e generatrici di danni immani, sia nel pubblico che nel privato.

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  4. Finalmente leggo qualcosa di intelligente sulla questione di genere! Per me l’unica cosa che conte sono le competenze indipendentemente al sesso a cui appartengono. Le quote, di qualunque colore esse siano, sono offensive e generatrici di danni immani, sia nel pubblico che nel privato.

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  5. ma è troppo chiedere che le cariche di governo vengano affidate ad esseri umani (di genere maschile o femminile) che siano competenti e capaci indipendentemente dai loro organi riproduttivi?

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  6. ma è troppo chiedere che le cariche di governo vengano affidate ad esseri umani (di genere maschile o femminile) che siano competenti e capaci indipendentemente dai loro organi riproduttivi?

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  7. Mi scusi, ma da maschietto non sono d’accordo. Guardi che le pari opportunità tra i due sessi esistono, eccome. Basta non poter contare su parenti, amanti e politici, appartenere ad associazioni cattoliche come CL, Memores Domini, Opus Dei, Confraternite varie e vedrà che tra i due sessi esiste la pari opportunità di NON FARCELA a ricoprire un ruolo pari alle proprie capacità. Il problema che lei cita esiste casomai tra chi le referenze le ha e verrà risolto appena vedrà un prete, un vescovo o un papa donna. Fino ad allora, in questo sistema clerico politico, la donna potrà aspirare ad un ruolo simile a quello ricoperto dalle suore nella Chiesa. Quale sia questo faccia lei!

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  8. Mi scusi, ma da maschietto non sono d’accordo. Guardi che le pari opportunità tra i due sessi esistono, eccome. Basta non poter contare su parenti, amanti e politici, appartenere ad associazioni cattoliche come CL, Memores Domini, Opus Dei, Confraternite varie e vedrà che tra i due sessi esiste la pari opportunità di NON FARCELA a ricoprire un ruolo pari alle proprie capacità. Il problema che lei cita esiste casomai tra chi le referenze le ha e verrà risolto appena vedrà un prete, un vescovo o un papa donna. Fino ad allora, in questo sistema clerico politico, la donna potrà aspirare ad un ruolo simile a quello ricoperto dalle suore nella Chiesa. Quale sia questo faccia lei!

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  9. Dott.ssa Brancato, leggo con piacere le sue argute, satiriche ed intelligenti osservazioni, ma ho l’impressione che si stia discutendo come tra bianchi e neri. Non esistono bianchi e neri non esiste uomo o donna, esiste l’interesse e la facilità di pilotare chi viene messo ad un determinato posto. E’ più facile convincere un uomo che metto al posto che dico io e fa ciò che voglio, anzichè una donna che sa il fatto suo e non si fa convincere facimente. Chi scegliere? Me lo dica lei. Comunque sappia che se decidesse di entrare in politica, indipendentemente dalle sue capacità connesse, la voterei per la simpatia ed intelligenza che ha sempre dimostrato, sicuramente farebbe molto meglio degli attuali politicanti da 4 soldi. Un saluto.

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  10. Dott.ssa Brancato, leggo con piacere le sue argute, satiriche ed intelligenti osservazioni, ma ho l’impressione che si stia discutendo come tra bianchi e neri. Non esistono bianchi e neri non esiste uomo o donna, esiste l’interesse e la facilità di pilotare chi viene messo ad un determinato posto. E’ più facile convincere un uomo che metto al posto che dico io e fa ciò che voglio, anzichè una donna che sa il fatto suo e non si fa convincere facimente. Chi scegliere? Me lo dica lei. Comunque sappia che se decidesse di entrare in politica, indipendentemente dalle sue capacità connesse, la voterei per la simpatia ed intelligenza che ha sempre dimostrato, sicuramente farebbe molto meglio degli attuali politicanti da 4 soldi. Un saluto.

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  11. strombazzano le quote rosa per dare qualche posto anche ai parenti o amici donne. furberia tutta italiana

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  12. strombazzano le quote rosa per dare qualche posto anche ai parenti o amici donne. furberia tutta italiana

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  13. No, Rosaria, no,non ho mai letto tanto pessimismo nei tuoi articoli. Perché proprio “contro” le donne? Ci facciamo troppo male così! Sì, io invece, sono fiduciosa perché in una comunità, dove abbiamo tanti splendidi esempi come, per esempio, Te e tutte le giornaliste di Tempostretto (tanto per intenderci, degne rappresentanti di “certa stampa”di cui vado fiera) sono certa che le migliori riusciranno a farsi spazio,facendo leva soltanto sulle loro forze!! Non è piaggeria la mia.Infatti, secondo me, ognuno di noi , nei propri ambiti di competenza, rappresenta un punto di riferimento.

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  14. No, Rosaria, no,non ho mai letto tanto pessimismo nei tuoi articoli. Perché proprio “contro” le donne? Ci facciamo troppo male così! Sì, io invece, sono fiduciosa perché in una comunità, dove abbiamo tanti splendidi esempi come, per esempio, Te e tutte le giornaliste di Tempostretto (tanto per intenderci, degne rappresentanti di “certa stampa”di cui vado fiera) sono certa che le migliori riusciranno a farsi spazio,facendo leva soltanto sulle loro forze!! Non è piaggeria la mia.Infatti, secondo me, ognuno di noi , nei propri ambiti di competenza, rappresenta un punto di riferimento.

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