Ordini e contrordini della Soprintendenza, al via i lavori di ristrutturazione. E la strana vicenda della “gabbiola” finisce al Tar

Ordini e contrordini della Soprintendenza, al via i lavori di ristrutturazione. E la strana vicenda della “gabbiola” finisce al Tar

Veronica Crocitti

Ordini e contrordini della Soprintendenza, al via i lavori di ristrutturazione. E la strana vicenda della “gabbiola” finisce al Tar

Tag:

mercoledì 12 Marzo 2014 - 00:33

Approvati nel 2011, sono da poco iniziati i lavori di ristrutturazione di Palazzo Sturiale, in quello stesso appartamento in cui Giovanni Pascoli dormì durante il periodo trascorso a Messina. E, mai più che oggi, attorno a quel palazzo è esplosa la polemica.

“Io [a Messina] ci ho passato i cinque anni migliori, più operosi, più lieti, più raccolti, più raggianti di visioni, più sonanti d’armonie della mia vita”. Era il 5 luglio 1910. Giovanni Pascoli scriveva una lettera a Ludovico Fusco e narrava di quel lustro di tempo trascorso nella città dello Stretto, insieme alla sorella Mariù, per insegnare Letteratura Latina nell’Ateneo cittadino.

Dall’iniziale sistemazione al secondo piano di Via Legnano, nel numero civico 66, ben presto il poeta si trasferì a Palazzo Sturiale, adiacente a Piazza Risorgimento, oggi nota come Piazza Don Fano.

Ed è proprio attorno a quel palazzo, impronta storica pascoliana, che da anni ruotano iniziative, idee, spinte culturali, ma soprattutto denunce di abbandono, richieste di intervento e, oggi più che mai, un’accesissima polemica.

Dall’affissione della targa commemorativa con l’iscrizione di Aldo Di Blasi, fortemente voluta dal comitato cittadino “100 Messinesi per Messina 2008”, all’approvazione dell’inizio dei lavori per il rifacimento della facciata, all’effettivo inizio della ristrutturazione di un palazzo ritenuto sì storico ma anche pericolante, di anni ne sono passati tanti.

Ma quel che oggi si colloca al centro della polemica, tanto da far scomodare per ben due volte il Tar di Catania, è, nello specifico, la struttura amovibile adiacente al palazzo e collegata al noto ristorante giapponese della ditta Bomipare S.r.l. Attorno alla nascita di quella che è ormai conosciuta come la “gabbiola” di piazza Don Fano ruotano le vicissitudini di quattro anni di progetti, approvazioni, ritirate, ordinanze, paventati abusi, visite della Polizia Municipale, ordini e contrordini della Soprintendenza.

Tutto ha inizio nel 2010 quando alcuni ragazzi messinesi, tutti under 30, decidono di intraprendere un’attività imprenditoriale originale. E decidono di farlo esattamente in quel Palazzo Sturiale dove, anni or sono, vi ha sostato Pascoli.

La loro idea è quella di affittare uno spazio interno e poi di chiedere la concessione del suolo pubblico e installarvi una struttura amovibile. Chiedono parere alla Soprintendenza la quale detta i propri parametri, nonostante una sentenza del Tar avesse di fatto già annullato il vincolo. A fine aprile 2010, il progetto viene presentato con un ampio rendering fotografico, con una struttura in vetro, e riceve parere favorevole, con alcune condizioni legate alle distanze. Qualche mese dopo, approvazione anche da parte del Comune che, dopo aver visionato tutti i pareri favorevoli, invia il suo ok.

La struttura, così, viene eretta. L’anno successivo, nel novembre 2011, quando ormai i riflettori sulle condizioni di degrado della Casa in cui ha vissuto Pascoli si sono accesi a livello regionale e nazionale, giunge l’autorizzazione per l’inizio dei lavori di restauro del palazzo e, al contempo, alla ditta Bomipare viene imposta la rimozione della gabbiola perché non conforme alle condizioni iniziali. Un anno dopo, la situazione appare invariata: i lavori di ristrutturazione non sono iniziati, la gabbiola è nello stesso posto e la Soprintendenza chiede al Sindaco l’ordinanza di rimozione.

Nel frattempo, con una firma, provvede anche all’annullamento del primo parere favorevole, ossia quello dato nell’aprile 2010, decretando di fatto l’abusivismo della stessa gabbiola. La ditta allora fa ricorso al Tar e non esclude, al contempo, una richiesta di risarcimento danni alla stessa Soprintendenza in quanto, da quel lontano aprile 2010, tanti soldi sono stati investiti per l’avvio dell’attività imprenditoriale e per il mantenimento della stessa. Il Comune, dal suo canto, vistosi annullare il parere favorevole del 2010, emana l’ordinanza di rimozione. Anche in questo caso, la ditta Bomipare decide di ricorrere al Tar e, solo pochi mesi fa, arriva la sentenza: l’ordinanza di rimozione del Comune è annullata e, anzi, lo stesso Comune è costretto a pagare un risarcimento.

Da un punto di vista giuridico si direbbe dunque che la gabbiola di Piazza Don Fano è “sub judice”, ossia la controversia è ancora aperta e si attende che a porvi fine sia una sentenza o atto amministrativo. Qualora il giudice ci dicesse che non siamo in regola, leveremmo la struttura il giorno stesso – ha dichiarato la ditta Bomipare – Stiamo combattendo per un interesse legittimo e, fin quando saremo nel giusto, cercheremo di tutelare legalità, rispetto delle regole e anche i posti di lavoro che diamo”.

Una vicenda che, dunque, continuerà a far parlare di sé, soprattutto considerando che da poche settimane sono iniziati i lavori di ristrutturazione del Palazzo, sotto la vigilanza dell’architetto Irene Ruggeri nonché della Soprintendenza. Diatribe a parte, il fine ultimo sarebbe quello di trasformare Casa Pascoli in un vero e proprio Museo così come già esiste, ad esempio, a San Mauro Pascoli nella Provincia di Forlì-Cesena. Gabbiola sì o gabbiola no, come disse il poeta, l’augurio è sempre che “la nostra Messina risorga più bella di prima”.

Veronica Crocitti

15 commenti

  1. Mah! Se quella struttura, con tanto di massetto sul marciapiede, la chiamano struttura amovibile allora è inutile continuare nei giudizi…

    0
    0
  2. Settimo Libero 12 Marzo 2014 06:38

    Invece di spendere soldi in carta bollata e Avvocati, dato che stiamo parlando di un’attività commerciale produttiva e di una costruzione storica da rivalutare, la soluzione migliore per non danneggiare nessuna delle parti è quella di sostituire le parti in ferro e coibentato della saletta con il vetro trasparente, come accade in tutte le realtà commerciali inserite in contesti storici del nord Italia.
    Ma forse a Messina il buon senso e la praticità non sono gradite.

    0
    0
  3. Quella struttura è una porcheria, una ignobile schifezza, buona per una rivendita di cozze!
    George

    0
    0
  4. messinarinasci 12 Marzo 2014 08:10

    Casa museo ??? Pascoli ha vissuto in quel palazzo ok, ma la casa museo la puoi fare se fosse stata la sua casa con le sue cose dentro, non dopo cento anni e chissà dopo quanti inquilini. Qui si parla di volontà del comune e della città di fare la casa museo, ma qualcuno sa se i proprietari dell’appartamento lo vogliono fare? per completezza sarebbe stato bene sentire anche loro credo (non so se lo vogliono o meno non li conosco). Poi vorrei sapere da chi è chiamata la gabbiola di piazza don fano? Ma perchè sempre accanimenti contro chi lavora??? Fate due passi in via cardines e in via lepanto dove i palazzi circostanti sono sicuramente di maggiore pregio e affacciano sul duomo e guardate come siamo combinati, nell’unica parte della città in cui passano i turisti. Ognuno ha una struttura differente per forma, misura e colore dal suo vicino, quella è la vera vergogna.

    0
    0
  5. COMMENTO APERTO A SERGIO DE COLA,assessore all’Urbanistica. Caro ingegnere,il MOVIMENTO 5 STELLE in una ricognizione molto accurata,fatta in Sicilia,avente come obiettivo il RECUPERO DI EDIFICI SITUATI NEI CENTRI STORICI E ZONE OMOGENEE,mette in evidenza la possibilità di avere accesso a mutui a tasso ZERO per interventi di restauro e ripristino funzionale degli edifici,pare che siano disponibili,secondo il MOVIMENTO 4 STELLE, 3,9 MILIONI di euro nel bilancio regionale.Sempre secondo il MOVIMENTO 5 STELLE ci sono altri 8 MILIONI di FONDI STRUTTURALI per riqualificare aree urbane e per effettuare interventi di sviluppo,il progetto JESSICA, e addirittura TRENTA MILIONI dal fondo per il SOCIAL HOUSING. La invito a darci delle risposte sulle questioni oggetto della ricognizione del MOVIMENTO 5 STELLE,ovvero stiamo utilizzando queste opportunità? Caro ingegnere,il nostro Regolamento Edilizio,su cui stendo un velo pietoso,consente di obbligare i proprietari a prendersi cura dei loro immobili,faccio come esempio quello che fu uno splendido Palazzo,avente per lati la Via Garibaldi e la Cesare Battisti,e il lato minore fronte Chiesa Dei Catalani? Ricordo la proprietà di una parte del Palazzo: PCI prima, poi PDS,DS, oggi PARTITO DEMOCRATICO. Caro ingegnere DE COLA,già che ci sono,voglio chiederle dell’applicazione a Messina della legge regionale N°6 del 2010,meglio conosciuta come PIANO CASA. Lei sa,molto meglio di me,della possibilità di ottenere risultati più efficaci,in termini di occupazione edile,parlo di muratori,geometri,ingegneri,architetti,con la ROTTAMAZIONE di edifici degradati o di intere aree urbane,a che punto siamo,non mi risponda di aspettare il PICO. Si dice di lei che parli con i fatti,quindi poco,ma il silenzio assordante è un po troppo.Invito il MOVIMENTO 5 STELLE di Messina a chiedere conto all’assessore.

    0
    0
  6. la vera porcheria non è la struttura, ma il palazzo e il contesto circostante…

    il ristorante in questione, oltre ad essere eccellente e gradevole esteticamente, è l’unico spazio gestito in modo “civile” n quell’area…

    chi si straccia le vesti si è preoccupato di come gestisce la propria attività il meccanico a pochi metri di distanza? o l’eroico pescivendolo? o di come sono tenute le strade? e potrei continuare…

    l’attività in questione è “una rarità” in una città inutile come questa. al più si potrebbe chiedere di adeguare il progetto della così detta “gabbiola”, ma bloccarla in modo pretestuoso sarebbe davvero grave…

    0
    0
  7. Quella è un attività imprenditoriale , ad opera di tre giovani , che non hanno aspettato la raccomandazione di nessuno per crearsi un posto di lavoro , la struttura la trovo in linea con le altre città Italiane ed europee , definirla una rivendita di cozze o inventarsi un massetto in cemento è deplorevole .

    0
    0
  8. Ma le strutture di cui si parla sono sul marciapiedi di fronte al locale e non attaccate al locale. Ed allora mi chiedo e vi chiedo di chi è la società, in quale periodo hanno avuto le autorizzazioni. se solo pensate che hanno fatto togliere le tende da un locale che insiste in un palazzo storico, con quale criterio è stata data questa autorizzazione. le botteghe limitrofe hanno un mausoleo davanti i loro ingressi, per non parlare di chi abita sopra la struttura.

    0
    0
  9. .. ad onor del vero, come è possibile evincere dalla sentenza N. 02565/2013 REG.PROV.COLL., resa pubblica sul sito internet del Tar di Catania, l’ordinanza di demolizione della struttura esterna del ristorante giapponese è stata annullata dai giudici per gravi difetti nel procedimento amministrativo seguito dagli uffici del comune: in particolare per il mancato avviso di avvio del procedimento di revoca della precedente autorizzazione e per difetto di motivazione. Inoltre il comune è stato condannato al pagamento delle spese di lite e non a risarcire i danni alla società. Procedimenti amministrativi avventati ed illegittimi causano danni alla collettività per i costi processuali che ne derivano, come nel caso di specie, senza che alcun funzionario sia chiamato a risponderne.

    0
    0
  10. messinarinasci 12 Marzo 2014 11:50

    la struttura è attaccata al locale.

    0
    0
  11. messinarinasci 12 Marzo 2014 11:51

    Concordo. Scusate ma li insiste anche un’edicola, come mai la struttura dell’edicola può stare e la struttura del ristorante no???

    0
    0
  12. città incivile

    0
    0
  13. e non per la gabbia che comunque è brutta

    0
    0
  14. SaltaLaMacchia 12 Marzo 2014 17:16

    Se volete ho il xxxxx dove ha xxxxxxxx Garibaldi.
    Lo do via gratis ma dovete venire a prendervelo.

    0
    0
  15. Prof_Williams 14 Marzo 2014 11:51

    Molto più vergognoso è il degrado in cui ha versato lo stabile sinora.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007