I servizi sociali visti dal sindacato Cub: "Dalla giunta Accorinti ci si aspettava discontinuità"

I servizi sociali visti dal sindacato Cub: “Dalla giunta Accorinti ci si aspettava discontinuità”

I servizi sociali visti dal sindacato Cub: “Dalla giunta Accorinti ci si aspettava discontinuità”

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giovedì 17 Aprile 2014 - 16:35

Il segretario della Flaica Cub Enzo Bertuccelli chiede a gran voce di rompere con il passato e dare finalmente un nuovo corso ai servizi sociali. In particolare il sindacato accende i riflettori su Casa Serena e sulla decisione di chiudere la struttura.

Piena solidarietà ai lavoratori in protesta e agli anziani residenti per la imminente chiusura di Casa Serena. Il segnale di vicinanza arriva dal sindacato Cub che dice la sua una vicenda che è ancora in bilico. Il segretario Enzo Bertuccelli chiede all’amministrazione Accorinti soprattutto discontinuità rispetto al passato in un settore che nel tempo è stato massacrato.

“Si vuole convincere la cittadinanza che la chiusura per la messa a norma è l’unica speranza per poter ripartire garantendo un servizio essenziale di qualità, vorremmo crederci, ma anni di sperpero del patrimonio pubblico, di disservizi, di immobilismo e di clientelismo ci inducono ad essere molto realistici rispetto alle scelte dannose che in questi anni sia i lavoratori che gli anziani hanno subito.

Dalla giunta Accorinti ci si aspettava un segnale forte di discontinuità col passato attraverso la necessaria sostituzione di personaggi che rappresentano la continuità con le precedenti amministrazioni e una presa di posizione chiara a favore dei lavoratori stremati dal peggioramento delle loro condizioni lavorative.

Abbiamo visto in questi anni uno stesso filo conduttore nel rimandare scelte definitive e risolutive riguardo non solo alla gestione di Casa Serena ma a tutto il comparto dell’assistenza e dei servizi sociali, una vera e propria reiterazione dello stato di “emergenza”.

Le rappresentanze sindacali hanno negli anni più volte denunciato carenze dei requisiti igienico-sanitari della struttura nonché il problema della sicurezza degli impianti e di conformità agli standard regionali, carenze che, è nostra opinione, siano largamente diffuse in tutte le strutture del territorio comunale. Nel malaugurato caso si decida di far ospitare i pensionati di Casa Serena in altre strutture, sarebbe opportuno verificare che le stesse siano in regola con le norme igienico-sanitarie e che abbiano personale in numero adeguato e il possesso dei titoli necessari per poter operare nel settore. La nostra preoccupazione è che queste scelte politiche alla fine non salveranno Casa Serena ma al contrario comprometteranno i posti di lavoro e la permanenza degli anziani nel loro ambiente, dando l’avvio ad uno smantellamento di un servizio essenziale.

Occorre una ristrutturazione dell’intero terzo settore che sappia coniugare un rilancio della qualità dei servizi stessi, scelte condivise e partecipate, volontà politica, quest’ultima che non può che trovare la nostra condivisione a patto che non vengano sacrificati i lavoratori e vengano operate scelte coraggiose (internalizzazione dei servizi con qualsiasi forma giuridica ) in netta discontinuità con le solite logiche della sostituzione di una cooperativa al posto di un’altra”.

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