La toccante storia di una "nonna", 104 anni ed un bisogno di umanità

La toccante storia di una “nonna”, 104 anni ed un bisogno di umanità

Claudio Panebianco

La toccante storia di una “nonna”, 104 anni ed un bisogno di umanità

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martedì 28 Ottobre 2014 - 13:29

Angela Rizzo, Presidente dell'Associazione di volontariato "Cameris" e da tempo in prima linea per la rivalutazione di Casa Serena, ha raccontato, con toni toccanti, la storia di una "nonna" di 104 anni che, ospite della struttura, è ormai anche lei vittima dei tristi eventi. Il caso trattato è solo l'ennesimo esempio della gestione a singhiozzo dei servizi sociali

La vita a volte mostra facce che nessuno di noi vorrebbe mai vedere. Se uno di questi volti, tra tutti gli ostacoli che l'esistenza umana può porre davanti al nostro cammino, propone inoltre diversi bocconi amari da mandare giù, allora la situazione è certamente grave. Da mesi ormai Casa Serena è una trottola in balia dei provvedimenti (mancati o a metà) che hanno interessato la struttura.

Dentro Casa Serena non vi è un deposito, non vi sono quindi merci ma respiri, pianti, risate e ricordi: all'interno dell'istituto vengono accuditi tantissimi messinesi ormai avanti negli anni che, nella loro vecchiaia, racchiudono esperienze e memorie che di certo rappresentano un patrimonio di tutto rispetto. E' essenziale ovviamente salvaguardare il futuro di una società ma l'occhio attento del progresso deve necessariamente salvaguardare il passato, qualunque siano le condizioni in cui questo è costretto a trovarsi. A Casa Serena il personale ed i volontari continuano a prendersi cura degli anziani aspettando una manna del cielo che sembra ormai solo una favola.

In molti, nonostante tutto ciò, continuano a credere in quello che la struttura rappresenta e, tra questi "eroi" spicca di certo la figura di Angela Rizzo, Presidente dell'Associazione di volontariato "Cameris", la quale da tempo ormai porta avanti una grande battaglia per ottenere la rivalutazione completa ed assoluta di Casa Serena. La triste storia dell'istituto è diventata celebre e vari sono gli esempi che si potrebbero fare ma, per colpire al cuore la questione è forse meglio far parlare proprio i sentimenti, la rabbia, la tristezza ed anche la commozione di chi Casa Serena la vive ogni giorno sulla sua pelle.

Attraverso il suo profilo Facebook, Angela Rizzo, con toccanti parole ed una meravigliosa foto, ha raccontato la storia di una "nonna di tutti", facendo vibrare certamente le corde di chi, attento o meno alla situazione, crede ancora nella bellezza dell'amore ma si vede legato dalle zavorre della noncuranza. Il testo del post, tanto significativo, è questo: "Lei ha 104 anni, vive a Casa Serena da due anni. E’ stata moglie, mamma e nonna, lei non è stata abbandonata dai suoi cari in una casa di riposo perchè volevano sbarazzarsi di lei. Suo figlio due anni fa ha saputo di avere poco tempo da vivere e non sapendo come fare ha deciso di portarla a Casa Serena. Per due anni il figlio andava ogni giorno a trovarla, la coccolava, l’accarezzava. Il figlio è morto il mese scorso e lei è disperata. Il figlio aveva 84 anni e non si spiega perchè sia morto prima di lei. Lei piange: a 104 anni sta provando dolore per la morte del figlio. Lei oggi è fragile è “come un vetro pregiato di Murano o di un cristallo di Boemia": bello, elegante, ma basta poco perché si frantumi e si trasformi in frammenti inservibili. Conoscendone la natura, si deve stare attenti a come lo si usa, a come lo si conserva: occorre tenerlo lontano da luoghi in cui si compiono azioni d'impeto, perché altrimenti quel vetro pregiato si fa nulla, solo ricordo. Come un fiore: basta un colpo di vento e un petalo si stacca e perde il suo profumo, divelto dalla sua funzione, muore. Ora lei è sola, io ho fatto quello che ho potuto così come ha fatto suo figlio. A nulla e’ valso il mio impegno costante, fastidioso, irritante, spiacevole, si perchè così sono stati tacciati i miei interventi contro la pessima gestione dei servizi sociali. “La fragilità rifà l'uomo, mentre la potenza lo distrugge, lo riduce a frammenti che si trasformano in polvere.” Nel silenzio più assordante di questa amministrazione distante dalla realtà che si infervora per l’isola pedonale, che si gongola per l’azione della Digos e spara a raffica milioni di fotografie che ritraggono impiegati dell’ATM che rubano, che blocca i Tir, che scatena una guerriglia contro gli automobilisti indisciplinati, ma che tace e condivide le azioni più becere nei confronti di esseri umani fragili come gli anziani, i disabili, i minori migranti. Bella, elegante e fragile nonnina ti chiedo scusa, ma l’umanità non abita a Messina."

Claudio Panebianco

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