L'avvocato Catalioto: "Le Donne entra a gamba tesa, ignorando 2 circolari. La Sindoni eleggibile"

L’avvocato Catalioto: “Le Donne entra a gamba tesa, ignorando 2 circolari. La Sindoni eleggibile”

Rosaria Brancato

L’avvocato Catalioto: “Le Donne entra a gamba tesa, ignorando 2 circolari. La Sindoni eleggibile”

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mercoledì 13 Luglio 2016 - 10:28

Donatella Sindoni era ed è eleggibile. A spiegarlo sotto i profili giuridici e legislativi è l'avvocato Catalioto che spiega perchè applicare un comma di 30 anni fa ignorando due circolari regionali e fatti storici evidenti è un errore.

“Qui c’è qualcuno un po’ distratto, che dimentica d’avere nel cassetto due circolari dell’assessore regionale agli Enti locali, attribuisce ad un parere legale della Regione valore di norma superiore ed entra a gamba tesa sulla vicenda”. Il qualcuno è il segretario generale del Comune Antonino Le Donne e sul caso della presunta ineleggibilità della consigliera comunale Donatella Sindoni è l’avvocato Antonio Catalioto a spiegare perché la norma citata per l’ineleggibilità è inapplicabile perché inattuale e superata anche da due circolari regionali.

L’antefatto: è stato il primo dei non eletti nella lista, Giovanni Cocivera, a rivolgersi, nell’ottobre scorso al segretario generale avanzando ipotesi di ineleggibilità della Sindoni, rappresentante legale dello studio di analisi ereditato dal padre, in base all’art.9, comma 9 della legge regionale 31/86. La norma stabiliva una causa d’ineleggibilità per i legali rappresentanti e dirigenti di strutture convenzionate con l’Usl. Ricevuta l’istanza il segretario generale Le Donne ha richiesto un parere legale all’assessorato regionale nel mese di dicembre. Nei giorni scorsi è arrivata la risposta, firmata dall’avvocato Romeo Palma, che conferma l’ineleggibilità, così che Le Donne ha avviato l’iter per investire il Consiglio comunale della surroga con il primo dei non eletti.

Fin qui la cronaca recente, alla quale Donatella Sindoni ha risposto con la conferenza stampa di oggi affidando all’avvocato Antonio Catalioto la replica sotto tutti i profili legislativi e giuridici. Se per la Sindoni infatti “c’è qualcuno che mi vuol attaccare perché sono scomoda anche politicamente”, il legale ha spostato l’attenzione sui temi squisitamente giuridici, così come fatto nella nota del 2 novembre 2015 indirizzata al segretario generale.

“Sin da quel giorno ho spiegato chiaramente al dottore Le Donne che quella norma dell’86 non è più applicabile perché superata e inattuale- ha commentato Catalioto- Quel comma infatti fa riferimento, anche terminologicamente, a due elementi che non esistono più: le Usl e le strutture convenzionate con la Regione”.

Le Unità sanitarie locali infatti, all’epoca erano guidate da assemblee formate dai consiglieri comunali ed anche i vertici venivano scelti dalla politica. Nell’86 quindi la norma era più che pertinente e necessaria. Dal ’92 però le strutture sanitarie locali sono state sostituite dalle Asp che sono di competenza della Regione. E’ l’assessore regionale che nomina i direttori generali delle Asp ed infatti in quei casi valgono le ipotesi di ineleggibilità a livello regionale. Applicare una norma di 30 anni fa nel 2016 è pertanto inusuale e poco logico. Non esistono neanche più le strutture convenzionate, ma quelle accreditate in base ad una rigida griglia di requisiti.

“Dal punto di vista storico quindi la norma è inattuale e l’ho spiegato a Le Donne sin dal mese di novembre-prosegue Catalioto- Ma quel che mi stupisce è che il segretario generale non conoscesse due circolari, firmate dagli assessori regionali Scoma e Valenti, una del 2008 ed una del 2014, quindi recentissima e che inequivocabilmente escludono l’ineleggibilità in questo specifico caso. Ricordo che l’assessore è gerarchicamente superiore al segretario generale. Invece Le Donne, ignorando quel che aveva nel cassetto ha richiesto un parere agli uffici legali dell’assessorato”.

Secondo l’avvocato quindi sarebbe bastato al segretario generale leggere quelle due circolari, una delle quali del 2014 quindi quando già lui era a Palazzo Zanca, per rispondere a Cocivera. Un’ultima nota Catalioto la riserva al parere legale: “Pur ammettendo che abbia deciso di ignorare le mie umili controdeduzioni e due circolari regionali, Le Donne ha voluto attribuire ad un parere legale validità superiore alla circolare stessa, dimenticando che, se davvero fosse così, toccherebbe all’attuale assessore regionale recepire il parere conferendogli validità d’applicazione. Invece così è solo un parere degli uffici. E’ ulteriormente bizzarro che Le Donne abbia sorvolato su quanto lo stesso Palma scrive e cioè che l’ufficio da tempo ha invitato l’Ars a definire inapplicabile quell’ipotesi di ineleggibilità giacchè superata dai fatti. Visto che l’Ars non ha ancora legiferato le circolari restano attuali e del resto se i deputati non l’hanno fatto è perché forse ritenevano adeguati i provvedimenti degli assessori Valenti e Scoma”.

Presenti alla conferenza stampa i colleghi consiglieri che hanno voluto approfondire la problematica anche per non incappare in conseguenze giuridiche qualora dovessero votare o meno sulla questione. Presenti quindi Amata, Barrile, Scuderi, Gioveni, Zuccarello, Cucinotta, Santalco, Crisafi, Perrone, Mondello, Iannello, Cantali, Contestabile, Sorrenti, Faranda, Pagano, Parisi, De Leo, ai quali nei prossimi giorni l’avvocato Catalioto consegnerà tutta la documentazione.

“Forse qualcuno si è voluto togliere un sassolino dalla scarpa nei confronti di una consigliera scomoda- ha aggiunto Donatella Sindoni- Più volte mi sono scontrata con il segretario generale che ha fatto anche riferimento alla richiesta di Cocivera ed al parere legale. Ma quel che ritengo istituzionalmente scorretto è da parte di Le Donne l’aver già scritto al prefetto per sapere se al mio posto subentra Cocivera, che è coinvolto in vicende giudiziarie o il successivo candidato. Ancora l’atto non è arrivato in Aula, ci sono tutte queste perplessità eppure lui, basandosi solo su un parere legale mi ha già data per decaduta. Un comportamento a dir poco scorretto e intollerabile. Siamo alla farsa”.

Il percorso del provvedimento si è fatto quindi più tortuoso e la Sindoni si difenderà su tutti i piani.

Rosaria Brancato

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