Provvy Grassi, indagini chiuse: restano 6 gli indagati

Provvy Grassi, indagini chiuse: restano 6 gli indagati

Alessandra Serio

Provvy Grassi, indagini chiuse: restano 6 gli indagati

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mercoledì 30 Luglio 2014 - 08:07

L'incidente e la cattiva manutenzione dell'autostrada restano la pista privilegiata per spiegare la tragedia della giovane trovata cadavere sotto io viadotto Bordonaro, 6 mesi dopo la scomparsa.

Restano sei gli indagati per la morte di Provvidenza Grassi, la giovane commessa scomparsa un anno fa, il 10 luglio, e ritrovata cadavere alla fine del gennaio scorso, sotto il viadotto Bordonaro. Il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, titolare del caso, ha siglato la chiusura delle indagini per attuale e precedente commissario del Consorzio Autostrade Siciliane, Nino Gazzara e Anna Rosa Corsello, i direttori tecnici e gli ispettori Letterio Frisone, Gaspare Sceusa, Carmelo Cigno ed Antonino Spitaleri.

Alla fine degli scrupolosi accertamenti di Ris, Polizia Stradale e consulenti, quindi, il quadro non è cambiato molto e per il magistrato resta ferma l'ipotesi che la morte della ragazza, qualunque sia la causa dell'incidente, poteva essere evitata se, come previsto, le barriere di protezione laterale, fuori dalla galleria, fossero state adeguate.

Invece la Fiat 600 è precipitata dal viadotto praticamente passando sopra il guard rail, in quel punto bassissimo, malgrado l'altezza del viadotto stesso. Un volo di quasi 20 metri, terminato a ridosso della recinzione di una cabina elettrica nascosta nel verde, che ha fatto sì che la ragazza lottasse tra la vita e la morte per ore, incapace di chiamare aiuto, per poi spegnersi.

Tante le tracce che fanno propendere per l'incidente: i segni sull'auto, sul guard rail, il birillo incastrato sotto il motore della 600, uguale a quello collocato all'interno della galleria, le tracce di metallo incastrate tra il montante ed il cofano del veicolo. Poi quelle tracce di metadone tra i capelli, ad indicare che forse la ragazza era sotto effetto di droghe e probabilmente per quello ha perso il controllo del mezzo, o comunque non e' riuscita a limitare gli effetti dell'aver arrotato il birillo.

Subito dopo aver ricevuto le conclusioni del medico legale Elvira Ventura Spagnolo indicanti le tracce di metadone, il pm Capece Minutolo ha disposto ulteriori rilievi sul veicolo, in particolare all'interno. Poi, ricevute anche le conclusioni dell'ingegnere Andrea Pirri, incaricato di ricostruire la dinamica, ha chiuso le indagini.

Alessandra Serio

2 commenti

  1. letterio.colloca 30 Luglio 2014 11:27

    “….fatto sì che la ragazza lottasse tra la vita e la morte per ore, incapace di chiamare aiuto, per poi spegnersi.”

    RABBRIVIDISCO a riflettere sull’agonia di quest’essere!!!!

    Chissà se questi “responsabili del Ca…s”,hanno figli?
    Chissà perché,pur percependo LAUTI COMPENSI,NULLA hanno fatto col loro ” rispettivo lavoro” per evitare morti,feriti e sofferenze a TROPPE altre persone di cui leggiamo sui giornali?
    Hanno (e continuano) DOLOSAMENTE incassato “competenze non guadagnate con la diligenza del pater familias”;PERSEVERANO nel mantenere uno stato d’INCURIA CRIMINALE ARROGANTEMENTE CERTI che non pagheranno alcunché anche per ….I LUTTI arrecati!!!!!
    Qualche mese di ARRESTI DOMICILIARI …..potrebbe essere la “CONDANNA ESEMPLARE” ma, ai “sigg” Nino Gazzara e Anna Rosa Corsello, i direttori tecnici e gli ispettori Letterio Frisone, Gaspare Sceusa, Carmelo Cigno ed Antonino Spitaleri, NON GLIENE PUO’ FREGARE DI MENO.

    I morti non possono parlare né testimoniare: è una conclusone che troppo spesso si sente nei fatti di MAFIA;
    i vivi (ONESTI) hanno il DOVERE MORALE di fare GIUSTIZIA,estirpando tali malepiante.

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  2. letterio.colloca 30 Luglio 2014 11:27

    “….fatto sì che la ragazza lottasse tra la vita e la morte per ore, incapace di chiamare aiuto, per poi spegnersi.”

    RABBRIVIDISCO a riflettere sull’agonia di quest’essere!!!!

    Chissà se questi “responsabili del Ca…s”,hanno figli?
    Chissà perché,pur percependo LAUTI COMPENSI,NULLA hanno fatto col loro ” rispettivo lavoro” per evitare morti,feriti e sofferenze a TROPPE altre persone di cui leggiamo sui giornali?
    Hanno (e continuano) DOLOSAMENTE incassato “competenze non guadagnate con la diligenza del pater familias”;PERSEVERANO nel mantenere uno stato d’INCURIA CRIMINALE ARROGANTEMENTE CERTI che non pagheranno alcunché anche per ….I LUTTI arrecati!!!!!
    Qualche mese di ARRESTI DOMICILIARI …..potrebbe essere la “CONDANNA ESEMPLARE” ma, ai “sigg” Nino Gazzara e Anna Rosa Corsello, i direttori tecnici e gli ispettori Letterio Frisone, Gaspare Sceusa, Carmelo Cigno ed Antonino Spitaleri, NON GLIENE PUO’ FREGARE DI MENO.

    I morti non possono parlare né testimoniare: è una conclusone che troppo spesso si sente nei fatti di MAFIA;
    i vivi (ONESTI) hanno il DOVERE MORALE di fare GIUSTIZIA,estirpando tali malepiante.

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