Officina Grandi Riparazioni, un patrimonio umano e professionale lasciato alla deriva

Officina Grandi Riparazioni, un patrimonio umano e professionale lasciato alla deriva

Officina Grandi Riparazioni, un patrimonio umano e professionale lasciato alla deriva

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venerdì 28 Ottobre 2011 - 14:25

I sindacati “rimproverano” la politica d scarsa chiarezza: allo stato attuale l’impianto non dovrebbe essere direttamente coinvolto nei cantieri per il Ponte, ma la chiusura è confermata. Intanto dal prossimo 11 dicembre, dalla Sicilia impossibile raggiungere il nord italia con treni a lunga percorrenza: scalo obbligato a Roma

Un patrimonio umano e professionale che deve essere tutelato. E’ unanime la posizione delle organizzazioni sindacali intervenute questa mattina alla seduta della commissione ponte convocata per discutere del futuro dell’Officina Grandi Riparazioni, storico impianto ricadente nel territorio di Messina il cui destino, da qui ai prossimi 30 mesi, è indissolubilmente legato alla parola chiusura. Perché nonostante le tante parole spese nelle ultime settimane, emerge un unico atto ufficiale e concreto, quello cioè che ne sancisce la "morte", come ribadito dal segretario generale della Filt Cgil Foti: «Dall’amministrazione continuiamo a non avere alcuna notizia, ma a questo punto bisogna scegliere cosa fare. C’è in atto una manovra ben precisa da parte di Trenitalia per spostare tutto il personale in comparti regionali, fatto questo il passo successivo sarà la chiusura e non ci sarà nulla da fare. L’area ferroviaria che verrà dismessa passerà alla società “Sistemi Urbani Srl” che si occuperà di venderla a prezzi di mercato. Su di essa il Comune non avrà voce in capitolo». La richiesta finale di Foti è, dunque, che il sindaco richieda al più presto un confronto con l’azienda.

Altrettanto chiara la posizione del segretario della Fit-Cisl Testa, la cui analisi spaziato però sulla generale situazione del trasporto ferroviario da a per la Sicilia, soprattutto rispetto alle tratte a lunga percorrenza. A questo proposito il rappresentante sindacale ha annunciato che dal prossimo 11 dicembre, con l’entrata in vigore del nuovo orario ferroviario «chi parte dalla Sicilia non potrà più arrivare oltre Roma con un solo treno. Le tratte a lunga percorrenza faranno tutte scalo nella capitale, non sarà possibile andare oltre. E’ l’ennesima dimostrazione di come il nostro territorio venga marginalizzato».

Sul fronte Officina Grandi Riparazione, poi, il segretario della Cisl afferma: «Allo stato dell’arte, anche se l’area in cui insiste l’impianto messinese non verrà direttamente interessata dai cantieri del Ponte, viene confermata la dismissione. E’ importante ricordare che in occasione dell’incontro dello scorso 13 luglio presso la sede di Italferr, società di Fs che progetta e controlla la realizzazione gli interventi infrastrutturali e tecnologici, previsti nei piani di investimento e di potenziamento del trasporto ferroviario, ci è stato detto che sull’OGR di Messina non era stato programmato nessun intervento. Una notizia che abbiamo appreso con stupore. A breve ci attendiamo di essere riconvocati e ci aspettiamo che venga riconfermata la stessa linea, a conferma del totale disinteresse del gruppo Fs».

Altrettanto duri gli interventi di D’Arrigo e D’Agostino, rispettivamente segretari della Uil Trasporti e della segreteria provinciale dell’OrSa, che hanno evidenziato la necessità di un maggiore senso di responsabilità rispetto al problema, quella che finora non è stata mostrata dai rappresentanti politici messinesi a tutti i livelli, locale, regionale e nazionale. Significative le dichiarazioni dei rappresentanti delle Rsu, anche in qualità di lavoratori: «Non c’è mai stata la volontà politica e sindacale di essere chiari – afferma Salvatore Ciraolo – i dipendenti dell’Officina Grandi Riparazioni vivono un dramma quotidiano, quello cioè di essere vicini alla fine. Eravamo venuti qui oggi con la speranza di potere avere delle risposte, almeno per capire che destino ci attende e invece nulla. Non ci rimanere che aspettare, ancora. Alcuni in attesa della pensione, altri, i più giovani, che avrebbero potuto rappresentare il futuro di questo impianto, costretti a fare le valigie». (ELENA DE PASQUALE)

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