Preghiera comune tra il Segretariato attività ecumeniche e la comunità ortodossa rumena di Messina

Preghiera comune tra il Segretariato attività ecumeniche e la comunità ortodossa rumena di Messina

Preghiera comune tra il Segretariato attività ecumeniche e la comunità ortodossa rumena di Messina

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martedì 21 Aprile 2015 - 10:40

Il gruppo Sae si sente incoraggiato a continuare nella testimonianza di fraternità e di comunione, consapevole che la preghiera di Gesù dell’“Ut unum sint” si può realizzare anche tramite gesti semplici di attenzione all’altro, di attenzione e rispetto alla diversità di confessione

Domenica soci e amici del Segretariato attività ecumeniche di Messina hanno condiviso con la comunità ortodossa rumena la Divina Liturgia secondo il canone di San Giovanni Crisostomo. Ha celebrato Padre Pietro Bogdan Voicu nella chiesetta di Contemplazione.

I fedeli arrivano alla spicciolata, anche a rito cominciato, perché il capolinea del tram è distante dalla chiesa e loro non sono forniti di mezzi di trasporto privati. Tuttavia, la loro è una partecipazione attiva, nel senso che entrano, prendono una o più candeline e un pane azzimo e si mettono in processione in attesa che il loro sacerdote si affacci dalla iconòstasi, benedica ciascuno imponendo la mano sul capo e rientri poi con i loro doni (candeline e pane) per proseguire il rito.

Domenica di Pasqua (per loro il 12 aprile scorso) c’erano fedeli per tutta la stradina che porta fin dentro la chiesa. Ma oggi, in albis, la comunità radunata non è numerosa. Lo stesso si instaura un processo dinamico nel quale tutti offrono e si offrono al Signore passando dal celebrante e tutti tramite il sacerdote ricevono benedizione, luce, la Parola dell’Apostolo e del Vangelo, il pane e il vino consacrato.

“Anche noi che abbiamo partecipato per la prima volta – scrivono Carmelo Labate e Antonina Busà, soci del Sae – non ci siamo sentiti spettatori curiosi, anzi siamo stati coinvolti nella contemplazione del mistero divino, nell’orazione di lode a Dio per i benefici ricevuti, nella formulazione di preghiere per tutta l’ecumene, il mondo intero e le sue necessità, anche le più comuni. La Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, ricca di intenzioni di preghiera, non trascura nessuna categoria di persone e nessun tema per il quale pregare. L’uomo chiede a Dio e Dio con la sua Parola non smentisce nessuna richiesta fatta con il cuore. Questa esperienza di autentica preghiera cristiana, ci entrava nel cuore attraverso il canto continuo, dolce, melismatico, melodioso, simile all’antico gregoriano, soffuso, corale di un gruppetto di donne che faceva eco alle preghiere del ministro del culto. Un’alternanza che consentiva alla Parola di Dio di trasformarsi in invocazioni, suppliche e lodi per Dio tre volte Santo, immortale, che è Padre Figlio e Santo Spirito. La comunione viene partecipata dall’unico calice ai presenti, prima ai bambini e poi agli adulti. I bambini presenti sono tutti in tenerissima età, ma tutti attenti con rispetto, quasi coscienti del mistero al quale stavano partecipando. Avevamo già notato come anche loro, insieme al genitore che li accompagnava, partecipavano all’offerta, baciavano le icone, si segnavano alla maniera ortodossa col segno della croce”. L’iconostasi è come una grande balaustra lignea che separa il popolo dal luogo dove il sacerdote compie i riti, in parte “nascosti” e in parte in mezzo ai fedeli. Questa separazione stranamente non separa, anzi avvicina i fedeli alla misteriosa relazione di Dio con l’uomo, perché è tutta tappezzata e impreziosita da una teoria di icone di santi testimoni e suggello dell’incontro del tre volte Santo con l’umanità nella bellezza e nello splendore.

Alla fine pane benedetto per tutti, come segno di condivisione con i fratelli cattolici presenti, ed anche uova sode col guscio colorato e decorato (segno di una vita che risorge), e poi anche caramelle, merendine, fragole e altri dolci e il sorriso sincero dell’accoglienza e della piena fraternità.

Dalla condivisione di una così ricca liturgia, fatta di gesti umani e di gesta divine, il gruppo Sae che vi ha partecipato si sente incoraggiato a continuare nella testimonianza di fraternità e di comunione, consapevole che la preghiera di Gesù dell’“Ut unum sint” si può realizzare anche tramite gesti semplici di attenzione all’altro, di attenzione e rispetto alla diversità di confessione. Ma il gruppo auspica anche che le autorità competenti, religiose e civili, trovino e diano loro luoghi di culto più dignitosi, più adatti e più centrali, luoghi nei quali sorelle e fratelli delle diverse comunità ortodosse presenti a Messina (rumena, greca, russa, ecc.) possano nutrire la loro fede e sostenersi reciprocamente nell’affrontare i loro problemi.

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