La ricetta anti-crisi di Croce è “indigesta” per il Partito Democratico

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La ricetta anti-crisi di Croce è “indigesta” per il Partito Democratico

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sabato 08 Dicembre 2012 - 21:42

Il segretario cittadino Grioli ed il coordinatore dei gruppi consiliari Calabrò invitano il commissario straordinario a fare in fretta sulla delibera di adesione al Fondo di rotazione e sul bilancio di previsione 2012

«In parte inattuabile ed in parte poco efficace». Così il segretario cittadino Giuseppe Grioli ed il coordinatore dei gruppi consiliari del partito democratico Felice Calabrò giudicano la manovra anti-crisi presentata nei giorni scorsi dal commissario straordinario Luigi Croce, ritenendo che molte misure «non sono in linea con la normativa vigente ed altre misure prospettate, seppur confacenti, produrrebbero effetti solo a medio e lungo termine». Per i due rappresentanti di centro-sinistra, la priorità assoluta è quella si scongiurare il default.

«Se vogliamo evitare il dissesto – spiegano in un comunicato – occorre approvare la delibera per accedere alle misure del decreto legge 174, da poco convertito in legge, ed una volta deliberata l’adesione alle misure della nuova legge è necessario esitare il bilancio di previsione 2012. Senza questi due passaggi fondamentali, tutte le ricette più o meno realizzabili verranno spazzate via dalla dichiarazione di dissesto che determinerà effetti disastrosi per una città che è già in agonia».

«Il Commissario – continuano Calabrò e Grioli – deve dirci se intende esitare la delibera per aderire al decreto “salva comuni” e contestualmente presentare il bilancio previsionale 2012 di un Ragioniere Generale in Consiglio Comunale. Senza questi passaggi da realizzare entro dieci giorni non ha senso discutere di misure correttive . Ove il commissario non intendesse porre in essere per quanto di sua competenza i provvedimenti sopra riportati sarebbe evidente la sua scelta di non impedire il dissesto.

I due esponenti del Pd entrano, poi, nel dettaglio del piano di risanamento delle casse comunali varato dal reggente di Palazzo Zanca. «Proposte quali la vendita di immobili con provvigioni per gli agenti immobiliari, l’utilizzazione di società di recupero crediti per la Tarsu 2012, o per i proventi delle violazioni del codice della strada, la sostituzione del Comune nel recupero dei crediti all’Amam, la vendita degli immobili dell’edilizia residenziale pubblica appaiono tutte iniziative, così come formulate, non conformi alla normativa vigente» sentenziano Calabrò e Grioli.

I due rappresentanti del Partito Democratico si dicono poco convinti anche del « breve cenno al dipartimento edilizia, che attualmente vive una fase di stallo totale» e puntano l’attenzione sulla «dicotomia tra i numeri certificati dal Ragioniere Generale e controfirmati dal Collegio dei Revisori e quelli indicati dagli esperti del commissario», che « hanno ingenerato troppa confusione».

Secondo Calabrò e Grioli è necessario «distinguere i debiti certificati per i quali bisogna trovare coperture immediate, da debiti che anche ove esistenti non sono certi nella quantificazione e da debiti che addirittura potrebbero poi non risultare tali. In tali ultimi due casi – dicono – si deve procedere ad una quantificazione, anche solo prudenziale al fine di predisporre una programmazione pluriennale che ci consenta di riportare il Comune di Messina agli standard di un comune virtuoso (attraverso il piano di riequilibrio previsto per accedere al fondo di rotazione della legge salva comuni). Tutto questo, però è già previsto dal decreto salva Comuni, così come talune altre cose affrontate dal Commissario».

Sulle partecipate Calabrò e Grioli propongono di «rivoluzionare il sistema», ricordando che, sino ad oggi, le società partecipate hanno offerto servizi ai cittadini senza alcun contratto di servizio con il Comune, che paga secondo quanto la società spende. « E se le società – scrivono – ricevono dal Comune meno di quanto spendono si maturano debiti che il comune deve sempre pagare».

Calabrò e Grioli concludono il loro documento ribadendo che «occorre fare in fretta e dimostrare alla Corte dei Conti che abbiamo la possibilità di adottare le misure correttive richieste. Adesso spetta al Commissario darci una risposta. Il PD farà la propria parte così come assicurato sin dall’inizio. La città prima di tutto, poi viene il resto».

13 commenti

  1. ART.21 COSTITUZIONE. Non è difficile sintetizzare il pensiero di Francantonio GENOVESE, che si manifesta attraverso il duo GRIOLI CALABRO’, ci provo. Tutto va bene madama la marchesa, tutto va ben, le difficoltà sono addebitabili a Orazio MILORO e Peppino BUZZANCA. Piena fiducia a tutti i dirigenti, in modo particolare a Ferdinando COGLITORE e Giovanni DI LEO. Piena fiducia a tutti i dipendenti del Comune, che dimostrano abnegazione e lealtà all’amministrazione, compreso il dipendente edicolante, investito di una funzione importante per la democrazia, meritevole di stipendio e indennità del contratto integrativo, divulgare comunicati stampa e giornali.
    Per il duo GRIOLI CALABRO’ il PARTITO DEMOCRATICO saprà risolvere tutte le difficoltà, con le bacchette magiche di GENOVESE e D’ALIA, con l’aiuto degli stessi dirigenti dell’Area Economico Finanziaria e rimettendo al suo posto Romolo DELL’ACQUA. Il duo fa capire di essere legato al sistema delle Cooperative Sociali, a cui sono molto legati, urlano che rendono servizi efficaci e di tanto in tanto ritardi negli stipendi. Il PD e l’UDC, si sentono la vittoria in tasca, ma hanno fatto i conti senza l’oste, questa volta agguerrito.

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  2. ora si cominciano a delineare i contorni .
    oggi si comincia a capire chi ha relamente paura del default, o dissesto.
    oggi e’ piu’ chiaro che la vera posto in gioco non e’ la salvezza di Messina, ma avere ilò tempo di annacquare responsabilita’.

    il fondo salva comuni, la legge 174, e’ solo un miraggio per Messina.
    allungherebbe di un solo anno il fallimento definitivo e non farebbe usare il tempo ad accertare le responsabilita’ che a dire il vero sono palesi.
    anni di bilanci truccati non si possono ripianare con il fondo salva comuni.
    MA IL PROBLEMA E’ STRUTTURALE E COMPLESSO, E LO SI PUO’ AFFRONTARE SOLAMENTE AZZERANDO TUTTO.

    IL DISSESTO NON SOLO E’ INEVITABILE, MA E’ L’UNICA MEDICINA PER UNA CITTA’ DOVE CHIUNQUE VIVE FACENDO SOLO QUELLO CHE GLI PARE.

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  3. Grioli e Calabrò stanno solo facendo proclami propagandistici, pur sapendo, che il default è inevitabile, ma, cosa peggiore, sfruttano il dramma delle cooperative per avere visibilità e far credere che alla fine è tutto risolvibile. Non capiscono che hanno perso credibilità, specie quando cercano di convincere sulla dubbia interpretazione delle cifre. A momenti ci vengono a dire che il comune non si trova in uno stato pietoso e che quegli stessi meccanismi contorti che hanno creato in tutti questi anni, oggi, possono essere modificati e rivoluzionati. Tutto questo per la cittadinanza, NON PER SALVARE LA LORO POLITICA. Ricordate che il falso in bilancio, nella pubblica amministrazione, è rimasto un reato.

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  4. Vorrei ricordare a Grioli e Calabrò l’apocalisse di Messina del 7 dicembre. In quel casino infernale, con persone bloccate anche per oltre 5 ore dentro un auto, nessun palazzo ha avuto il coraggio di FERMARE I TIR ( il viale europa era stracolmo di bisonti).Nessuno ha RICHIAMATO sulla strada polizia municipale,polizia,carabinieri per un servizio di emergenza. Nessuno ha ordinato che sulla tangenziale si avviasse la doppia circolazione su 1 corsia. Per una città ad altissimo rischio idrogeologico e sismico è stata la CONSACRAZIONE ( ove ce ne fosse bisogno)dell’incompetenza, inefficienza, superficialità di tutta la…………. filiera del comando sul territorio.
    Questo però ai cittadini è meglio non dirlo. Giusto Grioli e Calabrò?

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  5. ART.21 COSTITUZIONE. C’è una tabella da cui emerge il risultato finanziario del Comune,inserita come PRESA ATTO della Giunta BUZZANCA per deliberare l’approvazione del RENDICONTO 2011,credo di averla già pubblicata,ma ritengo interessante rifarlo,perchè di grande attualità,in riferimento al dibattito sulle scarse capacità dei DIRIGENTI e dei RESPONSABILI di SERVIZIO,a finalizzare gli OBIETTIVI assegnati,quasi sempre carta straccia.Di questi dipendenti farò i nomi con le rispettive competenze,il MUNICIPIO è la casa comune dei messinesi,che hanno il diritto di conoscere bene chi la frequenta assiduamente.La tabella in questione è di facile lettura,alla portata di tutti,credetemi non c’è niente di complicato nei documenti contabili,sono numeri sommati o sottratti,è contorto capire come diavolo li hanno previsti in questi anni,la statistica c’entra poco, forse l’astrologia.Nella prima riga ci sono i RESIDUI ATTIVI da esercizi finanziari precedenti al 31/12/2011,valgono 239.908.829 euro,sono somme accertate ma non riscosse,sono mantenute perchè derivanti sulla base di un titolo giuridico. Come padroni di casa vorremmo sapere dettagliatamente per ogni anno di riferimento a quali titoli giuridici si riferiscono, per capire di chi sono le eventuali responsabilità. E’ CHIEDERE TROPPO? La seconda riga sommma i RESIDUI ATTIVI in conto competenza relativi al 2011, valgono 77.633.830 euro, sono minori accertamenti rispetto alle previsioni. Il totale dei RESIDUI ATTIVI è una cifra sbalorditiva pari a 317.542.659, di cui chiediamo conto, se è possibile ancora di più della Corte dei Conti. La quinta riga ci da i RESIDUI PASSIVI precedenti al 31/12/2011,sono pari a 210.961.249 euro,sono somme impegnate con un atto formale NON PAGATE dal Comune, anche di queste sappiamo ben poco,anni di riferimento e verso chi siamo debitori.La riga seguente somma i RESIDUI PASSIVI in conto competenza relativi al 2011, pari a 112.084.563 euro. Il totale dei RESIDUI PASSIVI è altrettanto sbalorditivo, pari a 323.045.812 euro. Noterete che solo per il 2011,la differenza tra residui attivi e passivi è elevata, a favore della spesa impegnata rispetto alle entrate accertate ma non riscosse, è pari a 34.450.733 euro (non compare nella tabella). Ipotizzate questo comportamento per il vostro bilancio familiare o professionale del 2011.
    Le ultime tre righe ci danno la differenza (calcolo inutile) tra i residui passivi e quelli attivi, pari a – 5.503.152, inutile perchè gran parte dei RESIDUI PRECEDENTI non sono esigibili, vi consiglio di non scommenttere un centesino, quindi quella differenza non vale un fico secco, come non ha nessun valore contabile il DISAVANZO DI AMMINISTRAZIONE pari a 2.349.157. Voglio ricordare che il nostro comune dal 2008 è sempre in avanzo di amministrazione nei BILANCI DI PREVISIONE, do le cifre di COMPETENZA 16.827.687 nel 2008 * 5.474.163 nel 2009 * 2.377.103 nel 2010 * 1.968.090 nel 2011. Solo un’idiota può credere alla montagna di cifre che ci hanno riversato negli ultimi anni in sede di previsione.
    http://img528.imageshack.us/img528/6312/residui.png

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  6. francocrisafulli 9 Dicembre 2012 10:13

    ACCELERARE VERSO IL BARATRO.
    La scelta giusta passa dal saper indicare ai cittadini con chiarezza eventualmente con quali risorse verrano ripianati gli ulteriori 70 milioni di debiti nel caso si facesse ricorso al fondo di rotazione “scongiurando il default”. oggi quello che la politica cittadina ci ha fatto vedere è l’innalzamento al tetto massimo delle aliquote dell’Imu e l’annuncio, a palle ferme, che il costo della Tarsu nel 2013 raddoppierà sempre per i cittadini, e, che, probabilmente neanche questo garantirebbe la sostenibilità del servizio cosi com’è adesso . A questo punto in linea di principio appare verosimile che gli ulteriori debiti verrebbero pagati ulteriormente dagli stessi cittadini con l’inserimento di probabili addizionali Irpef e che nello stesso momento ci sarebbe uno scadimento dei servizi per tutta la cittadinanza in particolare verso le fascie più deboli per i tagli conseguenti il ripianamento del debito pregresso (60-249 milioni di euro).

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  7. Alberto Vermiglio 9 Dicembre 2012 11:07

    Comprendo dalla lettura di quest’articolo che alcuni esponenti politici criticano le decisioni del Commissario perchè “più o meno inattuabili”, che la soluzione è “rivoluzionare il sistema”, che ci vuole una “programmazione pluriennale”. Di tanto parlare, purtroppo, non se ne può più!
    Per quanto mi riguarda il problema non è dissesto o non dissesto, ma il senso della politica di oggi.
    Un partito, che ha l’ambizione di essere tale, non può limitarsi a comunicati stampa scritti in “politichese”; questa città ed i suoi abitanti non hanno più bisogno di parole, foto ed interviste, ma di progetti concreti ed attuabili, di etica nelle amministrazioni, e di persone che abbiano il coraggio di porre in essere ciò che dicono.
    Il distacco dalla politica è causato proprio da questo atteggiamento che punta solo alla salvaguardia del proprio orticello, senza nessuno sguardo alle difficoltà del vicino ed alle necessità della città.
    Personalmente non ho ricette “salvifiche”, ammetto i miei limiti, ma io non sono di certo un rappresentante delle istituzioni votato proprio per fare anche questo.
    In mancanza di un cambio di rotta non ci si potrà sorprendere di una ennesima vittoria dell’antipolitica e del populismo.
    Permettetemi un ultimo appunto a chi commenta gli articoli. Celarsi dietro ad un nick, e criticare a testa bassa, è il primo segnale di una deriva sociale dove nessuno vuole prendersi la responsabilità di quello che dice. Con tale condotta criticate i politici di una attegiamento che tenete voi per primi.
    Alberto Vermiglio

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  8. se oggi prendiamo buoni anche tutti i debiti non certi e non certificati che forse i Messinesi dovranno pagare nei prossimi dieci anni (e non nei prossimi tre mesi) meglio restituire Messina ai Messinesi, ritornando al primato della Democrazia . . . . . ne saremo capaci!

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  9. Non perdono l’occasione per indicare la via per accrescere il deficit del bilancio municipale.
    Certo utile per trovare un stipendio ancora ai quattro amici che non hanno potuto sistemare.
    Quando capiranno che l’ora degli stipendifici è finita ed è l’ora di augurarsi qualche investimento (non necessariamente il ponte) per produrre occupazione vera.
    Soltanto completando le incompiute ed eliminando tutto il marciume che ha caratterizzato la pubblica amministrazione ed i pubblici servizi Messina potrebbe risollevarsi.
    Il confronto con le altre città dell’Isola è sempre sfavorevole a Messina. Basta esaminare i tempi infiniti per un qualsiasi lavoro.
    Nessuno ha mai fatto caso alla rilevanza che viene data alle somme che vengono attribuite al Comune, ma non si parla mai nè di progetti (se non in termini generici) nè dei tempi stabiliti per completare le opere. Questi non interessano agli amministratori perchè non si possono mettere in tasca.

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  10. Fa piacere vedere che Messina ha consiglieri comunali che in fatto di bilanci ne capiscono più della Corte dei Conti. Certamente hanno una…..buona formazione.

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  11. francocrisafulli 9 Dicembre 2012 15:50

    LA VERITA’SCELLERATA

    IL COMMISSARIO CROCE ……SULLE SPALLE RESTANO 240 MILIONI DI DEBITI: COME SI È ARRIVATI A UNA SITUAZIONE DEL GENERE?

    «Le dò un termine di paragone: al 30 giugno l’anticipazione di cassa era 18,2 milioni circa, ma al mio insediamento era di 42,1 milioni e la situazione di cassa era di circa 150mila euro: significa che in due mesi e mezzo – dal primo luglio al 16 settembre – al Comune di Messina si sono spesi ben oltre 23 milioni di euro».

    SPESI COME?

    «Indennità pregresse liquidate tutte in una volta al personale ed elargizioni varie ad enti e altre attività; il tutto alla vigilia delle elezioni regionali».

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  12. Rispondo ad Alberto Vermiglio per condividere le sue osservazioni e la critica mossa al PD che come partito di opposizione ha -più degli altri – il dovere di esporre in modo chiaro la situazione debitoria del comune. I consiglieri comunali hanno la possibilità di accedere ai dati contabili ed agli atti del comune e quindi, – sempre che sappiano leggere i dati e gli atti – dovrebbero essere in grado di fornire dati certi ed attendibili. Comunque, condivido l’ affermazione secondo cui il commissario ha contribuito a creare allarme e confusione dando alla città una fuorviante rappresentazione della realtà contabile per la confusione fatta tra “debiti liquidi ed esigibili” (espressione della Corte dei Conti) e debiti paventati ( di là a venire) o criticità accertate. Questo non vuol dire che il Comune goda di buona salute e che sia stato in passato bene amministrato, tutt’altro ! ma su questo fronte chi ha sbagliato o creato eventuale danno erariale va tempestivamento denunziato sia in sede penale (ove si ipotizzino ipotesi di reato) sia alla Procura della Corte dei Conti. Ad oggi non mi risulta che il Commissario abbia individuato ipotesi di danno erariale anche se è probabile che al riguardo abbia già individuato ipotesi e fatti denunziabili davanti alla Procura della Corte dei Conti cui spetta l’ azione di responsabilità contabile o amministrativa. Siamo seri: chi grida “al ladro! al ladro!” denunzi subito il ladro o è meglio che taccia.
    Credo che la situazione richieda competenza, onestà, coraggio e molta serenità. Condannare questi o quello senza prove non serve a nulla. Altra cosa è la responsabilità politica di chi ha amministrato Messina negli ultimi dieci anni!

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  13. L’unica cosa da fare era stata suggerita a suo tempo da Saja al Commissario, ed era quella di farsi aiutare dalla Guardia di Finanza nella “scalata contabile”. I consiglieri sono proprio i primi che dovrebbero tacere, visto il danno commesso in tutti questi anni, e non hanno certo la preparazione nè la competenza a fornire suggerimenti od imporre ultimatum. Grioli e Calabrò, ovviamente cercano di “proteggere” nel miglior modo possibile, il “padrone”. Chi ha visto ieri sera “Report” si sarà fatta un’idea da chi è governata Messina.
    Con queste premesse,il fondo salva politici, non è la via idonea per risolvere i problemi della città, nè per risanare i conti del comune, in quanto dovrebbe essere gestito sempre dagli stessi soggetti causa del dissesto.

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