Cus Unime, secondo la Procura è tutto regolare: restano 3 gli indagati. Tutti i particolari

Cus Unime, secondo la Procura è tutto regolare: restano 3 gli indagati. Tutti i particolari

Alessandra Serio

Cus Unime, secondo la Procura è tutto regolare: restano 3 gli indagati. Tutti i particolari

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domenica 14 Giugno 2015 - 08:58

Per l'ex Rettore Tomasello, l'ex commissario Cus Cama e l'ex direttore di UnimeSport Trommino la procura ha chiesto l'archiviazione del caso nato dalle tensioni con i dipendenti e il buco di bilancio, verificatosi nonostante la pioggia di contributi.

E' giunta ad un passaggio cruciale, dopo due diverse richieste di proroga, l'indagine sulla passata gestione del Cus Unime e sulla Cittadella Universitaria. Il PM Antonio Carchietti, titolare del caso, aveva chiesto al GIP Maria Militello di archiviare il fascicolo perché alla fine degli accertamenti non erano emersi elementi che potevano supportare le ipotesi di reato formulate, che andavano dalla truffa all'abuso d'ufficio, passando per il falso e l'indebita erogazione di contributi. Il Giudice per le indagini preliminari, però, non ha archiviato ma fissato una udienza camerale per discutere dei risultati dell'inchiesta con tutte le parti e decidere se il caso è davvero chiuso o se occorre un approfondimento degli accertamenti. Oltre alla Procura interloquiranno quindi anche i difensori degli indagati, gli avvocati Nino Favazzo e Massimo Rizzo.

Sono ancora tre le persone indagate, cioè l'ex Rettore Franco Tomasello, il direttore di UniMe Sport Carmelo Trommino e il commissario del Cus Sergio Cama. Inizialmente era stato iscritto anche il direttore Cusi Leonardo Coiana, oggi deceduto,

Il "bubbone" Cittadella non è nuovo, e non è nuovo l'intervento della Procura di Messina, che sequestró i primi atti alla fine del 2012, sulla scia della protesta dei dipendenti, alle prese con mesi di arretrato e con la liquidazione del Cus Messina. L'indagine passó presto al procuratore aggiunto Carchietti che formalizzò la proroga delle indagini. L'intento del magistrato era quello di fare chiarezza su tutta la gestione dell'ente universitario che gestiva la Cittadella dello Sport, e per questo aveva affidato a consulenti contabili l'incarico di spulciare nei bilanci e negli altri documenti. Ad occuparsene sono stati gli stessi esperti che hanno già coadiuvato la Procura di Messina nell'inchiesta Corsi d'oro sulla formazione professionale e su Messinambiente.

Fondamentalmente l'inchiesta mirava a capire se c'erano responsabilità penali, e in capo a chi, nel tracollo del Cus Messina e nei rapporti tra questo e il Cus nazionale, e nelle conseguenze dovute alla sovrapposizione di competente tra Cus, Unime Sport e Università. Conseguenze pesate prima di tutto sui dipendenti, prima per mesi senza stipendio, poi "scavalcati", almeno secondo le loro denunce, da personale senza i requisiti e utilizzato per compiti diversi da quelli a cui erano destinati. A dare impulso alle indagini penali era stata proprio un blitz nel 2012 dell'Ispettorato del Lavoro, che ha notificato il verbale di chiusura degli accertamenti nel maggio del 2014 sanzionando sia Unime che il Cus.

E tra i tre enti interessati, Ateneo, UniMe Sport e Cus, non sono mancate le tensioni, nei momenti salienti. Come quando a cavallo tra il 2012 e il 2013 sono state rinnovate le convenzioni per la gestione della struttura. La magistratura vuole anche capire perché malgrado fosse "in liquidazione", l'Ateneo ha continuato ad "accollarsi" i costi del Cus.

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