Ricorsi contro il Comune e matrimoni civili. Settori diversi ma stessi pagamenti illegittimi

Ricorsi contro il Comune e matrimoni civili. Settori diversi ma stessi pagamenti illegittimi

Ricorsi contro il Comune e matrimoni civili. Settori diversi ma stessi pagamenti illegittimi

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lunedì 20 Aprile 2015 - 09:40

Il consigliere comunale Libero Gioveni segnala le “storture” dell’avvocatura comunale: i cittadini vincono i ricorsi e, per evitare i fermi amministrativi, sono costretti a pagare le imposte all'Agenzia delle Entrate dovute però dal Comune. Palazzo Zanca sospende anche i matrimoni civili in determinati orari per evitare di pagare gli straordinari al personale, ma per questo i cittadini pagano un surplus

“Un altro paradosso tutto messinese”. Il consigliere comunale Libero Gioveni denuncia il ripetersi di un'anomalia (che si traduce in disservizio e conseguente ingiustizia) che costringe parecchi cittadini a pagare delle imposte (non dovute) all'Agenzia delle Entrate a causa dei forti ritardi da parte di Palazzo Zanca nella definizione dei ricorsi con sentenze passate in giudicato.

“In pratica – spiega Gioveni – accade che quando un giudice emette una sentenza a favore di un cittadino che ha fatto causa al Comune, l'Agenzia delle Entrate (alla quale la sentenza non viene notificata), emette un avviso di pagamento di imposte di registro a carico esclusivamente del ricorrente, che ha l'obbligo di rispettare entro e non oltre 60 giorni, nonostante l'adempimento spetterebbe a chi invece ha perso il ricorso, ossia, appunto, a Palazzo Zanca. Gli uffici del Dipartimento Avvocatura – prosegue il consigliere – predispongono, ad onor del vero, l'istruttoria per il versamento delle imposte, ma quasi mai, anche a causa dell'elevato numero di pratiche a fronte di un personale ridotto al lumicino, riescono a rispettare i termini, anche perché le pratiche devono passare poi al Dipartimento Ragioneria che, una volta aver provveduto al versamento, restituisce la relativa quietanza all'Avvocatura che, a sua volta, provvede poi a inviarla all'Agenzia delle Entrate. Tutta questa procedura si concretizza in diversi mesi di tempo, ma intanto, in questo lungo arco temporale – puntualizza ancora l'esponente Udc – agli incolpevoli cittadini vincitori dei ricorsi giungono dagli uffici di via Santa Cecilia queste indigeste (e per certi versi illegittime) cartelle esattoriali che però senza se e senza ma devono essere pagate entro 60 giorni, perché si rischia anche di subire le procedure di fermo amministrativo. Da tale paradossale situazione – afferma Gioveni – si potrà ben comprendere come sia oltremodo necessario correre ai ripari, affinché vengano meno simili ingiustizie nei confronti di cittadini che risultano del tutto vittime di questo macchinoso sistema. Pertanto – conclude il consigliere comunale – sarebbe auspicabile che l'assessore all'Avvocatura e Contenzioso, Nino Mantineo (che tra l'altro ha anche la delega al Personale), dopo un'audizione nella competente VI commissione consiliare che io stesso mi farà carico di richiedere, trasmetta all'Agenzia delle Entrate una nota ufficiale di chiarimento con conseguente formale richiesta a trovare una soluzione che possa risultare più indolore possibile per gli increduli cittadini”.

Gioveni denuncia anche un’altra particolarità. Dallo scorso 1. aprile non si possono più prenotare matrimoni civili il sabato né nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì, né dopo le 17 di martedì e giovedì. Il motivo è semplice: da luglio 2014 il personale non percepisce lo straordinario.

Nulla di strano se non fosse che, secondo la delibera 88/C dell’8 novembre 2007, chi sceglie di sposarsi nelle fasce orarie diverse dal regolare orario di servizio deve pagare delle tariffe prestabilite che servirebbero proprio a coprire i costi del lavoro extra del personale (quantificate in 100 euro per i pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì e dopo le ore 17 di martedì e giovedì, 200 euro per il sabato mattina e 300 euro per il sabato pomeriggio).

“A 20 giorni da questa drastica decisione – afferma Gioveni – comincia a levarsi alto il dissenso da parte di molte coppie che hanno la necessità di sposarsi in giorni e orari diversi da quelli fin troppo rigidi imposti attualmente dal Comune”. Il consigliere chiede di sapere per quale motivi non vengano pagati gli straordinari arretrati e come s’intende procedere per far ripartire il servizio.

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